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GPL o metano per il riscaldamento della casa? Quale conviene?

La scelta del combustibile da utilizzare per riscaldare la propria abitazione è un passo che si rifletterà non solo sul bilancio familiare ma anche sull’efficacia dell’impianto di riscaldamento.

GPL o metano per il riscaldamento della casa? Quale conviene?GPL o metano per il riscaldamento della casa? Quale conviene?
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La scelta del combustibile da utilizzare per riscaldare la propria abitazione è un passo che si rifletterà non solo sul bilancio familiare ma anche sull’efficacia dell’impianto di riscaldamento, che dovrà essere rigorosamente a norma di legge (vedremo i riferimenti legislativi mentre parleremo delle due tipologie di gas e del relativo uso).

Il metano e il GPL, ciascuno con le proprie caratteristiche, sono tra i combustibili più usati per questo scopo; ma come scegliere tra i due?

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GPL: natura, utilizzo, normativa

I Gas di Petrolio Liquefatti (GPL) sono composti da una miscela di più idrocarburi, in particolare propano e butano, anche se possono essere presenti, in quantità minime, etilene, butilene ed etano. Ha un basso impatto ambientale e i suoi componenti vengono portati allo stato liquido sottoponendoli a una pressione da 2 a 8 bar, rendendone il trasporto e lo stoccaggio più agevoli.

Per l’uso domestico, riscaldamento e cucina, viene stoccato in bombole o in serbatoi, a seconda della natura dell’immobile, del suo posizionamento sul territorio e delle necessità dell’utente finale.

Esiste una precisa normativa che regola la progettazione, l’installazione e la posa in opera degli impianti a GPL per utilizzi domestici, comprendo anche l’utilizzo (deposito, mantenimento e smaltimento) delle bombole, singole o in gruppo, usate per alimentarli:

In breve, questa disciplina:

  • Collocazione fisica: la bombola dovrà essere posta lontano da qualsiasi fonte di calore, non deve essere posta sotto al piano di calpestio oppure nelle vicinanze di locali insistenti su livelli sotto la superficie del suolo. Negli ambienti dove la bombola è posizionata dovrà essere garantita un’ottima ventilazione;
  • Numero e capacità: la cubatura e le caratteristiche dei locali influenza la quantità di bombole GPL. In casa le camere da letto e i servizi igienici non potranno contenere alcun serbatoio, mentre le linee guida in merito sono: cubatura minore di 10 m3 nessuna bombola; cubatura tra 10 e 20 m3 una bombola da massimo 15 kg; cubatura tra i 20 e i 50 m3, massimo due bombole per una massimo di 20 kg; maggiore di 50 m3 massimo due bombole, per una capacità massima di 30 kg. La capacità totale delle bombole presenti all’interno di una abitazione non deve mai superare i 40 kg;
  • Modalità di collocazione: la bombola dovrà essere in posizione verticale, la valvola e il rubinetto rivolti in alto e il suo fusto non dovrà mai essere inclinato;
  • Riempimento: la bombola dovrà essere sempre riempita al massimo all’80% della sua capienza, per permettere l’espansione del gas liquido;
  • Sostituzione: la guarnizione tra regolatore e rubinetto dovrà essere sempre cambiata e l’operazione dovrà essere sempre effettuata lontano da fiamme libere.

Se il contenitore del GPL è un serbatoio (il cosidetto “bombolone”), il DPR n. 151/2011 – allegato I stabilisce le distanze da altre strutture civili e la classificazione sulla base del volume.

L’installazione del serbatoio, sia interrato che in superficie, può avvenire esclusivamente in aree a “cielo libero” (no terrazze o aree su luoghi chiusi); nei cortili è permessa solo se è interrato, se lo spazio disponibile ha una superficie maggiore a 1.000 m2 (con un 1/4 del perimetro libero da costruzioni civili) e se l’accesso all’area ha altezza e larghezza maggiori di 4 metri.

È ammessa la sua installazione su terreno in pendenza ma non su rampe carrabili e dovrà essere effettuata da tecnici specializzati e abilitati a redarre e trasmettere la documentazione ai fini della prevenzione anticendio, ossia la SCIA (Certificato Prevenzione Incendi).

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Metano: natura, utilizzo, normativa

Idrocarburo semplice derivante dalla decomposizione di alcune materie organiche in ambienti anaerobi (senza ossigeno), è un gas pulito, dal momento che durante la sua combustione emette poche sostanze inquinanti.

Il suo trasporto è piuttosto costoso, dal momento che può avvenire esclusivamente nel suo stato gassoso, quindi utilizzando ura rete di metanodotti che collegano le zone di estrazione a quelle di distribuzione e di utilizzo finale.

L’utilizzo per uso domestico di questo gas avviene collegando l’impianto di casa alla rete di distribuzione del fornitore.
La normativa di riferimento in essere è la:

La direttiva regola:

  • tubature: se in rame e acciaio, ottone o ferro possono essere installate, mentre se in multistrato dovranno essere sottotraccia. I tubi in polietilene sono molto versatili e possono fruire di ambedue le modalità di posa in opera sopra indicate;
  • modalità di posa in opera: se le tubazioni vengono installate sottotraccia, è vietato utilizzare le tracce come messa a terra di impianti o apparecchi elettrici; è inoltre prevista la segnalazione della su apresenza, per evitare accidentali perforazioni o danneggiamenti dei tubi in occasione di altri lavori;
  • raccordi: la normativa prevede la posa in opera utilizzando la tecnica a brasare (saldare) o a pressare negli ambienti non areati; non consentiti i raccordi filettati, mentre è possibile usare tutte le tipologie in caso di posa sottotraccia dentro la malta;
  • ambienti: se si tratta di un locale, dovrà essere creata un’apertura per la sua ventilazione. La compensazione della quantità d’aria sotratta dalla combustione dovrà essere in ogni caso assicurata dalla presenza di due fori, posizionati ad altezze differenti, uno in prossimità del soffitto e l’altro vicino al pavimento, con sezioni da 100 cm2.

L’installazione dovrà essere effettuata da personale altamente qualificato e con l’abilitazione alla stesura e al rilascio della Dichiarazione di Conformità dell’Impianto, prevista dal Decreto Ministeriale n. 37 del 2008.

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GPL e metano per riscaldamento domestico: differenze e vantaggi

La principale differenza tra i due gas è il metodo di trasporto e il relativo costo, dal momento che questo incide in modo sensibile sul prezzo finale della parte energetica delle utenze di casa.

Anche l’infrastruttura e i relativi lavori per la posa in opera delle due tipologie di impianti sono differenti: nel caso del GPL occorre creare i presupposti di installazione della bombola o del serbatoio, mentre nel caso del metano tutto si riduce all’apertura delle prese d’aria nell’ambiente scelto, grazie al fatto che questo gas può utilizzare una rete di distribuzione pressoché capillare.

Il potere calorifico (quantità di calore sviluppato per unità di combustibile bruciato) è:

  • Metano: 8.200 – 9200 kcal/m3;
  • GPL: 11.500 – 12.000 kcal/Kg.

I riferimenti all’unità di misura sono differenti dal momento che i due combustibili vengono forniti in stati differenti: gassoso il primo, liquido il secondo.

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GPL: pro e contro

Vantaggi di un impianto di riscaldamento a GPL:

  • costo contenuto della posa in opera, anche se più alto rispetto al metano, e la possibilità di avere il serbatoio per lo stoccaggio del gas in comodato gratuito;
  • la modalità di trasporto, in quanto viaggia allo stato liquido e può essere distribuito ovunque ed è facile da stoccare. Anche le zone più isolate vengono raggiunte dalle autocisterne del GPL;
  • versatilità: può rifornire abitazioni indipendenti così come condomìni;
  • pulizia: la purezza degli idrocarburi che lo costituiscono causa un’emissione di CO2 e di scorie in quantità limitata durante la combustione.

Svantaggi:

  • la normativa vigente impone vincoli e limiti molto restrittivi sul posizionamento del serbatoio e delle bombole;
  • il prezzo è, di norma, più elevato rispetto a quello del metano.
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Metano: pro e contro

Vantaggi di un impianto di riscaldamento a metano:

  • costo contenuto per l’allaccio alla rete di distribuzione nazionale;
  • assenza della preoccupazione di avere a disposizione una superficie adatta al posizionamento del serbatoio o delle bombole;
  • anche il metano ha grande versatilità di utilizzo;
  • in condizioni di mercato normale, il suo prezzo del metano è basso, soprattutto se ci si rivolge al mercato libero.

Svantaggi:

  • il trasporto del metano, tecnicamente più difficile, dipende dalla rete di distribuzione che, anche se molto estesa a livello nazionale, non riesce a raggiungere i luoghi più remoti;
  • in caso di interruzione del servizio di rete per qualsiasi motivo, l’abitazione rimarrà senza riscaldamento, dal momento che per un impianto a gas metano non è prevista la possibilità dello stoccaggio locale;
  • le eventuali perdite sono più pericolose di quelle di GPL, dal momento che la quantità di gas disperso nell’ambiente può potenzialmente essere ingente;
  • presenza di costi fissi che vengono addebitati a prescindere dall’effettivo consumo di combustibile.
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Cosa conviene tra GPL e metano per il riscaldamento domestico?

Come abbiamo visto, le variabili per scegliere uno dei due gas per alimentare l’impianto di riscaldamento di casa sono molte e il costo non può essere più considerato come base per parametrare la scelta, visto l’aumento generalizzato dei prezzi dell’energia nella congiuntura economica attuale, influenzata dal conflitto russo-ucraino, che ne ha appiattito, verso l’alto, le differenze.

Quindi non si può considerare a priori una scelta migliore di un’altra: la valutazione dovrà basarsi sull’analisi di ogni punto esposto nei paragrafi precedenti.

Se si considera l’aumento in percentuale sofferto da ambedue i gas, notiamo:

  • GPL: + 24% rispetto al giugno 2021;
  • Metano: + 53% in ottica annuale (riferimento giugno 2021);

e la corsa al rincaro non accenna a rallentare.

Inoltre, facendo riferimento ai dati ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che considerano la spesa per il gas naturale di una famiglia con consumo annuale di 1.400 m3, si evince che la componente energia è formata, al primo trimestre 2022, da:

  • materia gas naturale: 70,38%;
  • trasporto e gestione: 11,27%;
  • imposte: 17,37%.

Tutto questo spinge ad analizzare il più approfonditamente possibile le variabili non connesse al prezzo di mercato, tuttora in ascesa a causa del conflitto in corso, non tralasciando le spese di manutenzione dell’impianto, attività obbligatoria regolata da:

È necessario descrivere correttamente il termine di “impianto termico”, utilizzato all’interno delle norme sopra indicate, come indicato dal d.lgs. 192/2005 e modificato dalla legge n. 90/2013 – Gazzetta Ufficiale (13G00133 – GU Serie Generale n.181 del 03-08-2013), che definisce l’impianto termico come:
Un impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolarizzazione e controllo. Sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento“.

Leggi anche: “Bonus Caldaia: Cambiare caldaia conviene!“;



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TAGS: GPL, metano, riscaldamento, riscaldamento casa, riscaldare, riscaldare casa

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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