L’ecobonus 2025 introduce aliquote decrescenti per l’efficientamento energetico, con percentuali più basse dal 2026 e restrizioni per redditi alti, adeguandosi agli obiettivi UE sulla sostenibilità ambientale.
L’ecobonus 2025 si presenta con un’importante novità rispetto agli anni precedenti: un’aliquota unica per tutte le tipologie di lavori di efficientamento energetico, ma differenziata a seconda dell’immobile su cui verranno realizzati gli interventi.
Questa riforma, introdotta con la Legge di Bilancio 2025, proroga per altri tre anni l’agevolazione che altrimenti sarebbe scaduta il 31 dicembre 2024.
Ma come funzionerà esattamente questa nuova struttura? E come cambieranno le percentuali di detrazione nei prossimi anni?
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Sommario
La nuova impostazione dell’ecobonus 2025 introdotta dalla Legge di Bilancio prevede un sistema di detrazioni fiscali con aliquote uniche, che variano in base alla tipologia di immobile e si riducono progressivamente nei due anni successivi. L’obiettivo principale è semplificare il meccanismo di accesso all’incentivo, mantenendo comunque una differenziazione tra prime e seconde case, oltre che tra immobili residenziali e non residenziali.
Questa scelta si inserisce in un quadro più ampio di razionalizzazione delle detrazioni fiscali, con l’intento di:
Un’importante novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda l’introduzione di un meccanismo di detrazioni personalizzate basate sul reddito del contribuente. Questa misura mira a rendere il beneficio fiscale più equo, limitando gli sgravi per i redditi più alti.
Come funzionano le detrazioni personalizzate?
Per i contribuenti con un reddito complessivo superiore a 75.000 euro annui, l’importo massimo delle spese detraibili sarà ridotto e modulato in base a due fattori principali:
Questa nuova impostazione non modifica i tetti di spesa specifici previsti per ciascun intervento di efficientamento energetico, ma impone un ulteriore limite calcolato sulla base della capacità economica del nucleo familiare. L’intento è favorire i nuclei con maggiori esigenze sociali, riducendo invece i vantaggi per le fasce di reddito più elevate.
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Questa nuova regola si affianca alla riduzione delle aliquote, creando un quadro normativo più restrittivo ma mirato a rendere gli incentivi fiscali più equamente distribuiti.
Advertisement - PubblicitàL’ecobonus 2025 non è solo uno strumento di incentivazione fiscale, ma si inserisce in un quadro normativo più ampio legato alla Direttiva Case Green dell’Unione Europea, che mira alla decarbonizzazione e all’efficienza energetica del patrimonio edilizio europeo.
Gli interventi che continueranno a beneficiare dell’ecobonus, a condizione che rispettino gli standard di efficienza energetica previsti, includono:
Interventi | Prima casa – Altri immobili |
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50% – 36% |
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50% – 36% |
INTERVENTI SU PARTI COMUNI DEI CONDOMINI (coibentazione involucro con superficie interessata > 25% superficie disperdente) |
50% – 36% |
INTERVENTI SU PARTI COMUNI DEI CONDOMINI (Coibentazione involucro con superficie interessata > 25% superficie disperdente + QUALITA’ MEDIA dell’involucro) |
50% – 36% |
INTERVENTI SU PARTI COMUNI DEI CONDOMINI (Coibentazione involucro con superficie interessata > 25% superficie disperdente + riduzione 1 classe RISCHIO SISMICO) |
50% – 36% |
INTERVENTI SU PARTI COMUNI DEI CONDOMINI (Coibentazione involucro con superficie interessata > 25% superficie disperdente + riduzione 2 o più classi RISCHIO SISMICO) |
50% – 36% |
A partire dal 1° gennaio 2025, gli Stati membri UE, inclusa l’Italia, non potranno più incentivare l’installazione di caldaie autonome alimentate a combustibili fossili. Inoltre, entro il 2040, sarà imposto il ritiro dal mercato di tali impianti. Questo vincolo ha portato alla necessità di rivedere gli interventi incentivabili, privilegiando tecnologie più sostenibili e meno inquinanti.
Questa stretta normativa evidenzia l’importanza di pianificare interventi che rispettino i più moderni standard di efficienza energetica, evitando tecnologie non più conformi alle direttive europee.
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Advertisement - PubblicitàPer accedere alle detrazioni previste dall’Ecobonus 2025, è essenziale presentare una documentazione specifica che attesti la conformità degli interventi ai requisiti tecnici richiesti. La documentazione obbligatoria comprende:
Questa documentazione è essenziale non solo per ottenere la detrazione fiscale, ma anche per garantire la tracciabilità e la correttezza dell’intervento ai fini della normativa sull’efficienza energetica.
Advertisement - PubblicitàPer ottenere le detrazioni fiscali previste dall’Ecobonus 2025, è necessario comunicare all’ENEA (Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica) le informazioni relative agli interventi eseguiti. Tale comunicazione deve avvenire entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori attraverso modalità telematiche, utilizzando il portale ufficiale disponibile all’indirizzo https://detrazionifiscali.enea.it/.
I documenti richiesti includono:
Per gli interventi condominiali, l’asseverazione deve essere rilasciata da un professionista abilitato, come previsto dal DM 26/06/2015, che dovrà attestare il miglioramento della prestazione energetica dell’intero edificio.
Cosa accade in caso di mancata o tardiva comunicazione?
Secondo la nota n. 3797/2019 del Ministero dello Sviluppo Economico, la mancata o tardiva trasmissione delle informazioni all’ENEA non comporta la perdita del diritto alla detrazione fiscale. Sebbene l’invio della documentazione sia un obbligo formale, non è prevista alcuna sanzione specifica in caso di omissione o ritardo.
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La Risoluzione 244/E del 2007 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che il termine di 90 giorni per la trasmissione della documentazione decorre dalla data del collaudo finale dei lavori. Tale collaudo può essere effettuato anche dalla ditta esecutrice, ad esempio tramite:
Questa comunicazione all’ENEA è fondamentale per garantire la tracciabilità degli interventi e monitorare l’effettivo risparmio energetico ottenuto grazie agli incentivi fiscali.
Advertisement - PubblicitàLa decisione del Governo italiano di introdurre un’aliquota unica decrescente per l’ecobonus 2025, 2026 e 2027 si collega direttamente agli obiettivi imposti dall’Unione Europea in tema di transizione ecologica e riduzione delle emissioni. Tuttavia, la riduzione progressiva delle detrazioni fiscali solleva dubbi sull’efficacia nel raggiungimento di tali target.
L’UE ha stabilito traguardi ambiziosi con la Direttiva Case Green e il PNIEC 2024 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), imponendo agli Stati membri di ridurre drasticamente le emissioni di CO₂ e migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Tuttavia, la riduzione progressiva delle detrazioni (dal 50% al 30% in tre anni) potrebbe disincentivare gli interventi più complessi e costosi, come la riqualificazione energetica totale di un edificio.
Secondo dichiarazioni del viceministro dell’Ambiente Vannia Gava, è prevista una futura revisione degli incentivi con un sistema basato non solo sulle spese sostenute, ma anche sulle performance energetiche raggiunte dopo l’intervento. Tale approccio potrebbe essere integrato con strumenti di supporto finanziario, come finanziamenti a tasso agevolato, per favorire interventi più consistenti e mirati.