Se si intendono effettuare dei lavori di ristrutturazione atti ad ottenere un risparmio energetico e allo stesso tempo in modo sostenibile cioè rispettoso dell’ambiente e della salute delle persone, è possibile usufruire dell’Ecobonus 2023.
Se si intendono effettuare dei lavori di ristrutturazione atti ad ottenere un risparmio energetico, e allo stesso tempo in modo sostenibile cioè rispettoso dell’ambiente e della salute delle persone, è possibile usufruire dell’Ecobonus 2023.
Si tratta infatti di una misura fiscale in grado di offrire alcune detrazioni che partono dal 110% del Superbonus e interessano anche le aliquote del 65% e 50% come stabilito dalla recente Legge di Bilancio 2023.
Per quanto riguarda invece i dettagli e i lavori ammessi, è importante leggere attentamente ciò che l’Ecobonus 2023 prevede, le relative istruzioni per accedervi e come funziona dal punto di vista delle detrazioni.
Sommario
Il Governo italiano con il decreto legge n.63 datato 04/06/2013 ha stabilito che è possibile ottenere degli incentivi per eseguire dei lavori atti a migliorare l’efficienza energetica di edifici o di singole unità abitative in esse ubicate.
Lo scopo è dunque di incoraggiare gli utenti interessati alla riqualificazione energetica in strutture già esistenti. Da ciò si evince che l’incentivo non è concesso per quelle di nuova costruzione.
L’Ecobonus 2023 inoltre rientra tra le detrazioni fiscali Ires ed Irpef e consente di effettuare una serie di lavori di ristrutturazione come ad esempio quelli per ottimizzare l’isolamento termico di alcune superfici. Queste ultime si possono coprire indipendentemente se sono di tipo orizzontali, verticali o inclinate e che prevedano una posa di materiali superiori al 25% della superficie stessa.
Per questo lavoro ci sono tuttavia dei limiti di spesa; infatti, non si possono superare i 50.000 euro nel caso di edifici di tipo unifamiliari oppure di unità immobiliari ubicate in contesti a carattere plurifamiliare. Un’altra soglia massima è quella invece di 40.000 euro da moltiplicare per il numero delle unità immobiliari presenti in un edificio composto da minimo di due a un massimo di otto.
L’Ecobonus 2023 stabilisce infine che il suddetto limite si abbassa ulteriormente, ossia fino a 30.000 euro da moltiplicare per il numero delle unità se queste ultime in un edificio sono superiori ad otto.
Advertisement - PubblicitàA parte i tetti di spesa predefiniti che l’Ecobonus 2023 prevede e a cui si può attingere, bisogna aggiungere che per quanto riguarda alcuni interventi sono ammessi quelli effettuabili su parti comuni degli edifici.
Per fare qualche esempio, è possibile usufruirne nel caso in cui si debbano sostituire impianti di climatizzazione per il periodo invernale con quelli centralizzati e in grado di funzionare anche in estate come condizionatori o per erogare acqua calda per usi sanitari. In questo caso è necessario montare caldaie a condensazione di classe A e non inferiore.
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A ciò è possibile poi abbinare dei pannelli fotovoltaici di ultima generazione, ossia quelli di microcogenerazione oppure a collettori solari.
In questo caso il limite massimo di spesa detraibile ammonta a 20.000 euro per ogni unità immobiliare e fino ad un massimo di otto. Se invece tale numero è superiore, allora il limite scende a 15.000 euro per unità.
Infine è possibile raggiungere il tetto di 30.000 euro, nel caso si effettuino delle spese per lo smaltimento di elementi che fanno parte del vecchio impianto e relativa bonifica. Quanto sin qui elencato rappresenta i punti focali di questo nuovo incentivo statale per edifici preesistenti e non di nuova costruzione; infatti, per questi ultimi non è possibile beneficiarne.
Premesso ciò, va infine detto che all’Ecobonus 2023 è possibile accedervi anche se si intendono eseguire dei lavori per migliorare l’efficienza energetica oppure per eliminare ogni forma di barriera architettonica, per l’eventuale installazione di colonnine per ricaricare veicoli elettrici nonché per la posa di pannelli fotovoltaici.
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Advertisement - PubblicitàUsufruire dell’Ecobonus 2023 significa ottenere una serie di vantaggi specie per edifici che presentano problematiche varie come ad esempio quelli che richiedono una manutenzione straordinaria, alcune opere di restauro perché magari di rilevanza storica o architettonica o per la ricostruzione di un immobile che a seguito di calamità naturali risulta danneggiato.
In queste opere sono comprese anche quelle che interessano la costruzione di recinzioni, scale, servizi igienici e tanto altro ancora.
Tra quelle più rilevanti c’è tuttavia l’inclusione degli impianti fotovoltaici con i relativi sistemi di accumulo di fonti energetiche. In questo caso i soggetti interessati a diventare indipendenti dall’uso di tali dispositivi, possono farlo sfruttando il suddetto Ecobonus per far fronte alle spese sostenute per le competenze di professionisti e vari consulenti.
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Infine va aggiunto che un altro vantaggio offerto dall’Ecobonus 2023 è riscontrabile nella possibilità di ottenere un’agevolazione da parte di tutti coloro che intendono migliorare il livello energetico dell’abitazione in cui vivono con lo scopo di minimizzare i consumi. Per esempio possono sostituire infissi esterni come porte, finestre e portoncini d’ingresso, persiane, diversi tipi di avvolgibili con relativi cassonetti e persino installare zanzariere.
In tutti questi casi, l’importo massimo detraibile non deve però superare i 60.000 euro.
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Advertisement - PubblicitàL’Ecobonus 2023 per coloro che intendono effettuare delle ristrutturazioni atte a migliorare l’efficienza energetica e non congiuntamente a quelle in precedenza citate, c’è la possibilità di attingere comunque a detrazioni fiscali ordinarie e con due aliquote ben distinte, ossia del 65% e del 50%.
Per la prima si possono effettuare i seguenti interventi:
Per quanto riguarda l’Ecobonus del 50% i lavori previsti sono anch’essi ben distinti e nello specifico si tratta di quelli riguardanti le seguenti installazioni:
Secondo le direttive statali l’Ecobonus 2023 e relative detrazioni fiscali, è usufruibile da parte di una serie di persone appartenenti però a categorie ben distinte. In primis c’è quella in cui alcuni soggetti hanno contribuito a spese per i lavori e che rispettino almeno uno dei requisiti di seguito elencati.
Innanzitutto l’immobile interessato deve essere di proprietà, oppure appartenente a un soggetto che fa parte di un nucleo familiare o convive con una persona proprietaria della struttura. Anche un partner in un’unione civile o un parente massimo di terzo grado può tuttavia usufruire dell’Ecobonus 2023.
Inoltre il possessore dell’immobile deve essere il titolare di un diritto reale di godimento come l’uso, l’usufrutto e l’abitazione, se vive all’interno della struttura in comodato d’uso oppure se risiede in un condominio in cui sono stati eseguiti vari lavori che riguardano tutte le parti comuni.
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Advertisement - PubblicitàI proprietari di edifici in grado di usufruire dell’Ecobonus 2023, possono richiedere questa detrazione soltanto nel caso in cui i lavori vengono effettuati su strutture già esistenti e che devono comunque essere registrate al Catasto, oppure tale operazione risulti momentaneamente in corso.
Infine per ottenere l’agevolazione è necessario essere in regola con il pagamento di tutte le tasse e i tributi che interessano la struttura.
Advertisement - PubblicitàGli interessati alla detrazione dell’Ecobonus 2023 sia del 110%, 65% e 50% possono ottenerlo in base alle specifiche modalità.
In primis hanno la possibilità di optare per la detrazione fiscale diretta, ossia possono anticipare la somma e recuperarla poi con la dichiarazione dei redditi in cinque anni.
In secondo luogo la detrazione è ottenibile con lo sconto in fattura, cioè se l’impresa incaricata dei lavori anticipa per intero la somma stabilita e che poi recupera come credito di imposta anch’esso detraibile in cinque rate annue, ma con la possibilità di cedere il credito ad altri soggetti oppure a istituti di credito o società finanziarie.
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A questo punto una volta note le modalità per ottenere l’Ecobonus 2023 e relative detrazioni, è necessario inoltrare la comunicazione all’Enea di tutte le spese sostenute entro e non oltre i 90 giorni dalla data di completamento dei lavori.
In questo frangente la pratica prevede come allegati i dati anagrafici dell’impresa beneficiaria, alcune informazioni riguardanti l’immobile ristrutturato e la descrizione dettagliata degli interventi eseguiti.
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Infine per quanto riguarda la modalità di pagamento dei lavori effettuati tramite l’Ecobonus, la detrazione e le spese sostenute si possono pagare in diversi modi purché risultino tracciabili. Si va dunque dai classici bonifici bancari o postali fino all’utilizzo dei più noti portafogli elettronici.
Tutti i documenti vanno comunque conservati poiché servono ad esempio per attestare il diritto ad ottenere l’Ecobonus 2023, per certificare il regolare intervento di un tecnico abilitato e per descrivere la certificazione energetica rilasciata dall’autorità regionale di competenza.
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