Nell’immaginario collettivo, molto spesso, si tende a confondere il concetto di domicilio con quello di residenza; non è inusuale, infatti, che questi due sostantivi vengano utilizzati come sinonimi.
In moltissimi casi, un soggetto potrebbe avere una residenza nella quale vive e abita, ma potrebbe anche nutrire il desiderio che le notifiche appartenenti ai suoi affari, ossia il suo domicilio fiscale, possano arrivare in un altro indirizzo.
A questo proposito, solo recentemente, è stato introdotto un nuovo metodo per far sì che questo possa realmente tradursi in realtà; grazie al codice dell’Amministrazione Digitale, infatti, si può richiedere il cosiddetto domicilio digitale.
Di cosa si tratta? A chi potrebbe servire e che dire delle modalità per richiederlo?
Sommario
Sostanzialmente, per capire il reale significato del domicilio digitale, è bene dapprima chiarire il concetto di domicilio: esso non è altro che la sede degli interessi e degli affari di un individuo.
Non sempre tale indirizzo è uguale a quello di residenza: basti pensare ad un professionista, come un avvocato, che ha come residenza l’indirizzo nel quale convive con il suo coniuge, ma che ha come domicilio il luogo dove lavora, ossia il suo studio.
Dal 2018, grazie al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), ossia un testo unico che organizza le normative per rendere operativi i servizi e i diritti di cittadinanza digitale, è possibile ottenere il domicilio digitale, una sorta di tipologia smart di domicilio grazie alla quale poter ottenere tutte le notifiche riguardanti i propri affari o interessi lavorativi direttamente sul proprio dispositivo elettronico.
Ovviamente, tale innovazione si configura come un cambiamento di natura volontaria: solo chi lo desidera può richiedere un domicilio digitale.
L’obiettivo principale del domicilio digitale è quello di trasferire online alcune pratiche che, altrimenti, vengono gestite mediante la tradizionale posta raccomandata.
Non solo, oltre alle modalità di invio e ricezione di tali pratiche, il domicilio digitale può fornire un grande contributo sia nel risparmio di milioni di euro in spedizioni tramite posta degli atti, che nella gestione di archivi cartacei sterminati.
La digitalizzazione, quindi, mira a dematerializzare gli archivi privati e pubblici, trasferendo online tutto ciò che contengono e facilitando il cittadino nell’accesso a tali informazioni dettagliate.
Che dire delle modalità per attivare un domicilio digitale?
Innanzitutto, un requisito necessario da soddisfare per attivare un domicilio digitale è il possesso di un’identità digitale SPID, ossia un sistema che permetta all’individuo di accedere ai servizi di natura telematica della Pubblica Amministrazione o di altre imprese.
Per ottenerla, basta semplicemente farne richiesta anche tramite un ufficio postale, fornendo i propri dati anagrafici, codice fiscale, documento d’identità, indirizzo mail e numero di cellulare. Non solo, bisogna anche essere in possesso di una PEC, ossia un indirizzo di posta elettronica certificata.
Una volta attivata la propria identità digitale, sarà sufficiente registrare il proprio indirizzo elettronico nel registro nazionale dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale, procedura al termine della quale si sbloccherà la possibilità di ricevere le comunicazioni aventi un qualche valore legale sul proprio smartphone, PC o tablet.
In linea generale, però, l’intero processo di richiesta del domicilio digitale è completamente gratuito e privo di qualsiasi pagamento extra; l’unico abbonamento da sottoscrivere riguarda l’iscrizione al servizio di posta elettronica certificata (PEC), i cui costi variano in base al gestore selezionato.
Tuttavia, esistono anche delle PEC gratuite facilmente rintracciabili e sottoscrivibili.
Un ulteriore modo per gestire il proprio domicilio digitale è l’app IO, strumento messo a disposizione dei cittadini in grado di agevolare ancor di più la ricezione delle notifiche e la comprensione delle documentazioni ufficiali grazie ad un’interfaccia semplice e intuitiva.
Che dire dei requisiti da soddisfare per poter richiedere un domicilio digitale?
Advertisement - PubblicitàIl domicilio digitale è appannaggio solamente di coloro che soddisfano una serie di requisiti ben precisi. Innanzitutto, il soggetto che lo richiede deve aver compiuto il 18° anno d’età e deve essere in grado di intendere e volere; non solo, può avere accesso al domicilio digitale anche il professionista che non svolge una professione regolamentata o iscritta in un albo, un collegio o un ordine.
Infine, anche gli enti di diritto privato non iscritti ad albi professionali o al registro delle imprese possono avere libero accesso al domicilio digitale e alla sua richiesta.
Per tutti coloro che sono già iscritti all’INI-PEC, il domicilio digitale sarà importato in modo del tutto automatico sull’INAD, con la possibilità di modificarlo, magari indicando un nuovo indirizzo PEC o operando altre variazioni.
Advertisement - PubblicitàDisporre di un domicilio digitale, senza ombra di dubbio, apporta dei vantaggi degni di nota. Uno dei primi è legato alla minimizzazione dei ritardi o delle problematiche legate al mancato recapito di comunicazioni legali, come gli accertamenti, i rimborsi fiscali o i verbali di sanzioni amministrative.
Grazie al domicilio digitale, infatti, tali comunicazioni verranno inviate in tempo reale al cittadino, il quale potrà consultarle immediatamente mediante la ricezione della relativa notifica.
Inoltre, tutta la documentazione appartenente ad una specifica comunicazione sarà subito a disposizione del soggetto senza che questo si rechi fisicamente presso l’ente o l’ufficio per recuperarla.
Nonostante le tecnologie facciano indubbiamente recuperare del tempo data la loro intuitività d’utilizzo e la semplicità con la quale le si possono sfruttare, anche loro hanno bisogno di una certa collaborazione del soggetto.
Per gestire un domicilio digitale, pertanto, è richiesto un certo grado di responsabilità nel richiedente, dato che non è sempre facilissimo o velocissimo recuperare le credenziali d’accesso qualora fossero state dimenticate o smarrite.
Pertanto, è fondamentale gestire questi servizi telematici con la massima attenzione, in modo tale da evitare di incorrere in problematiche che portino alla definitiva compromissione del servizio stesso.
Insomma, il domicilio digitale si configura come un metodo all’avanguardia e molto efficace per la ricezione e la gestione delle documentazioni ufficiali.
Avere chiare in mente le metodologie per richiederlo avvantaggerà il cittadino, permettendogli di ottimizzare il tempo e facilitandogli notevolmente le tanto annose procedure burocratiche!
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