La rigenerazione urbana è un particolare concetto, correlato all’esigenza di dare nuova luce al patrimonio immobiliare, che si pone lo scopo di rendere le città più moderne, belle e funzionali in modo da dare nuovo lustro ad aree che possono essere degradate o poco in linea con quelli che sono gli standard abitativi attuali.
In particolare, infatti, il patrimonio urbano italiano, fatto salvo quello relativo a zone storiche o culturalmente intoccabili per via di vari limiti posti a tutela della storia, oggetto degli interventi di rigenerazione Urbana sono le aree periferiche dei vari paesi e Comuni italiani.
Per dare nuova linfa a questo scopo, spesso lasciato in disparte dalle amministrazioni comunali, il Governo ha lanciato un bando con fondi appositi previsti dal PNRR, che possono essere richiesti dai comuni ed erogati dagli stessi sotto forma di appalti pubblici per la soddisfazione, appunto, della rigenerazione urbana.
Nella Legge di Bilancio 2022 è stata introdotto un contributo per gli investimenti in progetti di rigenerazione Urbana, In particolare all’articolo 1, dai commi 534 e ss.
Sommario
In assenza di una definizione legislativa chiara, trattandosi di rigenerazione urbana più come un concetto che una legge vera e propria, si definisce la rigenerazione urbana come tutta quella serie di azioni che sono volte al recupero e alla riqualificazione di uno spazio urbano, spesso di competenza comunale, che per via di degrado dovuto al tempo ovvero per condizioni di abbandono presenta un degrado molto marcato.
Il processo che porta alla rigenerazione urbana, infatti, deve essere portato avanti attraverso mirati interventi di recupero delle infrastrutture, senza però prevedere demolizioni o costruzioni ex novo, mantenendo quindi in mente gli scopi e l’importanza della sostenibilità ambientale, argomento fondamentale ai giorni d’oggi.
Per questo motivo, la rigenerazione urbana deve essere distinta dalla riqualificazione, la quale è solitamente relativa agli interventi strutturali che servono per rendere migliore un’infrastruttura già esistente e che, per un motivo o per un altro, funziona già ma in maniera meno efficiente.
Con la rigenerazione urbana, invece, lo scopo è quello di aumentare la qualità della vita delle persone soprattutto nella vita e nella sfera sociale delle persone, riqualificando luoghi periferici che non funzionano più. Ne deriva allora che il concetto di rigenerazione urbana è più ampio, oltre che dagli obiettivi maggiori.
Advertisement - PubblicitàLa rigenerazione urbana, come detto, non è solamente la mera costruzione o rifacimento di un edificio esistente e che, per motivi solitamente correlati all’abbandono, è in fatiscenza, ma è tutto un insieme volto a rendere le città nuovamente sostenibili e perfettamente congegniate per l’uomo, mettendo un freno a quello che è l’aggressivo consumo e abuso – a volte anche contro il diritto – del suolo edificabile in ogni sua parte e piccolo metro quadrato.
In tal senso, infatti, si sottolinea quanto a poco a poco venga meno il suolo adibito a superficie edificabile nei vari Comuni italiani a causa dell’accentramento che stanno operando le grandi città.
L’idea di recuperare spazi già occupati da immobili deve essere la priorità di tutti i progettisti, geometri, ingegneri e architetti: in tal senso, vari movimenti e associazioni di questi professionisti stanno razionalizzando le operazioni al fine di dare una spinta fondamentale alle azioni di recupero e rigenerazione urbana delle aeree periferiche più degradate.
Ne deriva dunque che l’obiettivo della rigenerazione urbana è quello di portare a nuovo splendore un’area già esistente, permettendo il miglioramento delle condizioni di vita e delle possibilità delle persone che già ci vivono e, aumentandone, dove possibile, il valore.
Per questo motivo la rigenerazione urbane attraverso l’utilizzo di materiali compatibili e rispettosi dell’ambiente, facendo inoltre in modo che questi scopi siano anche mezzo di partecipazione sociale e aumento dell’imprenditoria locale di un determinato territorio, la quale conosce sicuramente meglio le condizioni di vita e di dedrato di un certo luogo, potendo apportare correttivi precisi e mirati.
Advertisement - PubblicitàCome accennato, la rigenerazione urbana è ormai oggetto di disciplina specifica già all’interno della legge di bilancio, che verrà analizzata di seguito.
Per contestualizzare meglio, già nel Decreto legge 32\2019 – il cosiddetto Sblocca Cantieri – la rigenerazione urbana è stata oggetto di specifica previsione, con risultati spesso altalenanti e poco incisivi che però hanno portato oggi a prevedere lo stanziamento, da parte del Governo per merito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), di 300 milioni ai Comuni.
Le candidature al bando, che possono essere presentate ora fino al 30 Aprile 2022 grazie alla legge di conversione del famoso decreto sostegni ter (consultabile al link) sono possibili solamente da parte dei Comuni, che si occuperanno poi di mettere in atto determinati bandi.
A poter fare domanda per i progetti di rigenerazione urbana sono:
Le richieste di contributo per la rigenerazione urbana presentate da questi soggetti saranno analizzate e reputate meritevole solamente se riguardino singole opere pubbliche o insieme di interventi correlati che abbiano lo scopo di fare mobilità sostenibili, migliorare la qualità del decoro urbano ovvero di riutilizzare aree dove sono presenti strutture edilizie di natura pubblica.
I contribuiti ai vincitori saranno assegnati entro il 30 giugno dell’anno corrente e i lavori per l’esecuzione dei progetti presentati dovranno essere affidati entro 15 mesi o 20 mesi, a seconda che le opere da eseguire superino o meno i 2.500 milioni di euro, pena la revoca del contributo.
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