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Calcolo dei vani catastali: esempi pratici e normative di riferimento

Calcolo dei vani catastali: esempi pratici e normative di riferimentoCalcolo dei vani catastali: esempi pratici e normative di riferimento
Ultimo Aggiornamento:

Il calcolo dei vani catastali è un aspetto fondamentale per chiunque voglia acquistare o vendere un immobile. Questo procedimento, che permette di determinare la rendita catastale, influisce direttamente sulla tassazione dell’immobile.

Ma cosa sono esattamente i vani catastali e come si calcolano?

Nel seguente articolo esploreremo nel dettaglio il significato di vano catastale e le modalità di calcolo, essenziali per chi desidera comprendere il valore effettivo della propria abitazione.

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Che cosa sono i vani catastali?

Il vano catastale rappresenta lo spazio interno di un immobile delimitato da muri, con una superficie minima di 9 m² e una massima di 27 m². Questi vani devono ricevere luce naturale e sono uno dei principali elementi utilizzati nel calcolo della rendita catastale. Per superfici superiori ai 27 m², viene calcolata l’eccedenza. Il calcolo dei vani catastali è diverso a seconda della categoria immobiliare e della classificazione catastale.

Le abitazioni, ad esempio, appartengono generalmente alla categoria “A”, mentre le unità destinate a negozi e magazzini rientrano nel gruppo “C”.

Il concetto di vano catastale varia in funzione della destinazione d’uso dell’immobile e la sua classificazione viene stabilita dal Catasto, che utilizza diverse categorie per determinare il valore e la tassazione.

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La rendita catastale e le categorie immobiliari

La rendita catastale è il valore economico assegnato a ogni immobile dal Catasto e rappresenta il potenziale reddito che l’immobile può generare. Questo valore è fondamentale per determinare le imposte, come l’IMU e la TASI. La rendita catastale varia in base alla categoria dell’immobile, che viene determinata dalle caratteristiche dell’edificio.

Gli immobili vengono classificati in tre principali categorie catastali:

  1. Gruppo A: riguarda le abitazioni, uffici privati e edifici storici, dove il vano utile è l’unità di misura per il calcolo.
  2. Gruppo B: comprende edifici con destinazione collettiva, come ospedali, scuole e caserme. In questo caso, si usa come unità di misura il volume dell’immobile.
  3. Gruppo C: include negozi, magazzini e locali di deposito, dove il calcolo si basa sulla superficie in metri quadrati.

Ogni categoria ha delle regole specifiche per il calcolo della consistenza catastale, che determinerà la rendita finale e, di conseguenza, le tasse da pagare.

Leggi anche: Rendita catastale: la guida completa

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Calcolo della consistenza catastale

Il calcolo della consistenza catastale varia a seconda della categoria di appartenenza dell’immobile. Per le unità immobiliari appartenenti al gruppo A, il calcolo avviene in base al numero dei vani principali e accessori, applicando regole specifiche:

  • Vani principali: Si contano per il loro numero effettivo. Ad esempio, una camera da letto o una cucina rientrano in questa categoria.
  • Vani accessori diretti: Sono spazi a servizio diretto dei vani principali, come bagni, corridoi, ingressi e ripostigli. Questi vengono conteggiati come 1/3 di vano.
  • Vani accessori indiretti: Comprendono soffitte, cantine e altri spazi a cui si accede dall’esterno dei vani principali, e vengono calcolati come 1/4 di vano.

Una volta sommati tutti i vani, è possibile aggiungere o sottrarre fino al 10% per tenere conto di eventuali caratteristiche dell’immobile che possono influire sul calcolo. Il risultato finale viene quindi arrotondato al mezzo vano più vicino.

Leggi anche: Come correggere i dati catastali: guida completa all’istanza catastale

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Esempio pratico di calcolo dei vani catastali

Supponiamo ora di dover calcolare i vani catastali di una casa con le seguenti caratteristiche:

  • 1 soggiorno di 35 m²
  • 2 camere da letto di 20 m² ciascuna
  • 1 bagno di 8 m²
  • 1 ripostiglio di 5 m²
  • 1 terrazza di 50 m²

Ecco il procedimento:

  1. Soggiorno: Il soggiorno ha una superficie di 35 m², quindi supera la soglia dei 27 m². Si calcola così: 1 vano + eccedenza (35-27)/27 = 0,30. Totale: 1,30 vani.
  2. Camere da letto: Le due camere hanno una superficie di 20 m² ciascuna, quindi vengono conteggiate ciascuna come 1 vano. Totale: 2 vani.
  3. Bagno: Il bagno, essendo di 8 m², è inferiore a 9 m², quindi viene conteggiato come 1/3 di vano. Totale: 0,33 vani.
  4. Ripostiglio: Anche il ripostiglio, di 5 m², viene conteggiato come 1/4 di vano. Totale: 0,25 vani.
  5. Terrazza: Per il calcolo della terrazza, viene considerata una percentuale. In questo caso, il valore da aggiungere è il 10% del totale precedentemente calcolato.

Sommiamo i vani: 1,30 (soggiorno) + 2 (camere) + 0,33 (bagno) + 0,25 (ripostiglio) = 3,88 vani, che arrotondato diventa 4 vani.

Ora, calcoliamo il contributo della terrazza: Il 10% di 4 vani è 0,40, che viene arrotondato a 0,50 vani.

Quindi, il totale finale sarà 4,5 vani.

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Conclusione

Il calcolo dei vani catastali è essenziale per determinare correttamente la rendita catastale e, di conseguenza, le imposte legate alla proprietà immobiliare. Comprendere come vengono calcolati i vani principali e accessori, nonché le eventuali eccedenze e le percentuali aggiuntive, ti permette di avere una visione più chiara del valore catastale del tuo immobile.

Che tu stia acquistando o vendendo una casa, conoscere queste informazioni può rivelarsi fondamentale per fare scelte più consapevoli, evitando sorprese sgradite legate alla tassazione.



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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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