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Bunker antiatomico: quanto costa? di quali permessi ho bisogno? quanto è sicuro?

A causa delle ultime tensioni internazionali che hanno dato luogo all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in Italia (e nei Paesi dell’Unione Europea) si è registrato un interessamento generale riguardo la costruzione di un bunker antiatomico nel proprio contesto domestico.

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A causa delle ultime tensioni internazionali che hanno dato luogo all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in Italia (e nei Paesi dell’Unione Europea) si è registrato un interessamento generale riguardo la costruzione di un bunker antiatomico nel proprio contesto domestico. Ciò indica chiaramente che c’è una forte paura circa le possibilità che questo conflitto possa trasformarsi in una guerra nucleare a tutti gli effetti, che coinvolga più Paesi, Italia inclusa.

Come vedremo a breve, i costi per la realizzazione di un bunker antiatomico non sono così proibitivi. Almeno per il momento.

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Che cos’è un bunker antiatomico?

Un bunker antiatomico non è altro che un rifugio, costruito a un livello di profondità del terreno variabile da 1,5 a 3 metri. Il suo intento di fondo è quello di impedire che i rifugiati entrino in contatto con le possibili radiazioni presenti nell’atmosfera.

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Normativa: si può costruire un bunker antiatomico in Italia?

Il problema di fondo risiede nel fatto che non è prevista la realizzazione di bunker antiatomici nei piani regolatori. Questo vuol dire che l’unica opportunità è di concepirli come vani interrati o di classificarli come cantine. Per la realizzazione di questo vano interrato, occorre un permesso da parte del Comune in cui si è domiciliati.

La Dichiarazione di Inizio Attività (DIA) non è più sufficiente, perché nel caso di un bunker antiatomico, che rientra nei vani interrati, si ha a che fare con una trasformazione di natura durevole per ciò che concerne l’area di interesse.

Inoltre, con la sentenza 19444/2014 della Corte di Cassazione, si è stabilito che anche se si costruisce sopra il livello del suolo e non soltanto sottoterra, il permesso va ugualmente richiesto.

Ne consegue che un individuo non ha la facoltà di decidere in modo autonomo di costruire un bunker autonomo. Bisogna fornire una progettazione accurata per quanto riguarda i lavori. Questi ultimi, infatti, devono risultare perfettamente in linea con le normative in vigore. Nel momento in cui tutto è in regola, diventa possibile procedere alla costruzione del bunker antiatomico.

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Dove non costruire un bunker antiatomico?

La scelta relativa alla costruzione di un bunker antiatomico non è affatto facile: vi sono una miriade di fattori da non sottovalutare. Il primo riguarda la sicurezza del luogo: in tal senso, il bunker non andrebbe mai costruito nei paraggi di un bacino d’acqua. Il motivo di base è che in caso di inondazioni, vi sarebbero danni strutturali per il rifugio.

Stesso discorso per quanto riguarda le aree ricche di vegetazione che non sono affatto l’opzione ideale, in quanto a rischio incendio.

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Tipi di bunker

Vi sono sostanzialmente due tipi di bunker che oggi vanno per la maggiore: la prima soluzione è quella di tipo open space. Si contraddistingue per pareti super attrezzate, dove è possibile mettere di tutto. La seconda soluzione, invece, è basata sullo sfruttamento degli spazi verticali, in modo da ottimizzare tutto al meglio.

Materiali della struttura

La struttura di un rifugio antiatomico deve contraddistinguersi su materiali altamente resistenti: le opzioni che più vanno di moda sono il cemento, perché perfettamente in grado di sorreggere al meglio pesi di una certa consistenza, la lamiera che, per quanto non isolante e costosa, risulta incredibilmente durevole e, soprattutto a prova d’acqua, e infine i mattoni, resistentissimi, ma non certamente low cost.

Per la struttura, il legno va evitato sia perché a rischio incendi sia perché può facilmente provare delle infestazioni, marcendo nel breve periodo.

Profondità di un rifugio antiatomico

Per quanto riguarda la posizione del rifugio antiatomico, si consideri che deve essere tra un minimo di 1,5 metri di profondità e un massimo pari a 3 metri. Non è possibile realizzare un vanto ancora più interrato, perché poi la via di uscita potrebbe venire ostacolata, nella circostanza di eventuali crolli.

Le mura

Lo spessore delle mura, realizzate in cemento armato, varia dai 30 agli 80 centimetri. Fondamentale, però, è che la struttura riesca a resistere al meglio alla spinta laterale, in caso di possibile esplosione.

Due porte

Le porte di un bunker antiatomico sono in genere due: si contraddistinguono per la natura blindata, per il ricorso a materiali di qualità, come l’acciaio e il cemento armato, per uno spessore il più delle volte maggiore di 20 centimetri e per un’apertura verso l’esterno.

Arredamento

L’arredamento in un bunker antiatomico deve essere volontariamente minimalista: un paio di brandine, qualche elettrodomestico per cucinare e una radiolina per ascoltare le news provenienti dal mondo esterno sono gli unici componenti che è bene che non manchino mai.

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Altri servizi in dotazione

Tra gli altri servizi in dotazione, presenti in un bunker antiatomico, occorre prestare attenzione all’impianto di areazione, al sistema di ventilazione che rinnova l’aria tramite valvole e condotti di aspirazione, ai servizi igienici, all’impianto per la rimozione dei rifiuti, capaci di trasformare gli escrementi in fertilizzanti, e al sistema di filtraggio in grado di depurare l’acqua corrente in caso di contaminazione.

Quest’ultimo aspetto tende però a far lievitare sensibilmente i costi, tanto è vero che solo di rado capita di vederlo nella fase di progettazione.

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Quanto tempo è possibile sopravvivere all’interno di un bunker?

La presenza di scorte di cibo e di acqua incide sensibilmente sui tempi di sopravvivenza. Al riguardo, è opportuno considerare che a fronte di maggiore grandezza della superficie, tanto più sarà lo spazio disponibile, dove poter tenere da parte le bevande e i cibi a lunga conservazione. Gli addetti ai lavori, chiamati a ora in causa per la realizzazione di rifugi antiatomici domestici, sono dell’idea di fondo che all’interno di un bunker sia possibile sopravvivere per un lasso di tempo che va da 1 a 3 mesi.

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Quanto costa costruire un bunker antiatomico?

Visto il delicato scenario, sono in molti che si chiedono se la costruzione di un bunker sia un’operazione che tutti possono effettivamente permettersi. Diciamolo subito: non proprio. I costi, tuttavia, come già anticipato, non sono però proibitivi, come invece si potrebbe credere erroneamente nell’immaginario collettivo.

Prima di ragionare sui costi, sarebbe necessario chiedersi se si dispone di sufficiente spazio per poter realizzare il bunker antiatomico e, soprattutto, dove costruirlo nell’eventualità. Qualora ciò non risultasse possibile, bisognerebbe optare per l’acquisto di un terreno. Per ovvi motivi, ciò non farebbe altro che portare a un sensibile incremento dei costi.

Per la costruzione di un bunker, di fatto, la spesa media si aggira dai 2.000 ai 3.000 euro al metro quadro. Con superfici di media grandezza, attorno ai 30 o ai 40 metri quadri, i costi in media si attestano tra i 60.000 e i 90.000 euro.

Per soluzioni maggiormente elitarie, di dimensioni che oltrepassano i 100 metri quadrati, i costi di costruzione oscillano poi tra i 200.000 e i 300.000 euro. Quindi, possono superare in tutta tranquillità quelli di un appartamento.

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Tempi di realizzazione

Quanto tempo ci vuole per realizzare un bunker antiatomico? La progettazione di un ambiente antiatomico non richiede solamente cospicui investimenti economici, ma anche tempo. La stampa si è occupata di contattare le ditte italiane, leader nella costruzione di vani interrati. Ciò che è emerso è che per portare a termine un lavoro di questo tipo, occorrono come minimo un paio di mesi.

Insomma, per realizzare un ambiente antiatomico richiede investimenti economici consistenti ma anche tempo. Svizzera e Stati Uniti d’America sono avanti anni luce rispetto all’Italia nella costruzione di bunker antiatomici

Questo, in definitiva, è ciò che occorre sapere per quanto riguarda i costi e i permessi inerenti alla costruzione di un bunker antiatomico. Ad oggi, rispetto all’Italia, c’è da dire che alcuni Paesi sono molto più avanti. La Svizzera, a tal proposito, è uno di questi. Quasi la totalità della popolazione ha un rifugio antiaereo, perché una legge degli Anni Sessanta ha reso obbligatoria la costruzione di rifugi privati sotto terra. Chi non lo ha, paga 600 franchi per poter trovare posto all’interno di un bunker comune.

Negli Stati Uniti d’America numerose abitazioni possono contare su rifugi antiatomici fai da te, semplici da raggiungere: qui, in genere, la loro funzione è quella di fare da deposito. Spesso è l’amministrazione locale che si occupa di dare il via ai lavori relativi alla costruzione di rifugi pubblici, volti a proteggere la comunità. Alcuni rifugi moderni, in possesso di pochi fortunati, sono accessoriati al tal punto da garantire una sorta di tranquillità in caso di epidemie o di guerre.

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Conclusioni

Tirando le somme, il terrore della reattività e l’incubo di un conflitto nucleare rientrano tra le motivazioni che spingono sempre più individui a verificare la fattibilità del progetto relativo a un bunker antiatomico nella propria abitazione. Si tratta senza ombra di dubbio di una scelta assolutamente impensabile sino a poco tempo fa.



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TAGS: bunker, bunker antiatomici, corte cassazione, dia, sentenza 1944

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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