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Assegno di inclusione: cos’è, a chi spetta, come funziona

L’Assegno di Inclusione prevede un valore minimo di 480 euro al mese, al quale si può aggiungere un’ulteriore quota di 280 euro mensili per la spesa dell’affitto.

Assegno di inclusione: cos’è, a chi spetta, come funzionaAssegno di inclusione: cos’è, a chi spetta, come funziona
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L’attuale contesto socio-economico richiede un’attenzione costante nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, che spesso si trovano in una situazione di svantaggio economico e sociale.

A tale proposito, è stata introdotta una nuova misura di supporto economico e inclusione sociale, chiamata Assegno di Inclusione (ADI), che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° Gennaio 2024.

L’Assegno di Inclusione prevede un valore minimo di 480 euro al mese, al quale si può aggiungere un’ulteriore quota di 280 euro mensili per la spesa dell’affitto. Questa misura è destinata ai nuclei familiari che ospitano almeno un membro disabile, un minore, un anziano con più di 60 anni o una persona con invalidità civile.

L’obiettivo principale è quello di fornire un sostegno economico alle famiglie più vulnerabili, favorendo l’inclusione sociale e professionale delle persone in situazione di svantaggio. Si tratta di una misura molto importante, che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone che ne beneficiano e di promuovere una maggiore equità sociale.

Il nostro intento è quello di offrire un supporto completo ai nostri lettori, fornendo tutte le indicazioni indispensabili sull’Assegno di Inclusione, le sue modalità di accesso, i requisiti necessari per potervi accedere e le relative normative.

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Cos’è l’assegno di Inclusione

Come detto l’assegno di Inclusione (ADI) rappresenta una misura di sostegno economico e di inclusione sociale, destinata a sostituire il Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° Gennaio 2024. Il sussidio, che ammonta a non meno di 480 euro al mese, può essere integrato da un ulteriore importo mensile di 280 euro per coloro che affittano una casa.

Possono richiederlo i nuclei familiari che includono almeno una persona disabile, un minore, un ultra 60enne, o un individuo con invalidità civile. Tuttavia, per potervi accedere, è necessario possedere un ISEE non superiore a 9.360 euro annui e soddisfare requisiti specifici in termini di cittadinanza, reddito e patrimonio.

Leggi anche: Il nuovo portale unico ISEE: la guida al nuovo sistema INPS

Qualora nel nucleo familiare sia presente una persona di età superiore ai 67 anni o un individuo gravemente disabile di qualsiasi età, l’assegno di inclusione diventa la nuova pensione di cittadinanza. Tuttavia, per avere diritto a questa forma di sostegno, oltre all’ISEE non superiore a 9.360 euro, il reddito familiare non deve superare i 7.560 euro, e il patrimonio immobiliare non può superare i 10.000 euro. In questo caso, l’importo del sussidio aumenta a 630 euro al mese, cui possono essere aggiunti fino a 3.360 euro all’anno per l’affitto.

Proviamo ad approfondire, chi sono i destinatari dell’Assegno di Inclusione introdotto dal Decreto lavoro 2023, i requisiti richiesti, il funzionamento e tutte le informazioni utili.

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Requisiti per ottenere l’Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione spetta ai nuclei familiari che soddisfano determinati requisiti. In particolare, per averne diritto è necessario che all’interno del nucleo familiare vi sia almeno uno dei seguenti componenti:

I nuclei familiari che presentano la richiesta per l’ADI devono soddisfare una serie di requisiti, come ad esempio il possesso della cittadinanza italiana o di uno degli Stati dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo o di un altro Stato con cui è stato stipulato un accordo internazionale in materia di sicurezza sociale. È necessario che il nucleo familiare non superi determinati limiti di reddito e patrimonio e che non possieda immobili diversi dalla prima casa.

Non hanno diritto all’ADI i componenti del nucleo familiare disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa e le risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro.

È importante sottolineare che viene erogato in misura differenziata in base alla composizione del nucleo familiare e alla situazione economica del medesimo. L’importo viene determinato sulla base di un’indagine ISEE, che tiene conto di vari elementi, tra cui il reddito del nucleo familiare, il numero dei suoi componenti e la presenza di eventuali disabilità.

Rappresenta quindi un importante strumento di sostegno per i nuclei familiari che si trovano in condizioni di fragilità economica e sociale. Grazie a questa misura, è possibile garantire un aiuto concreto alle persone con disabilità, ai minori, agli anziani e a coloro che sono affetti da patologie che limitano la loro capacità lavorativa e di sostentamento.

I requisiti di cittadinanza sono una serie di condizioni che devono essere soddisfatte da un richiedente per poter accedere a determinati servizi o benefici pubblici. Nel caso dell’Assegno di Inclusione, uno dei requisiti fondamentali riguarda la cittadinanza italiana. Infatti, solo i cittadini italiani possono farne richiesta.

Esistono però alcune eccezioni per i cittadini di altri paesi che hanno determinati titoli di soggiorno o permessi di soggiorno specifici. In particolare, i cittadini di paesi dell’Unione Europea, dello Spazio Economico Europeo e della Svizzera possono accedervi se sono titolari di un Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Inoltre, i cittadini extracomunitari possono accedere all’ADI se sono in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari o per cure mediche.

In ogni caso, per accedere all’ADI, il richiedente deve dimostrare di essere in possesso dei requisiti di cittadinanza previsti dalla legge. Tali requisiti devono essere soddisfatti sia al momento della presentazione della domanda che per tutta la durata dell’erogazione dell’assegno. Il richiedente deve fornire tutta la documentazione richiesta per dimostrare il proprio status di cittadinanza o di titolare di un permesso di soggiorno valido.

Quindi la cittadinanza italiana è il requisito principale, ma esistono alcune eccezioni per i cittadini di altri paesi che hanno specifici permessi di soggiorno. In ogni caso, il richiedente deve dimostrare di soddisfare tutti i requisiti di cittadinanza previsti dalla legge.

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Condizioni finanziarie per l’Assegno di Inclusione

Per quanto riguarda i requisiti economici, il nucleo familiare del richiedente deve avere un reddito complessivo inferiore alla soglia stabilita per l’accesso al beneficio. Questo reddito varia in base alla composizione del nucleo familiare e alla zona geografica in cui si vive.

Il richiedente non deve possedere immobili diversi dalla casa di abitazione, ad eccezione di quelli concessi in comodato d’uso gratuito o quelli non utilizzati per scopi commerciali. Non devono essere presenti conti correnti con un saldo superiore alla soglia stabilita.

Per quanto riguarda i requisiti sul tenore di vita, il nucleo familiare non deve possedere beni o risorse economiche tali da garantire un livello di vita superiore alla media. Il richiedente per esempio non deve essere proprietario o conduttore di autovetture di cilindrata superiore ai 1.600 cc o motocicli di cilindrata superiore ai 250 cc.

È importante sottolineare che i requisiti economici e quelli sul tenore di vita sono soggetti a periodiche revisioni e adeguamenti, in base all’andamento economico del Paese e alle politiche sociali adottate dal governo.

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Elementi esclusi dal calcolo del reddito per l’ADI

L’ADI prevede alcuni elementi esclusi dai requisiti per poter accedere al beneficio. In particolare, non sono considerati ai fini del reddito complessivo e dei beni patrimoniali i seguenti elementi:

  • l’indennità di accompagnamento per i disabili,
  • la prestazione di invalidità civile e quella di guerra,
  • la pensione sociale per gli anziani,
  • l’assegno sociale per i nuclei familiari numerosi
  • la pensione ai superstiti.

Non sono considerati ai fini del reddito complessivo i contributi versati per l’assistenza sanitaria integrativa, l’assicurazione sulla vita e sulla salute, nonché i versamenti effettuati nei fondi pensione complementari e nei piani individuali di risparmio previdenziale.

È importante sottolineare che questi elementi non sono considerati come reddito o patrimonio ai fini del calcolo dell’ADI, ma solo in relazione ai requisiti economici necessari per l’accesso al beneficio. Anche i contributi volontari versati ai fondi pensione o ai piani individuali di risparmio previdenziale non sono computati ai fini del reddito e del patrimonio.

In generale, questi elementi esclusi dai requisiti permettono di garantire un’equa distribuzione del beneficio a coloro che ne hanno effettivamente bisogno, senza penalizzare coloro che hanno scelto di aderire a polizze assicurative o di risparmiare per il futuro.

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Come e quando viene erogato l’ADI

L’Assegno di Inclusione (ADI) verrà erogato mensilmente dall’INPS direttamente al richiedente, tramite bonifico bancario o postale. Il pagamento dell’ADI avviene a partire dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta, fino al termine della validità del beneficio. La durata dell’ADI è variabile e dipende dalle condizioni del richiedente, ma in genere non può superare i 3 anni e può essere prorogato previa verifica dei requisiti.

Per quanto riguarda il calcolo dell’importo dell’ADI, questo tiene conto del reddito ISEE del nucleo familiare di appartenenza del richiedente. In particolare, l’importo verrà determinato in modo da garantire un livello minimo di reddito, integrando eventualmente il reddito ISEE con l’ADI. Nel caso in cui il nucleo familiare non presenti un ISEE, l’importo verrà stabilito in base al valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) corrispondente al nucleo familiare tipo.

È importante sottolineare che l’ADI non può essere cumulato con altre prestazioni o sussidi economici a carattere assistenziale o previdenziale, come ad esempio la pensione di invalidità civile, l’assegno sociale, l’indennità di accompagnamento e l’assegno al nucleo familiare. Tuttavia, è possibile cumulare l’ADI con il Reddito di Cittadinanza, purché il reddito complessivo del nucleo familiare non superi determinati limiti di reddito.

In sintesi, l’ADI viene erogato mensilmente e tiene conto del reddito ISEE del nucleo familiare. La durata dell’ADI varia in base alle condizioni del richiedente, ma in genere non può superare i 3 anni. E non può essere cumulato con altre prestazioni o sussidi economici a carattere assistenziale o previdenziale.

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Conclusioni

Questo strumento è un sostegno economico destinato ai nuclei familiari che presentano almeno uno dei requisiti previsti dalla legge. La richiesta dell’ADI deve essere presentata alla sede dell’INPS competente per territorio, che si occuperà della valutazione dei requisiti e dell’erogazione del beneficio.

È importante ricordare che per avere diritto all’ADI è necessario possedere i requisiti di cittadinanza, economici e sul tenore di vita, nonché non rientrare tra gli elementi esclusi dalla legge. L’ADI viene erogato mensilmente e la sua durata è stabilita in base alla tipologia del nucleo familiare e alla presenza di eventuali variazioni dei requisiti.

L’ADI rappresenta un importante strumento di sostegno alle famiglie in difficoltà, al fine di favorire l’inclusione sociale e il miglioramento del tenore di vita.



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TAGS: ADI, Assegno di Inclusione, pensione di cittadinanza

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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