Confermato anche per l’anno prossimo il cosiddetto Fondo Morosità Incolpevole. Prevede un sostanziale contributo per le famiglie italiane che non riescono a pagare l’affitto di casa per motivi che non dipendono dalla loro volontà.
Il Fondo viene stanziato dallo Stato per mano del MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Il progetto va avanti da tempo, ed è stato istituito con il decreto-legge n.102 del 31 agosto 2013. Il piano di 6 anni (2014-2020) ha previsto una disposizione di contributi complessivi pari a 265 milioni di euro.
Advertisement - PubblicitàSolo nel 2019, il MIT ha distribuito alle Regioni ben 46 milioni di euro, che è probabile si ripeteranno anche per il 2020. Ma che cos’è il Fondo Morosità Incolpevole?
Si tratta di un sussidio per le famiglie che vivono in affitto, e che, per ragioni oggettive di insufficienza economica, non riescono a pagare il canone di locazione, e sono quindi dei morosi “senza colpa”. L’obbiettivo è quello di aiutare le classi sociali più deboli, e al contempo di ridurre la morosità, assicurando ai proprietari di casa il pagamento dell’affitto.
Il Fondo Morosità Incolpevole viene così descritto dal Ministero come “situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo in ragione della perdita o della consistente riduzione della capacità di reddito del nucleo familiare”. Le “situazioni” secondo cui si risulta idonei a ricevere il fondo possono essere le seguenti:
Le famiglie, per ottenere il Fondo dovranno dimostrare di aver ricevuto un provvedimento di sfratto per morosità, quindi per non aver potuto pagare l’affitto. Inoltre è necessario che tra il conduttore e il locatore sia stato fatto un contratto regolare registrato.
Ogni famiglia potrà ottenere un massimo di 12 mila euro. Il MIT non stanzierà i fondi in maniera diretta a chi ne ha bisogno, ma li distribuirà alle Regioni. Queste, a loro volta, li ripartiranno tra le Province, che li metteranno a disposizione per i Comuni. Per questo motivo, le famiglie che vorranno fare domanda dovranno farlo presso il proprio Comune di residenza.
Costituirà un requisito preferenziale la presenza in casa di una persona:
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