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Ritiro dedicato 2024: cos’è, come funziona, quanto paga, conviene?

Il ritiro dedicato, noto anche con l’acronimo RID, è la modalità semplificata con cui il proprietario di un impianto fotovoltaico può vendere l’energia elettrica in eccesso e immetterla nella rete nazionale ottenendo dei ricavi.

Ritiro dedicato 2024: cos’è, come funziona, quanto paga, conviene?Ritiro dedicato 2024: cos’è, come funziona, quanto paga, conviene?

Negli ultimi anni, sempre più persone hanno deciso di installare un impianto fotovoltaico per produrre in autonomia energia elettrica, ottimizzare i consumi e avere anche la possibilità di ottenere dei ricavi dalla vendita dell’energia in eccesso.

Chi ha già un impianto fotovoltaico avrà sicuramente sentito parlare di ritiro dedicato e di semplificazione delle procedure per la commercializzazione dell’energia elettrica, ma non tutti conoscono nel dettaglio come funziona e quali sono i requisiti per accedervi.

In questo articolo vedremo nel dettaglio cos’è il ritiro dedicato 2024, se è conveniente e quanto si può ottenere dalla vendita di energia elettrica.

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Cos’è il ritiro dedicato?

Prima di illustrarvi quali sono le novità per il ritiro dedicato 2024, è opportuno conoscere nel dettaglio come funziona questa procedura di vendita di energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici.

Il ritiro dedicato, noto anche con l’acronimo RID, è la modalità semplificata con cui il proprietario di un impianto fotovoltaico può vendere l’energia elettrica in eccesso e immetterla nella rete nazionale ottenendo dei ricavi. Il RID è stato introdotto nel 2008 dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per snellire le pratiche burocratiche relative alla commercializzazione dell’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico e diventare una valida alternativa al libero mercato.

Il ritiro dedicato differisce nelle modalità di accesso dallo scambio sul posto, una procedura sviluppata per i proprietari di piccoli impianti fotovoltaici, che non devono immettere l’energia in eccesso sul mercato nazionale. Lo scambio sul posto non sarà più attivo dalla fine del 2024 e anche chi ha scelto questa modalità di compensazione dell’energia elettrica dovrà richiedere il ritiro dedicato.

Approfondisci: Scambio sul Posto: cos’è, come funziona e le novità per il 2024

Nella formula del RID entrano in contatto diretto due figure: il produttore di energia elettrica da fotovoltaico e GSE, che acquista la componente energia e la immette nella rete nazionale. Quando si installa un impianto di pannelli fotovoltaici e si sceglie il ritiro dedicato, si ha sempre diritto a un compenso per la vendita dell’energia in eccesso, tale ricavo viene stabilito in base al numero dei kWh scambiati, ai prezzi medi mensili per fascia oraria e zona di mercato.

Si parla di ritiro dedicato 2024 perché il GSE aggiorna periodicamente i prezzi minimi medi e in base a questi valori si può calcolare in anticipo e con abbastanza precisione i ricavi ottenuti dalla produzione e vendita di energia elettrica.

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Come accedere al RID

Come abbiamo sottolineato nel paragrafo precedente, per accedere e richiedere il ritiro dedicato è necessario possedere dei requisiti, soprattutto relativi alla struttura e alla potenza dell’impianto fotovoltaico. I requisiti per richiedere e ottenere il RID sono specificati sul sito ufficiale GSE, aggiornato alle ultime norme in materia di impianti fotovoltaici.

La vendita dell’energia elettrica può derivare non soltanto dagli impianti fotovoltaici ma anche da altri sistemi, ad esempio quelli eolici, geotermici, del moto ondoso, ecc.

Per accedere al RID è necessario che l’impianto abbia una potenza inferiore ai 10 MVW e che venga alimentato da fonti rinnovabili. Per consentire a tutti di poter vendere la propria energia in eccesso, sempre GSE precisa che è possibile accedere al RID a prescindere dalla potenza dell’impianto, è solo fondamentale che sia un sistema alimentato da fonti rinnovabili:

  • centrali ibride;
  • eolica;
  • idraulica;
  • geotermica;
  • moto ondoso e maremotrice.

IL RID è consentito anche a tutti coloro che producono energia tramite fonti non rinnovabili, sempre a patto che l’impianto abbia una potenza nominale inferiore ai 10 MVW. L’accesso ai ricavi per la produzione di energia elettrica sono concessi anche ai proprietari di impianti con potenza uguale o superiore ai 10 MVW, ma attenzione si parla solo di sistemi alimentati con fonti rinnovabili.

Se si rispettano i requisiti sopraindicati si può inoltrare la domanda per il RID, che dovrà essere presentata in via telematica, seguendo le indicazioni del Gestore dei Servizi Energetici.

Oltre alle indicazioni per chi vuole sfruttare il sistema semplificato, vengono indicate alcune esclusioni, ad esempio non possono beneficiare del RID gli impianti che sono stati costruiti beneficiando degli incentivi con tariffa onnicomprensiva.

I produttori che hanno installato degli impianti alimentati da fonti rinnovabili grazie agli incentivi statali hanno avuto la possibilità di scegliere la cosiddetta “tariffa onnicomprensiva” che comprende anche gli eventuali ricavi.

Tutti gli impianti che rientrano in questa categoria non possono ottenere il ritiro dedicato, visto che hanno scelto di ottenere una tariffa che comprende sia gli incentivi che i guadagni. Per conoscere quali sono i sistemi alimentati da fonti rinnovabili, sempre sul GSE vi è un elenco dettagliato, ma in generale rientrano quelli che hanno ottenuto gli incentivi nel 2008, 2012 e 2016.

La richiesta di RID deve essere inoltrata nel momento in cui si attiva l’impianto e può essere anche delegata a un consulente della ditta installatrice o a un tecnico specializzato.

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Come compilare la domanda per il ritiro dedicato 2024

Per accedere al sistema del ritiro dedicato 2024 è necessario inoltrare una domanda tramite il portale gestito da GSE e compilarla con tutti i dati richiesti. Nella domanda bisognerà inserire i dati dell’impianto, già presenti nel sistema Gaudì di Terna e che possono essere ricavati anche dalla documentazione fornita dalla ditta installatrice o dal tecnico che ha realizzato il progetto costruttivo.

Se l’impianto è già registrato, i campi saranno compilati in automatico e si potrà proseguire con gli altri campi, ad esempio con la localizzazione (indirizzo, zona di mercato, comune) e con le caratteristiche tecniche. Completate queste sezioni si dovrà specificare se ci sono degli accumuli o se non si tratta di impianto fotovoltaico e per finire si dovranno inserire i propri dati bancari.

Quando la domanda sarà completa, il sistema invierà una conferma per l’avvenuta richiesta di RID e sarà inoltrato il contratto al richiedente. In alternativa all’invio dell’istanza di ritiro dedicato 2024 si può utilizzare la procedura semplificata che viene effettuata insieme alla domanda di connessione dell’impianto tramite il Modello Unico.

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Quanto paga il RID?

Per comprendere se il ritiro dedicato 2024 sia davvero conveniente è opportuno calcolare quanto si può ottenere dalla produzione e vendita di energia elettrica nella rete nazionale. Ogni produttore può ottenere dei ricavi dalla vendita dell’energia elettrica basandosi sul sistema del prezzo medio mensile, stabilito e aggiornato dal Gestore nazionale.

Il prezzo medio per l’elettricità viene calcolato tenendo conto di alcuni parametri: fasce orarie, zone di mercato e valore. I primi due valori sono prestabiliti a priori, mentre il valore è variabile e si aggiorna periodicamente, ad esempio nel 2024 è stato modificato il 31 gennaio e sarà valido per i prossimi mesi.

Il calcolo è diverso in base alle zone di mercato, che sono così individuate: Nord, Centro Nord, Centro Sud, Sud e le regioni della Sardegna, Calabria e Sicilia, un dato che può fare la differenza in termini di ricavi. Il secondo parametro riguarda le fasce orarie, una suddivisione che comprende sia gli orari giornalieri che i diversi giorni della settimana.

L’ultimo indicatore per stabilire il prezzo medio mensile per la vendita dell’energia elettrica è stabilito dal GSE, che lo pubblica sul suo sito ufficiale o sulle pagine specializzate. Per comprendere la convenienza del RID, si possono leggere i dati forniti da GSE nella sezione documenti del suo sito, relativi agli ultimi mesi del 2024.

Se si leggono i prezzi mensili medi applicati nel mese di marzo, si può già avere un’indicazione di quali saranno i ricavi, considerando sempre le tre fasce orarie e la zona di mercato. A marzo, se si ha un impianto fotovoltaico collocato nella zona Centro Sud e si considera la fascia oraria F1, si avrà un prezzo medio pari a 89,59 € al MWh, un valore che scende leggermente se si leggono i dati relativi alla fascia F2 e F3, rispettivamente di 70,97 € e 58, 71 €.

I prezzi medi sono molto variabili difatti se si considerano i primi cinque mesi del 2024, si può subito notare che a gennaio, febbraio e marzo si hanno dei ricavi più consistenti, mentre ad aprile si ha una diminuzione del prezzo medio e una leggera risalita a maggio.

Il RID è sicuramente più conveniente se si ha un impianto fotovoltaico o alimentato da altre fonti rinnovabili situato nel Nord e nel Centro Nord, ma bisogna sempre considerare i cambiamenti climatici e la volatilità del prezzo medio mensile. Il produttore di energia elettrica ha la possibilità di scegliere se aderire al prezzo zonale orario, che considera i parametri sopraindicati, quindi la zona di mercato e la fascia oraria o il prezzo minimo garantito (PMG) che viene stabilito ogni anno dall’ARERA.

La scelta tra i due prezzi dipende dalla potenza dell’impianto, dalla zona di mercato in cui si trova e soprattutto dalla convenienza della componente energia, che per il 2024 è stata stabilita a 4 centesimi per kWh immesso nella rete elettrica.

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Conviene il ritiro dedicato?

Ora che sappiamo quanto paga il ritiro dedicato 2024 è opportuno chiedersi se sia conveniente e quale tipo di regime di prezzi aderire. I produttori di energia elettrica che dispongono di grandi impianti, avranno sicuramente più possibilità di ottenere dei ricavi se considerano il sistema del prezzo minimo garantito, a prescindere dalla zona e dalla fascia oraria.

Se si ha un impianto fotovoltaico o eolico di piccole e medie dimensioni, la scelta può essere più difficile e deve essere valutata attentamente. Ad esempio, se l’impianto si trova in una zona particolarmente ventosa o soleggiata in determinate ore del giorno, sarà sicuramente più conveniente optare per il prezzo zonale orario (PO), soprattutto se si hanno bassi consumi e si produce molta energia elettrica in eccesso.

Il discorso cambia nettamente se l’impianto non è collocato in zone particolarmente soleggiate e si vuole comunque ottenere un ricavo dall’energia prodotta in più, in questo caso sarà opportuno scegliere il prezzo minimo garantito. Qualunque sia il sistema dei prezzi scelto, il ritiro dedicato è sempre conveniente perché permette di ottenere dei ricavi dall’energia che non si consuma e di recuperare nel tempo l’investimento iniziale.

Rispetto allo scambio sul posto, che non sarà più in vigore, il ritiro dedicato è soprattutto conveniente per chi possiede o decide di installare degli impianti da fonti rinnovabili di grande potenza energetica.



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TAGS: energia, fotovoltaico, rinnovabili, ritiro dedicato, tariffa onnicomprensiva, vendita energia

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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