La Commissione Europea ha approvato il Decreto Fer 2, una misura che promuove e sostiene la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili non pienamente mature o con costi operativi elevati.
Si tratta di un progetto ambizioso e di indiscutibile utilità per le aziende, che ha l’obiettivo principale di incentivare la realizzazione di impianti alimentati con fonti rinnovabili per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione ecologica dell’Italia.
Tutto ciò rientra nei piani del Green Deal Europeo, che punta al raggiungimento di emissioni zero nel più breve tempo possibile.
Sommario
Come anticipato, la misura in questione sosterrà la produzione di nuovi impianti basati su tecnologie innovative o non ancora pienamente mature. Ricadono all’interno di questa definizione gli impianti geotermici a emissioni nulle e quelli alimentati a gas o biomasse, l’eolico offshore, il fotovoltaico galleggiante, gli impianti da energia mareomotrice o qualsiasi altra forma di energia derivata dal mare (come moto ondoso), e gli impianti solari termodinamici.
Il termine per l’entrata in funzione degli impianti potrà subire oscillazioni in base al tipo di tecnologia utilizzata, variando da 31 a 60 mesi.
I progetti verranno selezionati mediante una procedura di gara in cui i beneficiari esporranno il prezzo di riferimento necessario per la realizzazione dell’opera, calcolato in base a molteplici parametri, fra i quali anche l’area in cui dovrà sorgere.
Se verrà accettato, il sostegno verrà erogato sotto forma di contratto bidirezionale per differenza col prezzo di esercizio (strike price) per ogni kWh di energia prodotto e immesso nella rete.
Quando il prezzo di riferimento sarà inferiore a quello di esercizio, il beneficiario riceverà un pagamento pari alla differenza fra i due prezzi, in caso contrario invece sarà lui a dover pagare la differenza allo Stato. Tale modello permetterà ai prezzi di rimanere stabili a lungo e assicurerà sempre ai produttori di energia rinnovabile un rendimento minimo, garantendo al contempo che non vi siano mai compensi extra soglia.
Inoltre, il sostegno durerà per tutta la vita (stimata) dell’impianto.
L’incentivo alle aziende verrà finanziato attraverso un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori, calcolato in 35,3 miliardo di euro, e rimarrà attivo fino al 31 dicembre 2028.
Advertisement - PubblicitàDal momento che questo incentivo economico consiste in un aiuto da parte dello Stato italiano, si è reso necessario il via libera della Commissione europea.
Bruxelles ha dato parere positivo per diversi motivi: la produzione di energia da fonti rinnovabili favorisce lo sviluppo delle aziende, e la sua promozione rientra pienamente nel quadro degli obiettivi strategici dell’UE in materia di obiettivi climatici europei (Green Deal e REPowerEU). L’Europa ha valutato positivamente la misura giudicandola proporzionata e fornita di tutte le misure di salvaguardia indispensabili. Oltre a questo, il decreto produce effetti benefici a prescindere da tutte le eventuali distorsioni della concorrenza.
Il testo del Decreto Fer 2, per il momento esistente solo in forma di bozza, sarà presto analizzato dal Ministero per ottenere la firma necessaria. Di seguito verrà trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione e successivamente sarà pubblicato in gazzetta ufficiale.
Trenta giorni dopo la pubblicazione, come vuole la regola, potrà essere pienamente operativo (verranno emanate le Regole Operative con decreto del Ministero).
Advertisement - PubblicitàNon tutti gli impianti a fonti rinnovabili possono accedere al sostegno, ma solo quelli che presentano alcuni requisiti. La prima condizione necessaria è essere in possesso di un titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto. Occorre anche fornire un preventivo di connessione alla rete elettrica accettato. All’allegato 2 del decreto Fer 2, sono indicati invece i requisiti minimi prestazionali e ambientali da rispettare.
Per quanto riguarda gli impianti a biogas, la potenza nominale non deve essere superiore a 300 kW elettrici; quelli a biomasse non devono invece superare i 1000 kW.
Vi sono delle limitazioni anche per quanto riguarda gli impianti eolici: nel caso in cui siano offshore su fondazioni fisse, devono avere una distanza dalla costa di almeno 12 miglia nautiche.
In sostanza, per accedere alla procedura, gli impianti devono rispettare i requisiti prestazionali e ambientali minimi, e qualora la potenza sia superiore a 300 kW, dovranno offrire una riduzione percentuale di almeno il 2% rispetto alla tariffa di riferimento (tutti i dettagli in merito sono indicati nell’allegato 1).
Advertisement - PubblicitàNel decreto vi sono informazioni dettagliate per ogni tipo di situazione. In caso di progetti di grandi dimensioni, ad esempio, la valutazione verrà accelerata. Inoltre, sono esposti chiaramente i tempi massimi per la realizzazione degli impianti e vengono evidenziate le modalità di erogazione delle tariffe.
Viene anche specificato che gli incentivi sono cumulabili, ma solo con determinati altri meccanismi di aiuto, ovvero per gli impianti di nuova costruzione in misura non eccedente il 40% del costo dell’investimento, con i fondi di rotazione e di garanzia, e con tutte le agevolazioni fiscali erogate sotto forma di credito di imposta o detassazione del reddito di impresa per investimenti in macchinari.
Secondo il ministro Gilberto Pichetto, il via libera della Commissione europea al decreto rappresenta un passo in avanti essenziale per la realizzazione degli obiettivi energetici, e arriva dopo un confronto lungo e talvolta faticoso con le istituzioni europee. Il provvedimento darà una spinta propulsiva alla decarbonizzazione e permetterà all’Italia di attivare pienamente nuove tecnologie.
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