Era sempre in continuo aggiornamento il grande Piano per l’Edilizia Scolastica che il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha messo in atto da qualche anno. Ci sono stati tantissimi finanziamenti per ricostruire, mettere in sicurezza, riammodernare ed efficientare le scuole del nostro Paese.
Anche per il 2020, il MIUR ha ribadito più volte che sarebbero stati recuperati altri 98 milioni di euro da destinare alla sicurezza delle scuole, e che sarebbero stati organizzati nuovi bandi per la divisione del denaro.
Oggi tutto sembra di nuovo in dubbio, e la notizia arriva freschissima. Fioramonti si è dimesso, e dice di averlo fatto perché il Governo non voleva stanziare i fondi necessari per gli interventi di edilizia scolastica. Ma adesso cosa accadrà?
Advertisement - PubblicitàLorenzo Fioramonti, che era il nostro Ministro dell’Istruzione, ha presentato le dimissioni. Le dinamiche ancora non sono ben chiare, ma sembra che l’abbia fatto per “spaventare” il Presidente Conte e il M5S, e che non volesse lasciare sul serio la sua carica. Egli afferma di aver manifestato più volte la necessità di mettere l’edilizia scolastica come priorità negli affari di Stato, ma probabilmente chi governa non era d’accordo. La scuola è la vera base su cui si fonda un Paese, e il Governo italiano sembra non averlo ancora capito.
L’ormai ex-Ministro dell’Istruzione, prima che venisse stilata la Legge di Bilancio 2020 ufficiale, aveva detto che se il Governo non avesse accettato di stanziare più fondi per le scuole, lui avrebbe lasciato il suo ruolo. Egli afferma che le scuole in Italia si trovano in condizioni pessime, e che servirebbero circa 24 miliardi di euro per compiere gli interventi necessari in tutto il territorio nazionale.
Continua dicendo che gli ultimi stanziamenti effettuati per questo scopo sono stati 3 miliardi di euro, che oltretutto lui stesso ha individuato. Questi sono stati utili, certamente si tratta di una bella cifra, ma non è sufficiente in alcun modo. E lamenta il fatto che quando i fondi servono all’istruzione, non si trovano mai. Quando invece sono necessari per altri scopi, il Governo è sempre pronto a stanziare migliaia di euro.
Conclude dicendo che l’Italia è il Paese che investe meno denaro tra tutti per le scuole. E che allo stesso tempo registra il maggior numero di NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro). Senza contare l’enorme portata del fenomeno della fuga dei cervelli, che ogni anno porta via all’Italia talenti, risorse e competenze preziosissime, e che invece arricchisce continuamente gli altri paesi.
Advertisement - PubblicitàQuando è stata pubblicata la Legge di Bilancio 2020, Fioramonti ha visto che i fondi destinati all’edilizia scolastica erano di importo ben minore di quanto sarebbe necessario. Così, mantenendo la sua promessa, il 23 dicembre 2019 ha inviato la comunicazione delle sue dimissioni al Presidente del Consiglio. È probabile però che questo fosse un modo per lanciare un segnale forte. Un modo per dire “faccio sul serio”, e non che volesse davvero abbandonare il suo ruolo.
Conte però sembra aver preso in parola le dimissioni di Fioramonti, e le ha accettate. Ora ci chiediamo tutti come continuerà il Piano per l’Edilizia Scolastica. E se lo stanziamento degli ulteriori 98 milioni di euro promessi per il 2020 sarà davvero approvato oppure ci sarà qualche cambiamento.
Non ci resta che attendere nuovi aggiornamenti.
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