Con il termine edilizia scolastica si intendendo tutte le azioni messe in atto per la costruzione di un edificio adibito a uso scolastico. In particolare si considerano scolastiche le attività che prevedono il coinvolgimento diretto di un alunno.
Con l’introduzione della riforma Gelmini è avvenuta una classificazione per distinguere i diversi edifici per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per la scuola superiore di primo e secondo grado.
Rientrano quindi in questa categoria anche le università, ma non gli asili e i nidi in quanto non c’è un coinvolgimento diretto del bambino.
Sommario
Il certificato di collaudo statico, dal punto di vista normativo, riguarda il giudizio sul comportamento e le prestazioni delle parti dell’opera che svolgono funzioni portanti.
Secondo l’ultimo censimento fatto dall’Anagrafe, la situazione del collaudo statico degli edifici scolastici italiani non è delle migliori. Ciò che si evince è che solo il 53,2% degli edifici ha il collaudo statico e che il 22,3% delle costruzioni sprovviste di questo certificato è stato addirittura costruito prima degli anni ’70.
Ancora peggiori sono i dati riguardanti la prevenzione incendi, di cui il 53,8% degli edifici non ne è risultata in possesso. Bene il piano di emergenza, posseduto dal 78,6% delle scuole e le barriere architettoniche, rimosse nel 74,5% degli edifici.
Per arginare questa situazione il ministro del Miur, Marco Bussetti, ha sbloccato 1 miliardo per gli interventi di prevenzione del rischio sismico e 1,7 miliardi per gli interventi di messa in sicurezza di tutte le scuole italiane. Per migliorare i controlli è prevista anche una mappatura satellitare delle scuole italiane.
Advertisement - PubblicitàIl progetto di una scuola nasce dalla necessità di creare ambienti stimolanti per la conoscenza e creatività degli alunni. Il luogo in cui passano la maggior parte della giornata scolari e docenti deve essere un luogo sicuro pertanto devono essere rispettate le normative di riferimento, i regolamenti e i piani comunali in riferimento a una serie di caratteristiche.
Il Piano d’emergenza di una scuola si compone normalmente di una parte generale e di almeno tre sottopiani: il Piano di prevenzione incendi e lotta antincendio, il Piano d’evacuazione e il Piano di primo soccorso. Lo scopo della parte generale è individuare e descrivere gli scenari delle emergenze più gravi che si possono verificare e fornire le linee guida essenziali per la loro gestione.
Non tutte le emergenze ovviamente sono uguali ma si fa una differenza a seconda che queste ultime abbiano origine all’interno o all’esterno della scuola. Tutte le indicazioni che vengono fatte nei piani, sono valide per l’edificio nello stato di fatto attuale, il che vuol dire che il piano dovrà essere rivisto ogni qualvolta vengano introdotte modifiche di carattere strutturale e/o planimetrico, come ad esempio le modifiche dei percorsi di fuga o dei mezzi antincendio.
I criteri di sicurezza da rispettare riguardano la resistenza al fuoco sia dell’edificio che dei materiali e le vie di fuga attenendosi al piano di fuga in casi di emergenza.
Le nuove linee guida delle Norme tecniche-quadro contengono gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia anche con riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico, produzione di fonti di energia rinnovabili. Queste sono in riferimento alle aule, gli spazi di condivisione, i laboratori, gli aspetti urbanistici, gli impianti tecnologici, i materiali, la sicurezza e gli arredi.
Già con il governo Renzi, nel 2014, ha varato finanziamenti per gli interventi sull’edilizia scolastica. In particolare 150 milioni di euro sono stati stanziati per l’attuazione di misure urgenti in materia di riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole con particolare riferimento a quelle in cui era stata censita la presenza di amianto.
L’art. 3, co. 4-8, del d.lgs. 65/2017, nell’istituire i Poli per l’infanzia, destinati ad accogliere, in un unico plesso o in edifici vicini, più strutture di educazione e di istruzione per bambini fino a 6 anni, ha previsto la destinazione di fondi INAIL, fino ad un massimo di 150 milioni di euro per il triennio 2018-2020, per la costruzione di edifici da destinare a Poli per l’infanzia innovativi.
Advertisement - PubblicitàLa legge di bilancio 2019 ha prorogato fino al 31 dicembre 2019 il termine per i pagamenti connessi alla messa in sicurezza degli edifici scolastici statali. Ha previsto inoltre, dal 2019 al 2033, un piano di finanziamento per mettere in sicurezza le scuole.
Queste misure finanziarie sono state messe in atto nel rispetto della costruzione e dell’adeguamento sia strutturale che antisismico delle scuole.
Anche se non esplicitamente indicata nella Costituzione, l’edilizia scolastica interseca più discipline previste da essa, come ha chiarito la Corte Costituzionale, pertanto spetta ai comuni, nel caso di scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e alle province, per le scuole di istruzione secondaria di secondo grado, la fornitura e la manutenzione sia ordinaria che straordinaria delle scuole.
Lo strumento che permette alle regioni di stipulare mutui e investimenti per l’edilizia scolastica, viene sviluppato mediante la programmazione unica triennale nazionale. Quest’ultima consente interventi di ristrutturazione, messa in sicurezza, miglioramento, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico nonché la riqualificazione di immobili pubblici da destinare a scuole per l’infanzia per l’istruzione dei più piccolo.
Secondo gli accordi dell’ultimo triennio, che va dal 2018 al 2020, le risorse per l’edilizia scolastica sono ripartire tenendo in considerazione determinati criteri come il numero di studenti, il numero di edifici, le zone sismiche e l’affollamento delle strutture. Per questo piano le risorse sono gestite direttamente dal MIUR che le eroga agli enti locali.
Il Piano Triennale di edilizia scolastica rappresenta una vera novità in quanto ha l’obiettivo di programmare in modo unitario sia i progetti che le risorse. Sono mutui dalla durata di tre anni a carico dello Stato, che sovvenziona mediante gli investimenti erogati dalla Banca Europea.
Innanzitutto gli Enti locali inviano questi piani alle Regioni per chiedere il finanziamento e poi viene stilata una graduatoria in cui vengono indicati quali interventi realizzare e quale budget mettere a disposizione per i piani giudicati più urgenti dalle Regioni.
Advertisement - PubblicitàL’art.6 della legge n.23 del 1996 ha istituito l’Osservatorio per l’edilizia scolastica per promuovere e supportare gli interventi di edilizia scolastica.
L’art. 1, co. 159, della L. 107/2015 ha attribuito all’Osservatorio anche compiti di indirizzo, programmazione degli interventi e diffusione della cultura di sicurezza. Attualmente questo organo è coordinato da una cabina di regia al Miur alla quale partecipano rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dell’Anci, dell’Upi e delle singole Regioni.
La Struttura tecnica di supporto invece è composta da ministeri e rappresentanti di enti locali e territoriali che si occupano di elaborare le norme tecniche-quadro controllando la corrispondenza tra gli interventi che vengono segnalati nei piani regionali con quelle contenute nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.
Advertisement - PubblicitàL’Anagrafe scolastica, istituita dalla legge 23 del 1196, è un organo importante perché permette di creare un database contenente informazioni dettagliate sullo stato delle scuole italiane concentrandosi prettamente sul possesso dei certificati di agibilità e sulla vulnerabilità sismica degli edifici.
Prima dell’istituzione di questo organo non esisteva alcun progetto che permettesse di avere un’anagrafe chiara e dettagliata delle condizioni dell’edilizia scolastica.
Advertisement - PubblicitàL’attuale legislatura ha adottato diverse misure in maniera di edilizia scolastica per far emergere l’importanza del tema attraverso la ridefinizione della Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole. Sicuramente però l’intervento più importante è la programmazione unica triennale, costituita dalla Presidenza del consiglio dei ministri e una Struttura di missione per il coordinamento e l’attuazione degli interventi di riqualificazione delle scuole.
Molte competenze sono state attribuite anche all’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica e all’Anagrafe dell’edilizia scolastica.
I principali interventi da finanziare con i mutui BEI, previsti dalla programmazione triennale, sono quelli straordinari di ristrutturazione e messa in sicurezza, con adeguamento sismico, degli edifici scolastici inoltre la realizzazione di palestre nelle scuole costruite secondo gli standard di sicurezza.
Per avere sotto controllo la situazione sull’avanzamento dei lavori di edilizia scolastica, l’art. 10 del D.L. 104/2013 ha previsto che, annualmente, i Ministri competenti devono predisporre una relazione da trasmettere alle Camere e richiedere quindi, su questi interventi, anche elementi informativi agli enti territoriali competenti.
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