L’IMU e la TASI sono due tipologie di tasse sulla casa che sono sempre risultate molto simili tra loro, sia per funzione amministrativa che in relazione al pagamento. Con la Legge di Bilancio 2020, sono state accorpate in un’unica imposta.
L’IMU e la TASI sono due tipologie di tasse sulla casa che sono sempre risultate molto simili tra loro, sia per funzione amministrativa che in relazione al pagamento.
Con la TARI, ovvero la tassa sui rifiuti, l’IMU e la TASI erano le imposte facenti parte della IUC (Imposta Unica Comunale), istituita nel 2014. È bene chiarire da subito che, come tutti saprete, dal 2020 le cose sono cambiate.
L’IMU e la TASI infatti, con la Legge di Bilancio 2020, sono state accorpate in un’unica imposta.
Lo scorso anno è nata quindi la Super-IMU, e in questo articolo andremo nello specifico delle sue particolarità e delle sue funzioni.
Ma vediamo prima alcuni approfondimenti riguardo la natura dell’IMU e della TASI, le tasse sulla casa che col tempo hanno subito numerosi cambiamenti.
Sommario
L’IMU (Imposta Municipale Unica), nasce nel marzo 2011 per mano del Governo Berlusconi, in sostituzione a quella che era l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Ideata come tassa di natura patrimoniale, l’imposta municipale unica era destinata a gravare su tutti gli immobili non registrati come Prima Casa, ad eccezione delle prime abitazioni di lusso, con validità a partire dal 2014.
Nel dicembre 2011 però, il Governo Berlusconi decade, lasciando il posto al nuovo esecutivo guidato da Mario Monti. Qui le cose cambiarono, infatti Monti decise di anticipare in via sperimentale l’applicabilità dell’IMU, facendola entrare effettivamente in vigore a partire dal 2012. Sempre il Governo Monti però, decise anche di ampliarne il raggio d’azione a tutti gli immobili, incluse le prime case di proprietà.
Nel 2014 infine, con la nascita anche della TASI e della TARI, le tre tasse sulla casa vennero accorpate in un’unica imposta, la IUC (Imposta Unica Comunale), seppure dovessero sempre venire pagate singolarmente.
Con la Legge di Bilancio 2014 inoltre, l’IMU cambiò nuovamente ritornando alle sue origini. Infatti il suo raggio d’azione tornò ad essere destinato unicamente agli immobili non adibiti a Prima Casa, con la sola eccezione delle abitazioni di lusso (Categorie A/1, A/8, A/9).
Il calcolo dell’IMU era da valutare sulla base del valore catastale del fabbricato. Alla cifra della rendita, era da moltiplicare un valore fisso del 5% (per gli immobili A,C,D,E). Dopodiché, il risultato era da moltiplicare nuovamente per il valore del coefficiente corrispondente alla categoria di immobile in oggetto (per le abitazioni, era 160). Ma non è finita qui, infatti alla cifra ottenuta si doveva applicare poi anche l’aliquota stabilita dal Comune.
L’IMU era da pagare annualmente in due rate divise, una con scadenza al 16 giugno e l’altra entro il 16 dicembre.
Advertisement - PubblicitàLa TASI (Tributo per i Servizi Indivisibili) nasce invece nel 2014, direttamente accorpata al gruppo IUC delle tasse sugli immobili.
Anche questa, come l’IMU, è sempre stata incassata dal Comuni, ma la sua natura è completamente differente. Si tratta infatti della tassa dovuta per la copertura dei servizi indivisibili, ovvero di quegli elementi messi a disposizione di tutti i cittadini, come ad esempio la manutenzione delle strade o l’illuminazione pubblica.
La TASI si applicava a tutti gli immobili, incluse le prime case, e dunque ogni cittadino era tenuto al pagamento. Anche per il calcolo di questa tassa si doveva tener conto della base imponibile della rendita catastale.
Su tale valore, era da applicare un’aliquota minima dell’1 per mille. Mentre l’aliquota massima non era fissa, ma da calcolare in modo tale che l’IMU e la TASI insieme non superassero il 10,6 per mille (2,5 per mille per le prime case).
Il pagamento della TASI era anch’esso da effettuare in due rate annuali, con scadenze al 16 giugno e al 16 dicembre.
Advertisement - PubblicitàCon la Legge di Bilancio 2020 però, tutto è cambiato. Il Governo ha deciso infatti di unire in un’unica imposta l’IMU e la TASI, dando quindi vita ad una Super-IMU, anche detta Nuova IMU.
Il tutto fu fatto al fine di facilitare per i cittadini il pagamento di due imposte molto simili, e in definitiva dallo scorso anno non esiste più la IUC, ma: la Super-IMU (che comprende IMU e TASI), e la TARI come imposta a parte.
Ad oggi dunque, l’IMU e la TASI non sono più considerate imposte divise ma unite, e si pagano con un unico versamento che le accorpa entrambe.
Le scadenze per quanto riguarda il pagamento non sono cambiate (sempre due rate che scadono il 16 giugno e il 16 dicembre), ma per il calcolo degli importi ci sono state numerose novità.
La Super-IMU infatti introduce un’aliquota base minima del 7,6 per mille e massima dell’8,6 per mille, per tutti i fabbricati non adibiti a Prima Casa e non di lusso. I Comuni inoltre, hanno la possibilità di aumentare o diminuire autonomamente il valore dell’aliquota, da un minimo dello 0 per mille ad un massimo del 10,6 per mille. I Comuni che poi decidono di applicare l’aliquota massima, possono aumentarne ancora il valore fino all’11,4 per mille.
Per quanto riguarda le abitazioni di lusso, incluse quelle principali, viene stabilita invece un’aliquota base minima del 4 per mille e massima del 5 per mille. Anche qui, i Comuni possono decidere di aumentarla fino al 6 per mille.
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