Il Decreto Legge 39/2024 ha definitivamente escluso la possibilità di correzione delle comunicazioni per il Superbonus attraverso la remissione in bonis.
La possibilità di correggere gli errori nelle comunicazioni relative al Superbonus e agli altri bonus edilizi è stata definitivamente chiusa. Questo è quanto emerso dall’intervento del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, durante un’interrogazione in Commissione Finanze della Camera.
Negli ultimi mesi, il tema della “remissione in bonis” del Superbonus ha suscitato non poche polemiche. Il concetto di “remissione in bonis” fa riferimento alla possibilità, in determinati casi, di sanare errori o omissioni nelle comunicazioni dei bonus edilizi, evitando così la perdita dei benefici fiscali.
Tuttavia, con l’introduzione del Decreto Legge 39/2024, questa opportunità è stata definitivamente eliminata per le comunicazioni relative allo sconto in fattura e alla cessione del credito.
Cosa significa questo per i contribuenti e quali sono le conseguenze di questa scelta?
Sommario
La richiesta di riapertura della remissione in bonis è stata avanzata dal deputato Andrea De Bertoldi, del Gruppo Misto, durante un’interrogazione alla Commissione Finanze della Camera. De Bertoldi ha sottolineato che, pur comprendendo le ragioni della chiusura del Superbonus per evitare un ulteriore impatto sui conti pubblici, è fondamentale consentire ai contribuenti la possibilità di correggere eventuali errori commessi nelle comunicazioni di cessione del credito trasmesse nei mesi di marzo e aprile 2024.
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Gli errori più comuni riguardano, ad esempio, il codice identificativo della tipologia di intervento o i codici fiscali errati di cedente e cessionario.
Secondo De Bertoldi, permettere tali correzioni non modificherebbe né l’importo della spesa né la detrazione spettante, e non avrebbe dunque conseguenze dirette sui conti pubblici. Tuttavia, la normativa attuale esclude esplicitamente questa possibilità, generando una situazione di incertezza e difficoltà per molti operatori del settore.
Advertisement - PubblicitàFederico Freni ha spiegato chiaramente che l’articolo 2 del Decreto Legge 39/2024 prevede in modo esplicito che la remissione in bonis non si applica alle comunicazioni relative allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Di conseguenza, le comunicazioni inviate entro il 4 aprile 2024 non possono essere modificate, indipendentemente dall’errore commesso.
Questa decisione è stata presa per garantire la certezza dei dati relativi alla finanza pubblica e ridurre i margini di errore e possibili abusi.
In altre parole, il Governo ha scelto di chiudere ogni spazio per rettifiche, anche se questo potrebbe penalizzare chi ha sbagliato senza intenzione. Freni ha inoltre evidenziato che reintrodurre la remissione in bonis richiederebbe importanti investimenti per l’adeguamento delle piattaforme informatiche, con tempi tecnici non compatibili con le esigenze di una rapida gestione delle pratiche.
Advertisement - PubblicitàLa remissione in bonis è stata introdotta per consentire ai contribuenti di correggere errori o omissioni nelle comunicazioni relative ai bonus edilizi senza perdere i benefici fiscali. Tuttavia, il Decreto Superbonus (DL 39/2024) ha eliminato questa possibilità, motivando la scelta con l’esigenza di garantire una maggiore certezza nei dati di finanza pubblica.
In pratica, il Governo ha ritenuto necessario chiudere la possibilità di correzione per ottenere un quadro chiaro e stabile dell’impatto finanziario legato ai bonus edilizi.
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Questa decisione ha generato un forte disappunto tra gli operatori del settore, che vedono la mancata riapertura della remissione come un ostacolo ingiusto per coloro che, pur avendo rispettato le scadenze, hanno commesso errori formali che non incidono sul credito o sul beneficio fiscale complessivo.
Advertisement - PubblicitàNonostante le numerose richieste di riapertura dei termini, sembra improbabile che la remissione in bonis per il Superbonus venga ripristinata. Il Sottosegretario Freni ha sottolineato che, anche qualora si volesse intervenire, sarebbe necessario un adeguamento delle infrastrutture informatiche, comportando un notevole impegno di risorse e tempi tecnici non compatibili con le scadenze attuali. Inoltre, la scadenza della prima rata dei crediti al 31 dicembre 2024 limita ulteriormente i margini di manovra.
Di conseguenza, i contribuenti e i professionisti del settore dovranno fare i conti con l’attuale normativa e prestare la massima attenzione nella gestione e trasmissione delle comunicazioni relative ai bonus edilizi. Resta comunque aperta la possibilità di ulteriori interventi normativi che potrebbero essere discussi nei prossimi mesi, qualora si manifestassero necessità specifiche di modifica.
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