Il Superbonus 110% si è affermato come uno degli strumenti più vantaggiosi per chi decide di investire nella riqualificazione energetica e strutturale del proprio immobile. Con la mancata proroga dell’aliquota del 110% per i condomini e l’introduzione di nuove regolamentazioni, si delineano scenari che necessitano di una disamina attenta e dettagliata.
Le recenti novità legislative, presenti nella Bozza di Manovra 2024, introducono delle variabili che necessitano di un’analisi approfondita, soprattutto per coloro che hanno in mente di rivendere l’immobile ristrutturato.
Sommario
Con l’articolo 18 della bozza di legge di Bilancio, si delineano le nuove regole fiscali relative alla rivendita degli immobili ristrutturati con il Superbonus.
“le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni immobili, in relazione ai quali il cedente o gli altri aventi diritto abbiano eseguito gli interventi agevolati di cui
all’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, che si siano conclusi da non più di cinque anni all’atto della cessione, esclusi gli immobili acquisiti per successione e quelli che siano stati adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari per la maggior parte dei cinque anni antecedenti alla cessione o, qualora tra la data di acquisto o di costruzione e la cessione sia decorso un periodo inferiore a cinque anni, per la maggior parte di tale periodo”
Esclusi da queste disposizioni i casi di prima casa e di immobili ereditati, ma per tutti gli altri la situazione si complica. Se il proprietario decide di vendere l’appartamento entro cinque anni dalla conclusione dei lavori e ha optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito, sarà tenuto a pagare le tasse su tutto il guadagno realizzato.
Il fulcro di questa nuova normativa risiede nella considerazione delle plusvalenze.
Attualmente, la rivendita di beni immobili entro i cinque anni dalla loro acquisizione genera una plusvalenza, tassata al 26%. La novità introdotta dal governo consiste nel non permettere che i costi dei lavori di ristrutturazione effettuati con il Superbonus concorrano a diminuire la plusvalenza in caso di cessione del credito o di scelta dello sconto in fattura.
Una decisione che, senza dubbio, andrà a influenzare le strategie di investimento immobiliare per il futuro prossimo.
Advertisement - PubblicitàSul fronte dei bonus edilizi, vengono introdotte tre novità di rilievo. La prima riguarda l’aumento della ritenuta d’acconto sui bonifici parlanti, che passa dall’8% all’11%. Sebbene possa apparire una mera formalità contabile, questa variazione potrebbe incidere sulle finanze delle imprese, soprattutto di quelle con liquidità limitata, con possibili ripercussioni sui costi finali sostenuti dagli utenti.
Il bonus ristrutturazioni, introdotto 25 anni fa con l’obiettivo di incentivare il settore edile e ridurre il lavoro in nero, potrebbe subire le conseguenze di questa variazione. L’attrattiva di uno sconto del 50% spalmato su 11 anni, in un contesto di alta inflazione, risulta già diminuita, e ulteriori oneri potrebbero incentivare il ritorno a pratiche sommerse.
Infine, l’Agenzia delle Entrate aggiornerà la classificazione catastale delle unità immobiliari che hanno usufruito del Superbonus. Per le prime case non sono previsti aumenti di imposte, a meno che l’immobile non venga riclassificato nelle categorie A/1 o A/8.
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Tuttavia, potrebbero esserci ripercussioni sulle agevolazioni legate al reddito a causa dell’aumento del valore catastale. Per le seconde case, invece, si prevede un aumento dell’IMU e dell’IRPEF sul valore catastale.
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Advertisement - PubblicitàLe novità fiscali introdotte per la rivendita di immobili ristrutturati con il Superbonus rappresentano un punto di svolta per il mercato immobiliare italiano. Gli investitori dovranno fare i conti con un quadro normativo in trasformazione, valutando con attenzione le proprie strategie di investimento.
L’importanza di un approccio informato e strategico diventa ancora più evidente in questo contesto, così come la necessità di avvalersi del supporto di professionisti del settore. Solo attraverso una gestione oculata e proattiva dell’investimento immobiliare sarà possibile navigare con successo in questo nuovo scenario, ottimizzando i rendimenti e minimizzando le implicazioni fiscali.
In definitiva, il panorama immobiliare italiano si trova di fronte a nuove sfide, ma anche a nuove opportunità. Gli investitori che sapranno adattarsi con prontezza e saggezza a queste trasformazioni saranno in grado di continuare a trovare valore e successo nel mercato immobiliare, nonostante le nuove complessità introdotte dalle normative fiscali.
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