Ristrutturare il bagno è un’operazione che può risultare impegnativa sia dal punto di vista tecnico e burocratico che da quello economico. Non tutti però sanno che la legge italiana consente, a chi possiede determinati requisiti, di beneficiare di un’agevolazione fiscale – il cosidetto Bonus Bagno – che può dimostrarsi un valido aiuto nell’affrontare le spese sostenute per realizzare tale intervento.
Grazie a questo bonus, infatti, si può essere rimborsati di una parte delle spese affrontate per la ristrutturazione del bagno: dato che, però, l’ottenimento di tale agevolazione obbliga al pieno rispetto di specifiche modalità di intervento e di pagamento, per essere sicuri di non commettere errori è bene rivolgersi a un professionista del settore, come un commercialista o un consulente fiscale, capace di fornire i suggerimenti necessari.
Il bagno è uno dei locali più importanti della casa: non è una semplice stanza dove dedicarsi alla cura dell’igiene personale, ma piuttosto un luogo dove rilassarsi che dovrebbe essere funzionale, piacevole esteticamente ed efficiente dal punto di vista energetico.
Realizzare ex novo o ammodernare una stanza da bagno ormai datata è quindi un modo per rendere più accogliente la propria abitazione e per incrementarne il valore immobiliare.
Ma come funziona questa agevolazione fiscale? E chi ne può usufruire? Andiamo a scoprirlo insieme.
Sommario
Il Bonus Bagno rientra nel Bonus Ristrutturazioni, ovvero in quella serie di detrazioni fiscali ideate dal governo italiano per aiutare il settore dell’edilizia e per favorire la ristrutturazione degli immobili residenziali più vetusto.
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Per poter beneficiare di tale agevolazione, però, non è sufficiente effettuare piccoli lavori di manutenzione ordinaria, come, per esempio, la sostituzione dell’arredo del bagno o dei sanitari, ma occorre piuttosto realizzare interventi più importanti, come il rifacimento totale dei rivestimenti murali e del pavimento, l’installazione di nuovi impianti idraulici o elettrici e, infine, la rimozione e la sostituzione dei vecchi sanitari e degli arredi.
Il Bonus bagno, nello specifico, consiste in una detrazione IRPEF del 50% sulla spesa complessiva sostenuta per il rifacimento del bagno: chi deve affrontare questi costi può quindi ricevere tale sostegno economico solamente indicando, nella dichiarazione dei redditi, tutte le spese affrontate per il rifacimento di questo locale della casa.
Il rimborso può essere ottenuto con tre diverse modalità:
Ci sono però delle novità in merito al rimborso del credito. Salvo marcia indietro dell’ultimora, a tutt’oggi risulta confermato che la Legge di Bilancio 2024 implicherà lo stop definitivo a partire dal 1 gennaio 2024 della cessione del credito e dello sconto diretto in fattura.
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La detrazione fiscale viene applicata sulla dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello in cui sono stati effettuati i pagamenti: il limite di spesa rimborsabile è pari a 96.000 euro, una cifra comprensiva dei costi di manodopera, dei materiali utilizzati per la ristrutturazione e della consulenza dei tecnici che si sono occupati della progettazione e della redazione dei vari documenti necessari. La somma massima che può essere restituita è di 48.000 Euro.
Come disposto dalla recente Legge di Bilancio, infine, tale bonus resterà in vigore fino al 31 dicembre 2024. Per il 2025, infatti, la detrazione è stata confermata, ma l’importo recuperabile è stato abbassato al 36% del totale e il tetto massimo di spesa è sceso a 48.000 Euro.
Advertisement - PubblicitàIl Bonus bagno è rivolto a chiunque abbia sostenuto delle spese per il rifacimento di stanze da bagno ubicate all’interno di immobili a uso residenziale (case singole, plurifamiliari e condomini). Più nello specifico, il richiedente può essere:
Fra le figure autorizzate a richiedere il bonus, ci sono anche i familiari conviventi e i coniugi separati a cui sia stato assegnato l’immobile intestato all’altro coniuge.
L’agevolazione, invece, non è prevista per la ristrutturazione dei bagni ubicati all’interno di attività commerciali o ricettive, per il rifacimento dei quali è possibile ricorrere ad altri bonus pensati specificatamente per questi settori.
Advertisement - PubblicitàPer poter usufruire del Bonus bagno è necessario essere in regola con gli adempimenti previsti dalla legge e presentare, insieme alla dichiarazione dei redditi, tutta la documentazione che certifica gli interventi di ristrutturazione e i relativi pagamenti.
Tutta questi documenti, inoltre, devono essere conservati per comprovare la veridicità di ogni singola spesa sostenuta: in caso di eventuali controlli, infatti, sarà possibile utilizzarli per dimostrare sia la natura dei lavori effettuati, sia la loro entità.
I principali documenti da allegare alla dichiarazione dei redditi per richiedere il bonus sono:
I permessi devono essere richiesti, preventivamente all’intervento, al Comune dov’è ubicato l’immobile oggetto della ristrutturazione, mentre la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) deve essere inoltrata, anche in via telematica, all’Ufficio Tecnico del Comune, esclusivamente da parte di un professionista abilitato, il quale può ovviamente occuparsi anche della realizzazione del progetto e dell’indicazione dei vari interventi.
Per poter beneficiare del Bonus bagno, inoltre, tutti i pagamenti devono essere tracciabili, quindi devono essere obbligatoriamente effettuati tramite bonifico bancario o postale, anche in via telematica. Tali bonifici devono essere parlanti, ovvero devono riportare con chiarezza, sulla causale del versamento, i dati di tutti i soggetti coinvolti nella ristrutturazione: il codice fiscale di chi desidera ottenere la detrazione, il codice fiscale e la partita IVA della ditta che si è occupata dei lavori e i dati delle fatture.
Infine, per scongiurare equivoci, durante la compilazione della dichiarazione dei redditi è bene riportare, all’interno delle sezioni previste, tutti i dati relativi alle spese sostenute, alle tipologie di interventi effettuati e i dati catastali dell’immobile oggetto di ristrutturazione.
Advertisement - PubblicitàCome già specificato, per poter usufruire del Bonus è necessario rinnovare completamente una stanza da bagno, attraverso interventi di manutenzione straordinaria effettuati sia sui locali igienici ubicati all’interno di singole unità immobiliari, sia su quelli presenti nelle parti comuni di edifici residenziali: i lavori detraibili consistono quindi in interventi di rinnovamento o di messa a norma dei locali igienici, come, per esempio, la sostituzione delle vecchie tubature, il rifacimento dell’impianto idrico o elettrico oppure la creazione di un nuovo bagno, a patto che non comporti un aumento della superficie dell’abitazione.
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Un altro intervento coperto da tale agevolazione fiscale è quello che riguarda la rimozione delle barriere architettoniche per facilitare l’utilizzo dei bagni da parte delle persone disabili.
Anche i lavori di manutenzione ordinaria, come, per esempio, la semplice tinteggiatura delle pareti o la sostituzione delle piastrelle, dei sanitari o della rubinetteria, se effettuati, per necessità, in seguito a eventi calamitosi, come terremoti e alluvioni, e dopo che sia stato dichiarato ufficialmente lo stato di emergenza, possono essere rimborsati.
Advertisement - PubblicitàAttualmente, il governo italiano ha mantenuto anche altri bonus di cui è possibile beneficiare, a seguito di interventi di ristrutturazione.
Fra questi, i principali sono:
Il Bonus barriere architettoniche, previsto dal decreto Rilancio e prorogato fino al 31 dicembre 2025, prevede una detrazione IRPEF del 75%, suddivisa nelle classiche rate annuali di pari importo, stavolta riscuotibili in cinque anni, oppure ottenibile tramite lo sconto in fattura o con la cessione del credito.
I lavori, in questo caso, possono essere effettuati solo su edifici già esistenti e devono essere finalizzati al rinnovamento delle stanze da bagno in modo tale da renderle accessibili agli anziani e ai portatori di handicap, nel rispetto di quanto previsto dal decreto ministeriale 236/1989 in materia di accessibilità.
Fra le opere rimborsabili, ci sono l’installazione di montascale e di ascensori e la realizzazione o la ristrutturazione di bagni attraverso interventi di allargamento delle porte d’accesso, di posa di nuovi pavimenti e di nuovi sanitari adatti ai disabili, di installazione di nuovi impianti idrici ed elettrici, etc.
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Il Bonus barriere architettoniche può essere richiesto per spese di importo massimo di 50.000 Euro, sia per le villette unifamiliari che per gli appartamenti inseriti all’interno di condomini. Tale detrazione, però, non può passare né agli eredi, in caso di decesso di chi ha avviato i lavori, nè agli acquirenti dell’immobile oggetto di questo tipo di ristrutturazione.
Poiché, infine, l’obiettivo del governo è quello di eliminare le barriere architettoniche e semplificare la vita delle persone disabili, la detrazione in questo caso è rivolta a tutte le tipologie di immobili, compresi quelli a uso commerciale e professionale.
Un altro bonus di cui è possibile usufruire, dopo aver avviato la ristrutturazione del bagno, è il cosidetto Bonus Mobili, ovvero una detrazione IRPEF del 50%, che rientra sempre all’interno del Bonus ristrutturazione e che consente di recuperare parte delle spese sostenute per l’acquisto degli arredi da bagno e dei grandi elettrodomestici e per le spese di trasporto e di montaggio degli stessi.
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La detrazione, in questo caso, va calcolata su un importo massimo di 8.000 euro per il 2023, mentre, per il 2024, scenderà a 5.000 euro.
Per concludere, esiste anche un ulteriore bonus, poco conosciuto, il cosidetto Bonus idrico, che consente di recuperare una parte della spesa sostenuta per la sostituzione dei rubinetti e dei sanitari con modelli più recenti che consentono un maggiore risparmio idrico.
Tale bonus ha un tetto massimo di 1.000 euro e può essere utilizzato per richiedere il rimborso dell’acquisto e dell’installazione di WC in ceramica a scarico ridotto oppure di rubinetterie, soffioni e colonne della doccia a limitazione di flusso d’acqua.
Il bonus può essere richiesto sia dalle persone fisiche che dagli esercizi commerciali, ma, poiché per l’anno corrente non è stato rifinanziato dal governo, può essere utilizzato solo per richiedere il rimborso delle spese sostenute nel 2022.
Approfondisci: Bonus idrico: via alle domande online, attenzione alla scadenza!
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