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Partita IVA: autonomi pagano più IRPEF di dipendenti e pensionati

Parliamo già da molto tempo di come le imprese e i lavoratori italiani siano sempre più sommersi da un peso fiscale troppo pesante da reggere. L’ultima analisi della CGIA Mestre però, ci informa di una nuova notizia. A quanto pare, è emerso che i professionisti autonomi con Partita IVA, pagano più IRPEF rispetto ai dipendenti e ai pensionati.

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Parliamo già da molto tempo di come le imprese e i lavoratori italiani siano sempre più sommersi da un peso fiscale troppo pesante da reggere. Tanto che questa si rivela la principale causa dei tantissimi fallimenti d’impresa a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Insomma, in Italia ci sono troppe tasse, lo sanno tutti. L’ultima analisi della CGIA Mestre però, ci informa di una nuova notizia. A quanto pare, è emerso che i professionisti autonomi con Partita IVA, pagano più IRPEF rispetto ai dipendenti e ai pensionati.

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Partita IVA: grande distanza tra i versamenti IRPEF

Lo studio è stato effettuato dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre sui dati relativi alle Dichiarazioni dei redditi dell’anno 2018.

I professionisti autonomi (imprese individuali, liberi professionisti, collaboratori familiari, soci di società) hanno versato una media annuale IRPEF pari a 5.091 euro a testa. Non sono contati nella categoria dei lavoratori autonomi i contribuenti appartenenti al Regime forfettario.

In base allo stesso periodo, è risultato che invece i dipendenti hanno pagato una media annua IRPEF di 3.927 euro. Mentre, i pensionati hanno versato mediamente 3.047 euro a testa.

Da questi numeri, si nota che i professionisti autonomi con Partita IVA pagano un importo annuo di IRPEF superiore del 30% rispetto a dipendenti, e del 67% rispetto ai pensionati.

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Perché esiste una differenza

Sempre secondo la CGIA Mestre, ci sono due ragioni che spiegherebbero questa “distanza” fiscale tra le diverse tipologie di contribuenti.

Il primo è che, mediamente, i professionisti autonomi con Partita IVA ricevono un compenso lavorativo maggiore rispetto alle altre due categorie. Per cui, è normale che l’IRPEF venga rapportato al guadagno del contribuente.

La seconda ragione invece riguarda le detrazioni fiscali. Che nel caso degli autonomi e dei pensionati, sono molto inferiori rispetto a quelle destinati ai dipendenti.

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La visione sul totale

In ogni caso, la CGIA Mestre ritiene che comunque ci siano delle distanze troppo incidenti riguardo ai pagamenti IRPEF tra le categorie. E mostra anche i guadagni complessivi annuali dello Stato sull’imposta suddetta. Che è la prima tassa in assoluto che devono pagare i contribuenti italiani (come persone fisiche).

È risultato che, nella Dichiarazione dei Redditi del 2018 (quindi relativa al 2017), lo Stato ha ricevuto ben 157,5 miliardi di euro in un anno, solo di IRPEF. Il che costituisce il 31,5% del totale delle entrata tributarie statali.

I dipendenti e i pensionati in Italia risultano essere 36 milioni e 300 mila. Le due categorie insieme rappresentano l’88,2% dei contribuenti IRPEF, e versano quasi 130 miliardi complessivi. Ovvero l’82,5% del totale guadagno.

I professionisti autonomi con Partita IVA invece, in Italia sono circa 4 milioni e 300. E costituiscono il 10,5% del totale dei contribuenti IRPEF. Versano alle Entrate circa 22 miliardi all’anno, ovvero il 14% del guadagno statale sull’IRPEF.



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TAGS: dipendenti, irpef, italia, partita iva, pensionati, peso fiscale, professionisti autonomi, tasse

Autore: Redazione Online

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