Claudio Boccaletti, Presidente di Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia, esprime la sua frustrazione dopo le ultime decisioni prese dal Governo. Pensava che molte realtà del settore edilizio sarebbero state riaperte a questo punto.
“Fare una previsione è sempre una scommessa, ma da quello che vedo e sento, almeno il 20% delle imprese del settore chiuderà”.
Claudio Boccaletti, Presidente di Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia, esprime così la sua frustrazione dopo le ultime decisioni prese dal Governo. Pensava che molte realtà del settore edilizio sarebbero state riaperte a questo punto.
Secondo Boccaletti infatti, in termini di contagio da Coronavirus, l’edilizia corre un rischio molto basso. E non avrebbe quindi alcun senso continuare la sospensione dei cantieri, ma si dovrebbe approfittare del lockdown generale per far ripartire i comparti edilizi che possono farlo in sicurezza.
Advertisement - PubblicitàIl presidente di Lapam Confartigianato si dice amareggiato e deluso per le recenti disposizioni prese dal premier Conte. Ma ricorda soprattutto che il settore edile viene da una crisi che va avanti da 11 lunghi anni. E che questa sospensione dovuta al Coronavirus sarà causa di fallimento per molte imprese.
Queste le sue parole:
“Se devo essere onesto: siamo molto delusi. Ci aspettavamo che ci fosse una apertura del comparto, vuol dire che non si comprende a fondo qual è l’attività delle imprese edili. Faccio alcune domande: perché non fare manutenzione alle strade in un momento in cui le macchine circolano molto meno? Quale momento migliore di adesso per riparare le scuole e metterle nelle condizioni a settembre di essere più sicure e adatte a una ripresa che sarà molto diversa? Quali problemi comporta la manutenzione alle coperture?”
Boccaletti esprime inoltre il suo disappunto per quanto riguarda i prestiti e i finanziamenti promessi dal governo, che le banche dovranno anticipare. Egli crede che si sarebbe dovuto procedere con prestiti a fondo perduto, perché se le imprese non possono lavorare, non potranno mai restituire il denaro prestato.
“Fare una previsione è sempre una scommessa, ma da quello che vedo e sento almeno il 20% delle imprese del settore chiuderà. I motivi? Il primo è quello della liquidità. Dopo 11 anni di crisi, i bilanci delle aziende del comparto sono quelli che sono, e le banche faticano a concedere prestiti. Il sistema delle garanzie da parte dello Stato deve arrivare al 100%. Mi spiegate perché, superata la soglia dei 25.000 euro e fino a 800.000, si ferma al 90%? Gli istituti di credito fanno molta fatica a prestare denaro alle imprese del nostro comparto. Così facendo, ed evitando di fare come altri Paesi che hanno dato denaro a fondo perduto, è chiaro che le imprese sono costrette a lavorare. Come possiamo restituire prestiti ottenuti se non lavoriamo? Siamo stati d’accordo nel dire che a un certo punto era giusto fermare tutto, adesso però è importante ripartire. Ricordo a tutti che riaprire i cantieri edili non è un’operazione che si risolve dalla sera alla mattina. Occorre organizzare il lavoro, programmare la fornitura di materiale e farlo arrivare in cantiere”.
Advertisement - PubblicitàIl presidente di Lapam Confartigianato comunica infine quali, secondo lui, dovrebbero essere i punti cardine su cui focalizzarsi per far ripartire al più presto il settore dell’edilizia. Eccoli di seguito:
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