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Il DEF 2023 e le sue implicazioni sul cuneo fiscale e le pensioni

Il Governo ha approvato l’11 Aprile 2023 il Documento di Economia e Finanza (DEF). Tra le misure previste, spiccano un’ulteriore riduzione delle tasse e un taglio del cuneo fiscale contributivo, con stanziamenti di 3,4 miliardi per il 2023 e 4,5 miliardi per il 2024.

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Il Governo ha approvato l’11 Aprile 2023 il Documento di Economia e Finanza (DEF). Tra le misure previste, spiccano un’ulteriore riduzione delle tasse e un taglio del cuneo fiscale contributivo, con stanziamenti di 3,4 miliardi per il 2023 e 4,5 miliardi per il 2024.

L’intervento sui contributi previdenziali a carico dei lavoratori pare essere rivolto ancora una volta ai redditi medio bassi.

Leggi anche: Manovra: Def approvato in Consiglio dei ministri

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La diminuzione del cuneo fiscale nel 2023

Nel DEF, documento attraverso il quale il Governo valuta l’attuale situazione finanziaria del paese e traccia le linee guida per le prossime manovre di bilancio, è previsto un incremento del tasso di crescita economica nazionale per il 2023, passando dallo 0,6% all’1% (programmatico) e al +0,9% (tendenziale). Per il 2024, invece, la stima scende dall’1,9% al 1,5%, mentre per il 2025 e il 2026 si prevedono, rispettivamente, tassi del 1,3% e dell’1,1% (entrambi programmatici e tendenziali).

Sulla base di tali proiezioni, il Governo stima di poter:

  • Impiegare lo 0,15% del PIL nazionale, corrispondente a 3,4 miliardi, per un nuovo abbattimento dei contributi gravanti sui lavoratori dipendenti nel 2023;
  • Ridurre la pressione fiscale per un totale di 4,5 miliardi nel 2024.

Ciò si tradurrebbe in un incremento dello sgravio fiscale per i lavoratori dipendenti dei settori pubblico e privato, in aggiunta a quanto già realizzato dai Governi Draghi nel 2021 e Meloni nel 2022.

Attualmente, lo sgravio fiscale è stabilito al:

  • 3% per i redditi fino a 25 mila euro;
  • 2% per i redditi fino a 35 mila euro.

Il documento programmatico non chiarisce se la platea dei lavoratori coinvolti rimarrà invariata, con un lieve aumento per tutti, o se le risorse verranno concentrate sui redditi più bassi, portando lo sgravio al 4%. L’ammontare degli stanziamenti non è considerevole e non permette ancora di raggiungere il 5% auspicato dalla maggioranza l’anno precedente.

Nei giorni a venire, durante la presentazione del documento alle Camere da parte del ministro Giorgetti e nel corso della discussione nelle commissioni parlamentari, saranno delineate le ipotesi operative.

Gli sgravi contributivi, che si concretizzano in incrementi degli importi netti nelle bustepaga, potrebbero essere applicati già a partire dalle buste paga di maggio, secondo il sottosegretario Leo. Gli aumenti medi si aggirerebbero intorno ai 25-30 euro al mese, se rivolti alla stessa platea, oppure potrebbero arrivare fino a 80 euro se destinati esclusivamente alla fascia di reddito più bassa.

Il comunicato stampa del governo precisa inoltre che “il mantenimento dell’obiettivo del 3,7% del PIL genererà uno “spazio di bilancio” di circa 0,2 punti di PIL, che sarà assegnato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ a partire dal 2024 e alla prosecuzione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026”. Per la diminuzione fiscale, il Governo ha elaborato una legge delega da attuare nell’arco di almeno due anni.

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Prospettive pensionistiche nel DEF 2023

L’anno scorso, durante la campagna elettorale e la preparazione della legge di bilancio, si è discusso molto della riforma globale delle pensioni, con diverse ipotesi di modifica dell’attuale Quota 103. Si ricorda che la Lega aveva promesso interventi per portare a 41 anni di contributi pensionistici la soglia per andare in pensione senza limiti di età per tutti.

In particolare, il ministro del lavoro Calderone si era impegnato a reintrodurre una maggiore flessibilità in uscita per le donne e i lavoratori con mansioni più gravose.

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Riforma pensioni 2024: prospettive e incertezze

Tuttavia, il documento approvato dal Governo riguardante la situazione finanziaria e le ipotesi di utilizzo delle risorse disponibili non prevede un capitolo specifico sulla previdenza, e quindi non sembra allocare risorse per ampliare la spesa pensionistica.

Bisognerà attendere almeno qualche mese, sperando in una ripresa economica che porti guadagni inaspettati alle casse dello Stato, per scoprire se Quota 103 sarà confermata e se ci saranno altre novità in materia pensionistica.

Nel frattempo, è stato elaborato un progetto di legge che prevede un maggior sostegno agli anziani attraverso un incremento delle indennità di accompagnamento per invalidità e l’introduzione di nuove misure assistenziali domiciliari.

La realizzazione di tali provvedimenti, attraverso i decreti attuativi previsti entro 12 mesi, dovrebbe concretizzarsi probabilmente nel 2025.

Il DEF 2023 prevede importanti cambiamenti in termini di riduzione del cuneo fiscale e prospettive pensionistiche. Benché il documento non fornisca ancora tutti i dettagli sulle misure previste, si attendono nelle prossime settimane ulteriori chiarimenti grazie alla discussione nelle commissioni parlamentari. Nel frattempo, lavoratori e pensionati possono nutrire speranze di un miglioramento delle condizioni economiche e f



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TAGS: cuneo fiscale, def, Documento Economia e Finanza, riduzione tasse

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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