Con il nuovo Governo è in arrivo una novità importante per le partite IVA.
Da qualche giorno si parla insistentemente dell’estensione della flat tax, la tassa sostitutiva unica molto vantaggiosa per coloro che lavorano in autonomia. Siamo naturalmente ancora soltanto nel campo delle ipotesi, eppure qualche notizia di rilievo è già trapelata dalle voci di corridoio.
Attualmente la flat tax in vigore stabilisce per il regime forfettario un limite di 65mila euro di fatturato annuo, la volontà del Governo sembrerebbe quella di estenderla ulteriormente. Dalle notizie trapelate nelle ultime ore infatti il limite massimo per aderire alla flat tax potrebbe essere innalzato fino a 85mila euro.
Di seguito ecco una panoramica sui nuovi limiti e sulla possibile estensione della tassa piatta a buona parte di partite IVA, interventi al momento in fase di studio da parte del Governo Meloni.
Sommario
Ad oggi l’ipotesi sulla flat tax più verosimile è l’innalzamento della soglia limite a 85mila euro. L’ormai nota tassa piatta è un intervento atteso da diverso tempo, dalle ultime indiscrezione la decisione definitiva non dovrebbe tardare ancora molto.
Il fine dichiarato con l’estensione della soglia è quello di assicurare una tassazione più leggera per i lavoratori con partita IVA, cosi da consentire il pagamento di un’imposta ridotta per fatturati annui al di sotto di una certo limite.
Con la misura attuale la flat tax è individuabile nel regime forfettario, particolarmente favorevole per la sua stessa natura per le sue caratteristiche. Con tale regime fiscale è possibile fruire di un’unica imposta sostitutiva al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, entro il limite massimo di 65mila euro.
Il nuovo Governo si pone invece l’obiettivo di estendere il limite dei 65mila euro quantomeno fino a 85mila euro e di assicurare questa agevolazione anche a molte delle partite IVA. Tutto poi dipenderà dalle risorse finanziarie a disposizione del Governo, molte delle quali rivolte però a contrastare i rincari delle bollette di energia elettrica e gas.
Advertisement - PubblicitàRispetto alle intenzioni iniziali, l’intervento dovrebbe essere previsto in maniera ridotta per motivi imputabili alla mancanza di fondi. In altre parole non sarebbero disponibili tutti i miliardi per portare la soglia a 100mila euro, così come inizialmente ipotizzato.
Il Governo è soprattutto alle prese con i rincari dei prezzi di gas e luce, una situazione molto critica per le famiglie e le imprese italiane e destinata a durare ancora a lungo. A tal proposito è in previsione per le imprese energivore l’estensione dei crediti di imposta fino alla fine di Dicembre 2022 e l’utilizzo di altre risorse finanziarie per il prossimo anno.
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Questo vuol dire che buona parte delle risorse economiche disponibili per la nuova Legge di Bilancio sarà impiegata per contrastare il preoccupante fenomeno del caro bollette, mentre in maniera sensibilmente minore ai nuovi interventi fiscali.
Tuttavia sono allo studio anche le importanti revisioni che interessano il reddito di cittadinanza e il Superbonus 110%, correttivi mirati proprio al reperimento di altri fondi da destinare a misure diverse e ritenute più urgenti. In definitiva, le risorse finanziarie sono limitate e non sono tali da soddisfare pienamente tutti gli interventi da fare. Ecco perché probabilmente la novità per le partite IVA arriverà, ma in misura ridotta rispetto alle prime ipotesi che prevedeva l’innalzamento della soglia di fatturato annuo a 100mila euro.
Advertisement - PubblicitàAl centro del dibattito sulla flat tax c’è anche un’ulteriore rilevante questione: a coloro che supereranno il limite massimo previsto quale soglia per l’adesione alla tassa unica cosa succederà?
Ad oggi, infatti, coloro che raggiungono un fatturato annuo maggiore ai 65mila euro sono costretti a passare al regime fiscale ordinario e a corrispondere una tassazione IRPEF superiore. Da questo punto di vista il Governo sta valutando un intervento cuscinetto per chi supera la soglia, anche se non c’è ancora nulla di definitivo.
Tante ipotesi allo studio, ma al momento nessuna certezza. Si resta dunque in attesa di ulteriori futuri sviluppi per sapere la sorte della misura cuscinetto e se il nuovo intervento coinvolgerà o meno anche buona parte di partite IVA.
Advertisement - PubblicitàNon solo le partite IVA sono interessate alle discussioni di questi giorni sulla flat tax, in quanto è allo studio del governo anche un eventuale coinvolgimento dei lavoratori dipendenti. Per ora soltanto un’altra delle tante ipotesi, ma intanto qualche reale proposta in merito è stata avanzata.
Secondo questa nuova idea potrebbe essere prevista una tassa piatta definita come incrementale del 15% da applicare sui redditi dei lavoratori dipendenti. Tuttavia tale flat tax inciderebbe soltanto sui redditi percepiti in aggiunta dai lavoratori dipendenti rispetto ai precedenti 3 anni.
In parole ancora più semplici, questo vuol dire che i lavoratori dipendenti che non subiranno variazioni di reddito non saranno coinvolti da questa flat tax.
Resta il fatto che la precedenza sembrerebbe senza alcun dubbio spettare alle partita IVA, poi con il tempo la tassa piatta potrebbe essere estesa anche alla categoria dei lavoratori dipendenti.
Come ampiamento già sottolineato però siamo solo nel campo delle ipotesi, è necessario aspettare con pazienza la nuova Legge di Bilancio 2023 per saperne di più e capire se effettivamente i nuovi interventi interesseranno anche le partite IVA e i lavoratori dipendenti.
Prima però dell’ufficialità delle nuove misure parlare di certezze è un vero azzardo, soprattutto alla luce del fatto che le risorse finanziarie a disposizione del Governo non sono affatto infinite né sufficienti per il soddisfacimento totale di ogni categoria di lavoratori.
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