Il perdurare del particolare contesto socio-economico e politico che ha generato una rapida ascesa della curva inflattiva ha indotto la Banca Centrale Europea, negli ultimi giorni, a porre in essere una manovra di rialzo dei tassi di interesse.
Il perdurare del particolare contesto socio-economico e politico che ha generato una rapida ascesa della curva inflattiva ha indotto la Banca Centrale Europea, negli ultimi giorni, a porre in essere una manovra di rialzo dei tassi di interesse.
L’incremento, di 50 punti base, rischia di essere il primo, ma non l’ultimo della serie. Christine Lagarde, Presidente della BCE, infatti non ha escluso, per il mese di marzo, un’analoga manovra sui tassi.
L’aumento dei saggi di interesse, da un punto di vista economico, dovrebbe essere uno strumento atto a raffreddare la propensione al consumo delle famiglie con ripercussioni positive sull’andamento dell’inflazione, ma rappresenta una scure sulla testa di chi si è già indebitato oppure ha intenzione di farlo nel breve.
Advertisement - PubblicitàL’incremento del costo del denaro è un elemento di grande significato. Esso ha una ricaduta sia sul mondo imprenditoriale che rischia di dover rallentare il processo di sviluppo delle proprie attività con conseguente danno anche sugli utili previsti, sia sul pubblico retail che ha contratto un mutuo oppure un finanziamento.
Come noto, infatti, il tasso di una linea di credito, indipendentemente dalla sua forma tecnica, dipende dall’andamento del sottostante ossia dal valore del parametro di riferimento scelto in sede contrattuale.
In linea generale un mutuo ha come tasso di riferimento l’Euribor a 3 o 6 mesi. Tale valore, aumentato di uno spread che rappresenta il guadagno dell’istituto di credito o della società finanziaria, determina il valore finale al quale vengono calcolati gli interessi passivi che i mutuatari sono tenuti a riconoscere al mutuante oltre alla restituzione del capitale.
E’ del tutto evidente, quindi, che al crescere dei tassi di mercato segue un incremento anche dei tassi passivi finiti.
L’impatto è evidente sui mutui a tasso variabile che conoscono un incremento del totale della rata in ammortamento quasi immediato, ma anche su contratti a tasso fisso in divenire poiché al crescere dei parametri di calcolo segue un rialzo anche del saggio finito in determinazione contrattuale.
Il meccanismo di base non risparmia, naturalmente, anche i finanziamenti a breve e medio termine (come quelli sottoscritti per l’acquisto di un automobile) il cui funzionamento è del tutto simile a quello individuato per i mutui.
Advertisement - PubblicitàIl fenomeno è tutt’altro che irrilevante, in primo luogo, per la vastità di pubblico che riguarda.
Secondo recenti stime, infatti, sono quasi sette milioni le famiglie italiane indebitate, pari ad un quarto del totale e, di queste, la metà è titolare di un mutuo destinato ad un acquisto immobiliare riservato ad uso residenziale (prima casa).
Si tratta, quindi, di un plotone ragguardevole che dovrà fare i conti con un evento shock, come quello del rialzo dei tassi, del tutto non preventivabile fino a non troppo tempo fa.
Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, purtroppo, si accorgerà dell’incremento della propria rata fin dalla prima rilevazione del parametro sottostante e quindi, in via generale, già dal mese prossimo.
L’Euribor, rimasto in territorio negativo per lungo tempo e fino alla scorsa estate, ha conosciuto un netto incremento rispetto ai valori di dicembre e tale determinazione si tradurrà in un incremento medio delle rate del 43%.
Anche i nuovi contratti stipulati a tasso variabile subiranno un rialzo deciso. In questo caso le rate mensili potrebbero salire del 30% rispetto alle nuove negoziazioni concluse fino a tre mesi fa.
Per quel che concerne, invece, i contratti a tasso fisso già in essere è bene sottolineare che non vi saranno variazioni di sorta mentre per i negozi giuridici in nuova emissione è stimato che la rinegoziazione al rialzo dei tassi fissi porterà ad un raddoppio, a parità di importo e durata, del valore delle rate in ammortamento.
Al fenomeno non sfuggiranno neppure i finanziamenti e acquistare una vettura nuova di euro 25.000, interamente finanziata, potrebbe costare fino a 5500 euro in più rispetto al 2021.
In conclusione, volendo entrare maggiormente nel dettaglio, possiamo dire che il tasso di interesse fisso medio applicato sui mutui si assesta oggi intorno al 4% (fatta salva la contrattazione individuale) contro un 1.80% dell’anno scorso con un incremento di rata non inferiore al 25%.
Comprare una casa, un’automobile o un elettrodomestico ricorrendo al credito, in definitiva, rischia di gravare in modo davvero significativo sulle tasche degli Italiani.
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