Pochi giorni fa, è stato pubblicato un aggiornamento che fa ben sperare per la ripresa del settore edilizio. A diffondere la notizia è stato il Cribis, società del gruppo CRIF (Centrale Rischi Finanziari), che rappresenta il principale gestore dell’archivio informatico SIC (Sistema di Informazioni Creditizie). All’interno del comunicato, è stato riportato un lieve calo dei fallimenti delle imprese edilizie in Italia.
Il settore delle costruzioni infatti, è stato uno dei più colpiti dalla grande crisi che il Bel Paese si è trovato a subire. In realtà, è stato praticamente annientato. In Europa, dal 2008 al 2017, più di 3,4 milioni di operai hanno perso il lavoro. Il 15% del totale, ovvero 539 mila, solo in Italia.
Advertisement - PubblicitàA che cosa è dovuto il grande distacco che porta l’Italia ad essere più tartassata di tutti gli altri Paesi? Probabilmente l’accumulo di leggi e tasse nei confronti delle nuove costruzioni e ristrutturazioni.
Nei precedenti governi c’è stato un tentativo di agevolare le procedure normative del settore edilizio migliorando i tassi di interesse, ma c’è bisogno di manovre più coraggiose che spingano il mercato dell’edilizia dalla base.
Advertisement - PubblicitàLe statistiche riportano che nei primi sei mesi del 2018, 5.966 imprese italiane hanno chiuso per fallimento. Mentre se guardiamo gli stessi mesi del 2019, il numero scende a 5.714. Se invece ci si concentra solo nel secondo semestre di quest’anno, i numeri fanno sperare ancora meglio, con un -4,9%.
Il settore edilizio in passato ha rappresentato in Italia uno dei mercati più fruttuosi per i lavoratori. Non ci resta che sperare che si riesca davvero a scorgere un raggio di luce che porti ad una reale ripresa.
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