Come sappiamo, il nostro ordinamento giuridico consente di portare in detrazione le spese sostenute per i cosiddetti “carichi di famiglia”.
In sostanza, è possibile detrarre le spese nel caso in cui il contribuente abbia dei familiari a carico. Per i carichi di famiglia esistono tre tipi di detrazione, ovvero quella dedicata solo al coniuge effettivo, quella dedicata ai figli, e infine quella per gli “altri” familiari a carico, differenti da coniuge e figli.
Detto ciò, le detrazioni per familiari a carico spettano se questi non convivono con il soggetto richiedente?
Approfondiamo di seguito.
Sommario
Il funzionamento della detrazione per familiari e altri familiari a carico è definita dall’art. 12 del TUIR.
Per quanto riguarda la parte di detrazione in riferimento solo al coniuge (effettivo e non legalmente separato) che ha prodotto un reddito inferiore a 2.840,51 euro, sarà possibile detrarre dall’imposta lorda i seguenti importi:
La cifra della detrazione aumenta di:
Per quanto riguarda i figli a carico (anche non conviventi) invece, la detrazione spetta se questi hanno prodotto un reddito annuo inferiore a:
Dall’imposta lorda si potranno detrarre:
Nel caso di figli portatori di handicap, gli importi sopra citati aumentano di 400 euro per ciascuno.
Se invece i figli sono più di 3, gli importi di 950 euro e 1.220 euro aumentano di 200 euro per ogni figlio, compresi i primi 3.
La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 95.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 95.000 euro, ma solo per il primo figlio. Dal secondo figlio in poi l’importo di riferimento non è 95.000 ma 110.000 euro.
La detrazione spetta nella misura del 50% per genitore, tuttavia i due genitori possono anche decidere di lasciare che ne benefici solo uno di loro, ovvero quello che possiede il reddito complessivo più elevato.
Nel caso di famiglie con un solo genitore (perché l’altro è deceduto, non ha riconosciuto i figli oppure semplicemente si è separato legalmente dal coniuge e non possiede l’affidamento congiunto), il genitore che possiede l’affidamento potrà scegliere di detrarre (solo per il primo figlio) gli stessi importi che spetterebbero per il coniuge a carico, ovvero quelli mostrati nel paragrafo precedente.
La scelta è a discrezione del genitore a seconda di quali importi siano più convenienti.
Advertisement - PubblicitàVeniamo dunque alle detrazioni dedicate agli “altri” familiari a carico, che possono essere:
Anche qui, per ottenere la detrazione è necessario che i familiari a carico abbiano prodotto un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro.
All’inizio di questo articolo abbiamo posto come oggetto una precisa domanda: la detrazione per altri familiari a carico spetta anche se questi non sono conviventi?
La questione è stata sollevata da una contribuente che ha chiesto chiarimenti a riguardo sulla rivista ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi.
Il Fisco afferma che l’importo base di riferimento per la detrazione per altri familiari a carico è pari a 750 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 80.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 80.000 euro.
Se gli altri familiari a carico sono più di uno, lo stesso importo spettante per uno sarà da dividere per il numero di familiari.
Le Entrate affermano infine che per ottenere la detrazione spettante per gli altri familiari a carico sarà necessario uno dei seguenti requisiti:
Dunque, in linea generale, per ottenere la detrazione per altri familiari a carico, è necessario che il familiare conviva con il contribuente. Ma c’è un’eccezione. Se il contribuente dimostra il rilascio di assegni alimentari volontari a favore del familiare, allora non sarà obbligatoria la convivenza tra i due.
Compila il form sottostante: la tua richiesta verrà moderata e successivamente inoltrata alle migliori Aziende del settore, GRATUITAMENTE!