Il DEF 2019 ha visto la luce dopo settimane di discussioni all’interno della maggioranza che sostiene il Governo. Alla fine la linea di Giovanni Tria, titolare del dicastero dell’Economia, è stata sconfitta: a prevalere è stata la volontà di Movimento Cinque Stelle e Lega.
I due azionisti di maggioranza del Governo Conte hanno infatti ottenuto lo sforamento del rapporto deficit/PIL al 2,4% per i prossimi 3 anni, in modo da poter trovare le risorse necessarie a finanziare tutti gli interventi di natura economica e sociale promessi nel corso della campagna elettorale.
Ma quali sono le misure previste nel DEF che sarà la “cornice” entro la quale dovrà essere scritta la prossima Legge di Bilancio? Qui di seguito ecco tutte le informazioni necessarie.
Il reddito di cittadinanza previsto dal DEF
Come è noto il DEF è il primo passo del lungo iter che porterà all’approvazione della Legge di Bilancio, la quale dovrà essere sottoposta ovviamente anche al vaglio dell’Unione Europea. Tra le misure più importanti che hanno trovato spazio nel DEF spiccano senza dubbio il reddito di cittadinanza e la flat tax, ovvero i due cavalli di battaglia di Movimento Cinque Stelle e Lega nel corso della campagna elettorale.
Il reddito di cittadinanza verrà finanziato con 10 miliardi di euro, di cui 2 serviranno, stando a quanto indicato nel DEF per una radicale riforma dei centri per l’impiego. Stando alle parole di Luigi di Maio saranno circa 6 milioni e mezzo gli italiani interessati dalla misura e l’importo dell’assegno che andranno a percepire sarà di circa 780 euro, anche se vi saranno alcune differenziazioni in base a parametri che non sono ancora stati resi noti.
Ma come funzionerà il reddito di cittadinanza? A grandi linee va detto che varrà per un massimo di 3 anni e che dovrà essere accompagnato da una formazione professionale di chi è in cerca di una occupazione, volta al suo reinserimento nel mercato del lavoro. Nel momento in cui chi percepisce il reddito di cittadinanza dovesse rifiutare 3 proposte di lavoro senza un giustificato motivo, si vedrà revocato l’assegno. Oltre al reddito di cittadinanza il DEF ha confermato anche la creazione della pensione di cittadinanza, con cui il Governo mira ad alzare le pensioni minime, portandole a 780 euro
Anche la flat tax è inserita tra le misure previste dal DEF
Tra le misure previste dal DEF 2019 spicca anche la flat tax, fortemente voluta dalla Lega di Matteo Salvini. Tuttavia, almeno inizialmente, la platea interessata sarà soltanto quella delle imprese e dei liberi professionisti, i quali potranno godere di una unica aliquota fissata al 15%. Tuttavia tra le misure contenute nel DEF vi sono anche quelle relativa alla riforma dell’IRPEF, che dovrebbe vedere la luce a partire dal 2021, quindi verso fine legislatura, ma le cui linee guida saranno contenute già nella Legge di Bilancio di quest’anno.
Nelle intenzioni del Governo vi è quella di arrivare ad un regime a 3 aliquote, anche se al momento non è stato ancora chiarito quali saranno gli scaglioni di reddito a cui scatteranno queste aliquote, di cui non è stata indicata nemmeno la percentuale. Molto importanti sono anche le misure del DEF previste in tema di IRES, visto che è stato previsto un taglio di 9 punti percentuali dell’imposta, precisamente dal 24 al 15%, per tutte quelle imprese ad essa soggette che dovessero decidere di reinvestire una certa parte dei profitti in assunzioni di nuovi lavoratori rientranti nella categoria dei giovani.
Il superamento della Legge Fornero e la “pace fiscale”
Tra le altre misure che hanno trovato spazio nel DEF 2019 e che sicuramente saranno oggetto di polemica politica nel corso delle prossime settimane, vi è anche il superamento della cosiddetta “Legge Fornero”, che avverrà con l’attuazione della “quota 100” per quanto riguarda il calcolo dei contributi necessari per andare in pensione, e quella che la Lega ha definito come “pace fiscale” e che dai critici viene invece bollato come l’ennesimo condono fiscale.
Andando con ordine, l’abolizione della “Legge Fornero” dovrebbe interessare circa 400 mila lavoratori, che potrebbero ritrovarsi nella condizione di poter andare in pensione prima rispetto a quanto previsto con il sistema attualmente in vigore. Con la ormai nota “quota 100” si potrebbe andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi. Tuttavia nel DEF non è stato specificato se andare in pensione anticipata comporterà una decurtazione dell’assegno.
Un’altra norma molto importante riguarda coloro che hanno almeno 41 anni di contributi versati: chi rientra in questa categoria, stando alle misure previste dal DEF, potrà andare in pensione senza vincoli di età. Prima di passare all’analisi della misura relativa alla cosiddetta “pace fiscale”, va ricordato come secondo il Governo il superamento della “Legge Fornero”, con il pensionamento di circa 400 mila persone, libererà altrettanti posti di lavori per chi invece è ancora all’inizio della propria vita lavorativa.
Per quel che riguarda la cosiddetta “pace fiscale”, va detto che dopo la pubblicazione del DEF vi sono state delle precisazioni proprio in merito a questa misura. Se nel DEF era ed è infatti previsto un condono che riguarderà i debitori fino a 100 mila euro, la Lega ha fatto presente nei giorni successivi come il limite dovrà, in sede di decreto fiscale contenente questa e altre misure, essere innalzato fino a 500 mila euro. Tale innalzamento potrebbe senza dubbio trovare l’opposizione del Movimento Cinque Stelle e quindi si preannunciano frizioni in seno alla maggioranza che sostiene il Governo.
Le altre misure previste nel DEF
Tra le misure contenute nel DEF vi è anche quella con cui Movimento Cinque Stelle e Lega mirano a tutelare i risparmiatori truffati dalle banche. La volontà è quella di creare un fondo ad hoc da 1 miliardo e mezzo di euro, i quali dovrebbero arrivare dai prelievi sui cosiddetti “conti dormienti”.
Tra le altre misure previste spiccano poi il taglio delle cosiddette “pensioni d’oro” e l’intervento restrittivo per quanto concerne la deducibilità degli interessi passivi per banche ed assicurazioni. Per quanto riguarda la prima delle ultime due misure citate, nel DEF viene specificato come il taglio andrà ad incidere sulla parte oltre i 4500 euro che non corrisponda ai contributi che sono stati effettivamente versati.
Inoltre è stato bloccato l’aumento dell’IVA, che era ormai alle porte con l’attuazione automatica delle clausole di salvaguardia, mentre in tema di investimenti pubblici le misure previste nel DEF confermano la volontà del Governo di mettere mano al Codice degli Appalti e di rivedere in toto tutto il quadro delle Grandi Opere attraverso una valutazione molto attenta del rapporto costi-benefici, anche se viene specificato come saranno stanziati dei fondi per dare il via ai lavori di potenziamento delle rete viaria, anche in seguito alla tragedia verificatasi a Genova nel mese di agosto.
Come si può notare il DEF contiene tutta una serie di misure che non mancheranno di infiammare il dibattito politico interno e i rapporti con la Commissione Europea, la quale non vede di buon occhio un rapporto deficit/PIL al 2,4%.
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