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Decreto Transizione 5.0: cos’è, le regole, le aliquote e come accedere al credito d’imposta

Decreto Transizione 5.0: cos’è, le regole, le aliquote e come accedere al credito d’impostaDecreto Transizione 5.0: cos’è, le regole, le aliquote e come accedere al credito d’imposta

Il Decreto Transizione 5.0 è un provvedimento che raggruppa una serie di incentivi espressamente dedicati alle imprese italiane e finalizzati a sovvenzionare tutti quegli investimenti economici capaci di contribuire alla trasformazione digitale e all’efficientamento energetico dei sistemi produttivi.

Lo scorso mese di Giugno tale provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con un centinaio di giorni di ritardo rispetto a quanto programmato in precedenza e con numerosi ritocchi rispetto al testo originale, andando finalmente a dipanare quel clima di incertezza che regnava fra le aziende in attesa della comunicazione definitiva.

Tale importante decreto, approvato dalla Commissione Europea per il biennio 2024-2025 a completamento e aggiornamento del precedente Piano Transizione 4.0 e correlato all’ambizioso programma del PNRR, si ispira ai principi fondamentali dell’economia verde e digitale, come la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.

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I riferimenti normativi

Della redazione del testo del Decreto Transizione 5.0 se ne sono occupati i due Ministeri delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e quello dell’Economia e delle Finanze, che, al momento, sono ancora in attesa del vaglio definitivo del testo da parte della Corte dei Conti italiana e della Commissione Europea.

La norma di riferimento che spiega, nel dettaglio, le modalità attuative del Piano Transizione 5.0, è l’articolo 38 del Decreto Legge 2 marzo 2024 n. 29, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e poi convertito, con alcune significative modifiche, dalla Legge 29 aprile 2024, n.59.

Una volta che la Corte dei Conti darà il suo parere positivo – si spera entro la fine del mese di Luglio 2024 -, il testo verrà pubblicato sul sito del MIMIT, con avviso sulla Gazzetta Ufficiale, e probabilmente corredato da una circolare tecnica che elenca, più nel dettaglio, i vari aspetti del provvedimento.

Decreto Transizione 5.0: scarica il testo ufficiale del decreto attuativo

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Che cosa prevede il decreto e quali sono i beneficiari

Il Decreto Transizione 5.0 prevede una serie di agevolazioni, sotto forma di credito d’imposta, per tutte quelle imprese che, tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, decidono di investire in nuovi stabilimenti produttivi tecnologici, ubicati obbligatoriamente sul territorio italiano, ispirati alla transizione green e digitale e orientati alla riduzione dei consumi energetici.

Le imprese destinatarie del decreto, dunque, non sono solo quelle legate al mondo manifatturiero, ma tutte quelle che risiedono stabilmente sul suolo nazionale, indipendentemente dal regime fiscale a cui sono soggette, dalla loro forma giuridica, dalle dimensioni e dal settore di attività.

Il Piano Transizione 5.0 elargisce le agevolazioni, suddividendole principalmente in tre ambiti:

  • quello legato all’efficientamento energetico, con un investimento di 3.780 milioni di Euro, orientato all’acquisto di strumenti che favoriscano la transizione digitale delle imprese;
  • quello legato all’autoconsumo e all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, finanziato con 1.890 milioni di Euro;
  • quello connesso alla formazione del personale e allo sviluppo di competenze green, che potrà beneficiare di una sovvenzione di 630 milioni di Euro.

Fra i soggetti esclusi, che non potranno richiedere questo tipo di agevolazioni, ci sono le imprese produttive in difficoltà economiche o quelle che hanno ricevuto sanzioni interdittive, che hanno portato cioè alla sospensione o alla revoca delle autorizzazioni e delle licenze per non aver rispettato, per esempio, le norme di sicurezza o per non aver corrisposto ai dipendenti i contributi previdenziali previsti per legge.

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I progetti di innovazione finanziabili

Per poter accedere alle agevolazioni previste dal Decreto Transizione 5.0, è obbligatorio fare alcuni tipi di investimenti materiali e immateriali, fra cui, in primis, l’acquisto di beni strumentali capaci di ridurre i consumi energetici aziendali e da utilizzare per almeno 5 anni.

Fra i beni che si possono acquistare, ci sono:

  • i macchinari, i software e i sistemi 4.0;
  • le piattaforme o le applicazioni che consentono il monitoraggio continuo degli impianti e che mostrano in tempo reale i consumi energetici e quelli dell’energia autoprodotta e autoconsumata;
  • i software 4.0 finalizzati alla gestione d’impresa, solo però se acquistati insieme ai software destinati a monitorare i consumi.

Per favorire l’autoproduzione e l’autoconsumo dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, invece, le imprese possono sfruttare il contributo statale previsto per l’acquisto di sistemi di accumulo e di pannelli solari, di generatori e di trasformatori, a patto però che queste strumentazioni siano stati prodotte all’interno dell’Unione Europea, che abbiano un’efficienza di almeno il 21,5%, e che, entro un anno dal completamento dell’installazione, vengano connesse alla rete dei gestori dei servizi energetici.

Per quanto riguarda, infine, i progetti di formazione del personale, finalizzati a far acquisire ai dipendenti le competenze tecnologiche legate alla transizione digitale ed energetica dei processi produttivi, le spese non possono varcare la soglia dei 300.000,00 Euro e non possono superare il 10% del valore dell’investimento totale del progetto.

I corsi di formazione, inoltre, non potranno durare meno di 12 ore e dovranno destinare almeno 4 ore alla spiegazione di materie come la digitalizzazione dei processi aziendali, la sicurezza informatica, la Business Analytics (BA), l’AI e il Machine Learning (ML).

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Qual è il tetto massimo delle somme erogabili

Il Decreto Transizione 5.0 è stato finanziato con 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025. Il tetto massimo degli investimenti erogabili per ogni singola impresa beneficiaria è di 50 milioni di euro all’anno, con riferimento all’anno in cui vengono completati i progetti di innovazione.

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Le aliquote previste

Il Decreto Transizione 5.0 prevede diversi crediti d’imposta, che variano in base al livello di efficienza energetica o al risparmio energetico ottenuto effettuando gli investimenti, e che presentano aliquote che possono aumentare fino al 45% dell’investimento complessivo, a seconda dei risultati conseguiti dopo l’intervento.

Inoltre, per le imprese di piccole e medie dimensioni, è possibile aggiungere al credito d’imposta anche le spese sostenute per produrre le diverse certificazioni obbligatorie, fino a un tetto massimo di 10.000,00 Euro.

Il credito d’imposta è fruibile esclusivamente in compensazione tramite modello F24, da presentare per via telematica all’Agenzia delle Entrate, e non può essere né ceduto nè trasferito (articolo 17 del D. Lgs. n. 241/1997).

Tale credito, inoltre, è fruibile entro il 31 dicembre 2025, data entro la quale è necessario effettuare l’investimento e l’avvio della fruizione dell’incentivo.

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Le certificazioni obbligatorie previste

Al fine di garantire la massima trasparenza sulle diverse fasi degli interventi finanziati e sull’erogazione e sulla fruizione delle agevolazioni, il Decreto Transizione 5.0 prevede che vengano obbligatoriamente redatte una certificazione ex ante e una certificazione ex post degli investimenti, che possono poi essere eventualmente affiancate da un’ulteriore attestazione da parte di chi si occupa della revisione dei conti: questo doppio controllo è fondamentale per assicurare che solamente i progetti capaci di contribuire in modo sostanziale alla transizione green e digitale e che rispettano in toto quanto previsto dalla legge beneficino degli incentivi stanziati dal Governo.

La certificazione ex ante viene rilasciata da un esaminatore esterno, che dovrà attestare la riduzione dei consumi energetici conseguibili dopo aver acquistato e reso operativi i beni strumentali e i sistemi di autoproduzione e di autoconsumo delle energie rinnovabili, manovrati dal personale appositamente formato.

La certificazione ex post, invece, sempre rilasciata da un esaminatore esterno, dovrà attestare l’effettiva realizzazione degli investimenti, in base a quanto riportato sulla certificazione ex ante, e l’avvenuto collegamento dei beni strumentali al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

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Le modalità per accedere al credito d’imposta

Per scongiurare il rischio di commettere errori nella presentazione della domanda, è bene che le imprese che desiderano accedere al credito d’imposta previsto dal Decreto Transizione 5.0 si rivolgano a un professionista della gestione delle pratiche amministrative, il quale potrà portare avanti questo compito anche avvalendosi dello strumento, giuridicamente riconosciuto e accettato per questa procedura, della firma digitale.

Per richiedere il credito è necessario, infatti, inviare una richiesta telematica, utilizzando il modulo standard, presente sul sito web del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, all’interno del quale vanno obbligatoriamente indicati:

  • la descrizione completa degli investimenti;
  • il costo degli investimenti;
  • le certificazioni richieste dalla legge.

Il GSE, una volta ricevuta la documentazione, procede con il controllo dei dati e con la verifica della validità delle certificazioni.

In seguito, il Gestore comunica al MIMIT, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’elenco delle imprese che hanno dimostrato di poter legalmente accedere agli incentivi previsti dal Decreto Transizione 5.0, prenotando l’importo economico richiesto.

Infine, tale società, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (ex art. 3 comma 4 del D. Lgs. n. 79/99), completa la procedura inviando l’elenco dei beneficiari delle agevolazioni anche all’Agenzia delle Entrate.

Trascorsi cinque giorni da questa comunicazione, entro il termine massimo del 31 dicembre 2025, il credito d’imposta è utilizzabile dalle imprese che partecipano all’iniziativa.

Ogni azienda può attivare una sola richiesta alla volta: solo a conclusione di una pratica, che può avvenire per decadenza, rinuncia o approvazione da parte del GSE, è infatti possibile procedere con la richiesta di nuove agevolazioni.

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Decreto Transizione 5.0: tempistiche, cumulabilità e retroattività

Il Decreto Transizione 5.0 è cumulabile con altri incentivi che prevedono gli stessi costi, a condizione che il cumulo delle agevolazioni non porti a superare il costo sostenuto.

Al contrario, non è invece sommabile con il credito d’imposta previsto dal Decreto Transizione 4.0 e con lo strumento della ZES unica, la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno.

Approfondisci:

Il Piano, infine, ha delle tempistiche molto serrate, che prevedono la sua applicazione retroattiva agli investimenti effettuati dal 1° Gennaio 2024 e il suo completamento entro il 31 Dicembre 2025.

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Considerazioni finali

Il Decreto Transizione 5.0 rappresenta, in conclusione, un’opportunità unica per le aziende italiane, che, attingendo ai finanziamenti previsti, possono così migliorare la propria efficienza energetica, contribuire alla transizione green e aggiornarsi, grazie al ricorso a strumenti digitali tecnologicamente all’avanguardia.

Approfittando delle importanti agevolazioni previste dal Decreto, le imprese partecipanti potranno infatti ricavare un enorme vantaggio non solo in termini di immagine e di produttività, ma anche di crescita, ponendosi come antesignane della rivoluzione green e digitale tanto necessaria a livello nazionale.



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TAGS: Decreto Transizione 5.0

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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