Mentre la crisi climatica ed energetica avanza, l’Unione Europea si trova a dover fare i conti anche con tutte le conseguenze negative derivanti dalla crisi con la Russia e la guerra in un Ucraina.
In tal senso, comunque, non è un caso che gli sforzi congiunti della commissione europea e di tutti gli stati membri dell’organizzazione sovranazionale si stiano orientando verso l’approvazione di manovre o fondi volti a guidare tutte le nazioni partecipanti a una transizione ecologica, green cosiddetta, nel rispetto delle fonti di energia rinnovabili: l’obiettivo è duplice e consiste certamente nel portare l’Europa ad un livello maggiore di rispetto per l’ambiente perseguendo, al contempo, anche il distaccamento dalla Russia da un punto di vista della dipendenza energetica.
In base alle procedure previste dalla famosa Agenda 2030 e stipulati durante il patto di Parigi, gli obiettivi di questa transizione sono noti: ridurre di 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale riuscendo al contempo a diffondere il più possibile ogni tipo di fonte di energia rinnovabile sia per utilizzo civile che per l’utilizzo industriale vista la maggiore sostenibilità di queste fonti e i benefici indiscutibili che essi comportano.
In tal senso, la Commissione Europea ha fatto un grande passo avanti in questa direzione, approvando il 18 Maggio 2022 il piano REPowerEU che a firma degli stati membri si propone l’ambizioso obiettivo di riuscire a portare a temine questi scopi.
Di seguito, dunque, tutto quello che c’è da sapere sul piano REPowerEU, quali sono i suoi obiettivi e in che modo i vari Stati Membri parteciperanno al progetto.
Sommario
Con il piano REPowerEU, l’Unione Europea si pone l’ambizioso compito di allontanarsi dalle fonti di combustibile fossile vendute dalla Russia e ha un tempo massimo di riuscita di 5 anni.
Per permettere a tutti gli interessati di dare il loro contributo in questo senso, sono stati stanziati circa 300 miliardi di Euro, divisi fra 225 di sovvenzioni e finanziamenti, mentre solo 75 milioni come prestiti. Le condizioni, dunque, sembrano vantaggiose.
Gli obiettivi dichiarati da Ursula Von Der Leyen sono molteplici e la stessa Commissione Europea li ha chiariti bene, dividendoli in 3 azioni principali:
Secondo l’analisi che è possibili fare, c’è un nuovo tempo che sta cominciando a preoccupare l’Unione Europea ed è quello della strategia solare, che ha lo scopo di amplificare lo sfruttamento del sole per produrre energia.
Advertisement - PubblicitàI fondi saranno distribuiti ai vari Stati Membri, i quali potranno richiederli con procedure interne a seconda dei vari progetti che vogliono porre in essere. L’obiettivo finale è quello dell’azzeramento della dipendenza energetica dalla Russia prima del 2027 e porterà l’Unione Europea a finanziare per almeno il 95% della transizione energetica.
Per fare, le modalità di funzionamento privilegiato – contenute nelle raccomandazioni per i vari Stati Membri – devono essere risparmio energetico ed energy saving.
In tal senso, sono state previste anche ulteriori raccomandazioni anche al consumo dei singoli cittadini, come ad esempio raccomandazioni di diminuire la velocità in autostrada, oppure fare buon uso degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, consigliando inoltre anche la mobilità sostenibile rappresentata sia dai mezzi pubblici che da vetture a emissioni zero.
Inoltre, sul lungo termine è previsto l’aumento dell’efficienza energetica al 13%: obiettivo ambizioso che però sembra essere raggiungibile.
In secondo luogo, la Commissione Europea ha dichiarato che punta anche alla diversificazione dalla Russia con EU Energy Platform, definito un veicolo chiave per riuscire a diversificare la fornitura proveniente dai Balcani.
In sostanza, la piattaforma dovrebbe essere un meccanismo in grado di mettere in comunicazione domanda e offerta, al fine di facilitare gli acquisti di gas e metterli in comune all’interno dell’Unione, avendo inoltre cura di costruire infrastrutture specifiche sia per lo stoccaggio che per il trasporto.
A questo scopo, inoltre, sono stati impiegati più di 10 miliardi di investimenti per l’adeguamento delle infrastrutture adibite a stoccaggio e trasporto all’interno dell’Unione Europa, in particolare potenziando il corridoio sud del gas e la costruzione di un gasdotto TANAP.
Advertisement - PubblicitàInfine, il piano REPower dell’Unione Europea si concentra anche sullo sviluppo delle fonti rinnovabili grazie alla strategia chiamata EU Solar Strategy, la quale ha lo scopo di sfruttare il potenziale dei tetti fotovoltaici – che sfiorano e superano il 25% della domanda intera europea – mettendo un differenziato obbligo di installazione per tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici che hanno un’area superiore a 250 metri quadrati mentre, entro il 2029, tutti gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno disporre di tetti solari: una mossa importante e coerente con il piano di transizione ecologica.
Lo scopo energetico da raggiungere con questa iniziativa come dichiarato dall’Unione Europea è quello di raggiungere i 25 TWh di energia entro il 2025, portando di fatto ad un raddoppio della capacità fotovoltaica di tutta l’Unione, installando fino a 600 nuovi GW prima o entro il 2030.
La volontà ferre della Commissione Europea è attestata anche dalla velocizzazione del rilascio di autorizzazioni poiché è stato dichiarato che l’installazione di nuove strutture per aumentare l’efficienza energetica rinnovabile dell’Unione Europea è un interesse pubblico che prevale su tutti gli altri.
Per tutte le altre informazioni necessarie, consultabili anche in lingua italiana, è possibile rivolgersi direttamente al sito della Commissione Europea dove sono disposte tutte le novità sul progetto e l’eventuale variazione degli scopi o delle risorse previste, oltre che ogni novità anche in materia di investimento nelle energie rinnovabili.
Maggiori informazioni sul progetto possono essere ricavate dal documento ufficiale della Commissione Europea.
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