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Controlli e analisi del rischio per nuove partite IVA

Controlli e analisi del rischio per nuove partite IVAControlli e analisi del rischio per nuove partite IVA
Ultimo Aggiornamento:

La gestione delle partite IVA ha ricevuto nuove linee guida con il provvedimento del 16 maggio 2023. Questa revisione, firmata dal direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, ha definito criteri, modalità e termini di attuazione per un ulteriore tipo di controllo e analisi del rischio.

Queste nuove misure sono state introdotte dalla Legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 148, legge n. 197/2022) per verificare i dati forniti per il rilascio di nuove partite IVA.

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Intensificazione dei controlli e delle analisi del rischio

I controlli e gli accessi già previsti dall’articolo 35, comma 15-bis, del decreto IVA sono stati ulteriormente rafforzati. Queste azioni mirano a confermare il possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi per l’assegnazione del numero di partita IVA. Questi controlli sono in linea con i criteri dell’Unione Europea riguardo la cooperazione amministrativa e la lotta contro le frodi nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto.

Se i controlli hanno un esito negativo, l’ufficio è obbligato a emettere un provvedimento di cessazione della partita IVA. Inoltre, dovrà disporre l’esclusione della partita IVA dalla banca dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie (Vat information exchange system).

Il provvedimento del 12 giugno 2017 ha stabilito i criteri e le modalità di cessazione della partita IVA e di esclusione dal Vies.

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Elementi di rischio da verificare

Il provvedimento del 16 maggio 2023 stabilisce che gli elementi di rischio da verificare possono riguardare sia la presenza di criticità nel profilo economico e fiscale del soggetto richiedente sia la manifesta carenza dei requisiti di imprenditorialità.

Inoltre, possono essere collegati alla tipologia e alle modalità di svolgimento dell’attività o alla posizione fiscale del contribuente.

Questi elementi di rischio, ricercati sulla base del confronto dei dati e delle informazioni disponibili nelle banche dati dell’Agenzia delle entrate, di quelli eventualmente acquisiti da altre banche dati pubbliche e private o attraverso segnalazioni provenienti da altri enti, se individuati, fanno scattare l’invito dell’ufficio a comparire di persona per fornire spiegazioni.

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Rifiuto dell’invito e conseguenze

Se l’invito dell’ufficio viene rifiutato, la partita IVA viene chiusa e viene applicata una sanzione di 3mila euro (articolo 1, comma 149, legge n. 197/2022). Tuttavia, lo stesso soggetto può successivamente richiedere l’assegnazione di un nuovo numero di partita IVA, previo rilascio di una polizza fideiussoria o fideiussione bancaria a favore dell’Amministrazione finanziaria, della durata di tre anni e per un importo, in ogni caso, non inferiore a 50mila euro.

In conclusione, il provvedimento del 16 maggio 2023 ha portato notevoli cambiamenti nella gestione e nei controlli delle partite IVA. Questi nuovi criteri, modalità e termini di attuazione introdotti dalla legge di bilancio 2023 mirano a migliorare la trasparenza e a ridurre le frodi fiscali nell’ambito delle partite IVA.



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TAGS: bonus partita iva, iva, partita iva, Vies

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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