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Concordato preventivo biennale: le novità, come funziona e le modalità di versamento

Concordato preventivo biennale: le novità, come funziona e le modalità di versamentoConcordato preventivo biennale: le novità, come funziona e le modalità di versamento
Ultimo Aggiornamento:

Il Decreto Omnibus, convertito in legge n. 143 del 7 ottobre 2024, ha introdotto rilevanti novità in materia fiscale, tra cui le nuove disposizioni sul concordato preventivo biennale. Queste misure mirano a offrire ai contribuenti un’opportunità di regolarizzare la propria posizione fiscale relativa agli anni passati, introducendo un regime di ravvedimento specifico e la possibilità di versare imposte in forma ridotta.

Ma cosa prevede esattamente la nuova normativa e quali sono i vantaggi per chi decide di aderire al concordato?

Esploriamo i dettagli delle novità e i benefici previsti per i contribuenti.

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Riduzione delle sanzioni e nuovi termini di adesione

Il concordato preventivo biennale, introdotto con il Decreto Omnibus, offre un’importante opportunità per regolarizzare le posizioni fiscali relative ai periodi d’imposta passati, riducendo il carico sanzionatorio a carico dei contribuenti che scelgono di aderire. Le principali novità riguardano la diminuzione delle soglie per l’applicazione delle sanzioni accessorie e l’introduzione di un regime di ravvedimento specifico per chi ha utilizzato gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA).

  1. Riduzione delle sanzioni: per i contribuenti che si trovano in violazione dei periodi d’imposta oggetto della proposta di concordato preventivo e che decidono di aderire, la legge prevede un dimezzamento delle sanzioni accessorie. Questa riduzione si applica anche ai contribuenti che non hanno aderito al regime di ravvedimento nel periodo 2018-2022 oppure che ne decadono in corso d’opera.
  2. Adesione entro il 31 ottobre 2024: i contribuenti interessati devono manifestare la propria volontà di aderire al concordato preventivo biennale entro e non oltre il 31 ottobre 2024. Questo termine è stato stabilito per consentire a tutti i soggetti coinvolti di valutare l’opportunità di regolarizzare la propria posizione fiscale.
  3. Regime di ravvedimento specifico: il regime di ravvedimento è particolarmente vantaggioso per chi ha applicato gli ISA e prevede la possibilità di versare un’imposta sostitutiva, in luogo delle imposte sui redditi e relative addizionali, nonché dell’Irap, per una o più annualità tra il 2018 e il 2022. Il calcolo della base imponibile avviene secondo i punteggi ottenuti con gli ISA e prevede un abbattimento del 30% per gli anni 2020 e 2021, riconoscendo gli effetti della pandemia da Covid-19.

Queste agevolazioni rappresentano una concreta opportunità per i contribuenti che vogliono sanare la propria posizione fiscale con un carico sanzionatorio ridotto e modalità di versamento agevolate.

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Modalità di versamento e opzioni di pagamento

I contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale possono scegliere tra diverse modalità di versamento, pensate per agevolare il pagamento delle imposte dovute.

È possibile effettuare il pagamento:

  1. In un’unica soluzione: il versamento dovrà essere effettuato entro il 31 marzo 2025, garantendo così una chiusura rapida e definitiva della propria posizione fiscale. Questa opzione è ideale per chi ha la disponibilità immediata delle risorse necessarie e desidera evitare il pagamento di interessi aggiuntivi.
  2. In rate mensili: in alternativa, i contribuenti possono optare per un piano di rateazione che prevede fino a 24 rate mensili di pari importo, dilazionando il versamento dell’imposta sostitutiva. Questo consente di distribuire il carico fiscale su un periodo di due anni, rendendo il pagamento più sostenibile.
  3. Importo minimo: è importante sottolineare che, indipendentemente dalla modalità scelta, l’imposta dovuta non può comunque essere inferiore a 1.000 euro. Ciò significa che anche i contribuenti con una base imponibile ridotta dovranno rispettare questa soglia minima per poter aderire al regime.

In caso di mancato rispetto delle scadenze o di decadenza dal piano di rateazione, il contribuente perderà i benefici del concordato e le somme dovranno essere versate in misura ordinaria, senza le agevolazioni previste dal decreto.

Inoltre, in presenza di violazioni successive o di cause ostative, come la notifica di un procedimento penale per reati tributari, l’Agenzia delle Entrate potrà ricalcolare gli importi e applicare le sanzioni previste dalla normativa vigente.

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Casi di decadenza dal beneficio e proroghe dei termini di accertamento

La normativa prevede alcune situazioni specifiche in cui il contribuente può perdere i benefici del concordato preventivo biennale, con conseguenze significative sulla propria posizione fiscale. Ecco i principali casi di decadenza:

  1. Mancato rispetto delle scadenze di pagamento: qualora il contribuente non rispetti anche solo una delle rate previste, o non versi l’intero importo entro i termini stabiliti, decadrà automaticamente dal beneficio del concordato. Ciò comporta l’immediata applicazione delle sanzioni ordinarie e l’obbligo di versare l’importo residuo senza riduzioni.
  2. Cause ostative penali: l’intervento di una misura cautelare, la notifica di un rinvio a giudizio o l’applicazione di un provvedimento restrittivo legato a reati tributari o finanziari comporta l’automatica perdita dei benefici concessi dal concordato preventivo. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate potrà effettuare verifiche ulteriori sui periodi d’imposta coinvolti e applicare le sanzioni previste dalla normativa.
  3. Decadenza per inadempimento: se il contribuente non ottempera agli obblighi previsti dal concordato, ad esempio omettendo il versamento di imposte correnti o in caso di nuove irregolarità, l’Agenzia delle Entrate può dichiarare la decadenza dal beneficio, con il conseguente ricalcolo delle imposte e delle sanzioni.

Tuttavia, la legge prevede anche una serie di proroghe dei termini di accertamento per garantire una corretta gestione delle posizioni fiscali:

  • Proroga al 31 dicembre 2027: per i contribuenti che applicano gli ISA e aderiscono al concordato, i termini di decadenza per l’accertamento delle annualità 2018, 2019, 2020 e 2021 sono prorogati al 31 dicembre 2027, relativamente alle annualità oggetto del ravvedimento.
  • Proroga al 31 dicembre 2025: per i contribuenti ISA che aderiscono al concordato preventivo biennale e che hanno termini di accertamento in scadenza al 31 dicembre 2024, la proroga è estesa fino al 31 dicembre 2025, offrendo così un ulteriore anno per la verifica della posizione fiscale.

Queste proroghe rappresentano un vantaggio per i contribuenti che intendono aderire al concordato, ma allo stesso tempo richiedono una gestione accurata della propria posizione fiscale, per evitare di incorrere nella decadenza dai benefici.



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TAGS: adempimenti fiscali, agevolazioni fiscali, concordato preventivo biennale, decreto omnibus, imposte sostitutive, normativa fiscale 2024, proroga accertamenti, ravvedimento fiscale, regolarizzazione fiscale, sanzioni ridotte

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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