La Banca Centrale Europea ha deciso di ridurre i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli al 2,5%. Questa mossa avrà conseguenze sia sui mutui che sui mercati finanziari, ma l’incertezza economica globale potrebbe influenzare le future decisioni della BCE.

L’andamento dell’economia mondiale e le nuove politiche della Germania saranno fattori chiave nel determinare se ci saranno ulteriori tagli nei prossimi mesi.

Ma cosa significa questa riduzione per chi ha un mutuo o vuole accenderne uno? E come reagiranno i mercati a questa scelta?

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La BCE taglia i tassi: una decisione influenzata dall’economia globale

Il taglio dei tassi al 2,5% da parte della BCE è stato motivato dall’esigenza di sostenere la crescita economica in un contesto di incertezza globale. Tuttavia, l’ipotesi di ulteriori riduzioni non è più così scontata come si pensava fino a qualche mese fa.

Uno dei fattori principali di questa incertezza è la politica economica degli Stati Uniti, influenzata dalle scelte di Donald Trump. La recente retromarcia sui dazi ha reso difficile per gli investitori prevedere l’andamento dell’economia globale, creando instabilità nei mercati finanziari.

In Europa, invece, un elemento chiave è rappresentato dalla Germania, che con il nuovo cancelliere in pectore Friedrich Merz ha annunciato un piano di stimolo economico senza precedenti. L’iniezione di circa 1.500-1.700 miliardi di euro nei prossimi dieci anni potrebbe ridurre la necessità di ulteriori interventi della BCE per sostenere l’economia.

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Mutui a tasso variabile: quanto si risparmia davvero?

Il taglio dei tassi di interesse ha un effetto diretto sui mutui a tasso variabile, ma il risparmio per chi sta già pagando un prestito non sarà così significativo. Secondo un’analisi di Facile.it, chi ha un mutuo variabile da 126.000,00 euro con una durata di 25 anni vedrà una riduzione della rata di circa 17 euro, passando da 650 a 633 euro al mese.

Questo beneficio varia in base alle condizioni iniziali del mutuo: chi ha stipulato il finanziamento con un tasso molto basso potrebbe notare una riduzione più marcata, mentre per chi ha sottoscritto il prestito in periodi di tassi più alti il risparmio sarà inferiore.

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Tuttavia, il mercato dei mutui è ancora dominato dalle soluzioni a tasso fisso, che offrono maggiore stabilità nel lungo periodo. Questo rende il beneficio del taglio dei tassi meno rilevante per chi sta cercando un nuovo finanziamento.

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Mutui a tasso fisso: una scelta più sicura nel lungo periodo?

Nonostante il taglio dei tassi da parte della BCE, il mutuo a tasso fisso continua a essere una scelta più sicura per chi desidera stabilità e prevedibilità nelle proprie spese. A differenza del tasso variabile, che segue l’andamento dell’Euribor e può aumentare nel tempo, il tasso fisso garantisce una rata costante per tutta la durata del finanziamento.

Oggi, la differenza tra tasso fisso e variabile è minima: si parla di pochi decimi di punto percentuale. Questo significa che optare per un fisso non comporta un costo molto più elevato rispetto al variabile, ma offre una maggiore protezione nel caso in cui i tassi tornino a salire nei prossimi anni.

Con le previsioni che indicano un possibile rialzo dell’Euribor dopo il 2024, chi sottoscrive ora un mutuo a tasso fisso potrebbe trarre vantaggio da condizioni ancora favorevoli, evitando il rischio di aumenti futuri.