L’incremento dei tassi applicati ai mutui ha già prodotto conseguenze sul numero di erogazioni e sulle domande di finanziamenti, le quali manifestano una diminuzione delle richieste. Questa restrizione si ripercuote sul mercato immobiliare, dove si osservano le prime contrazioni nel volume delle compravendite.
Questa è la situazione descritta dall’Istat, che ha rilasciato i dati del mercato immobiliare relativi a compravendite e mutui notarili nel terzo trimestre del 2022.
Parallelamente, l’Istituto Nazionale di Statistica ha ridotto al 7,6% il dato dell’inflazione di marzo, rispetto al +7,7% delle stime preliminari di inizio mese. L’aumento dei tassi di riferimento decisi dalla BCE ha comportato dal 2022 un continuo incremento del costo delle rate di mutui e finanziamenti.
La salita proseguirà anche nel 2023 seguendo l’andamento del costo del denaro deciso da Francoforte e continuerà a influire sul mercato immobiliare, con effetti ancora da valutare.
Sommario
Nel terzo trimestre del 2022 (periodo in cui il tasso TAEG è aumentato dal 2,37% al 2,65%), le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono risultate 95.945, pari a un calo del 5,5% rispetto al trimestre precedente e del 7,4% su base annua.
La riduzione riguarda l’intero territorio nazionale, sia su base congiunturale (Sud -10,0%, Isole -8,3%, Centro -6,6%, Nord-Est -4,2%, Nord-Ovest -3,4%), sia annua (Centro -8,7%, Nord-Est -8,2%, Sud -7,4%, Nord-Ovest -6,6%, Isole -4,4%, città metropolitane -8,2% e piccoli centri -6,8%).
Questa situazione rappresenta un segnale d’allarme per il mercato immobiliare, che dovrà affrontare presto un costo dei mutui che ha già superato a febbraio un tasso TAEG del 4% (fonte Banca d’Italia).
Advertisement - PubblicitàNel periodo analizzato dall’Istat, ovvero il terzo trimestre del 2022, il mercato immobiliare registra per la prima volta un calo dopo due trimestri positivi. Tra luglio e settembre, l’Istat rileva 220.995 convenzioni notarili di compravendita e altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari. Il calo è del 2,7% rispetto al trimestre precedente e dell’1,0% su base annua.
Tuttavia, poiché il decremento delle compravendite osservato nel terzo trimestre 2022 non assorbe l’incremento del primo semestre, i primi nove mesi del 2022 segnano comunque una ripresa del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2021, come sottolinea l’Istat. È importante ricordare che la ripresa dei primi trimestri del 2022 era anche frutto della “ripresa dopo la crisi pandemica”.
Nel confronto con il terzo trimestre 2021, le transazioni immobiliari diminuiscono dell’1,1% nel comparto abitativo, con effetti più significativi nel Nord-Est (-4,0%), nel Sud (-2,0%) e nel Nord-Ovest (-0,8%), mentre crescono nelle Isole (+3,4%) e nel Centro (+0,7%).
Advertisement - PubblicitàAd alleviare parzialmente l’effetto dell’aumento dei mutui, giunge la conferma del rallentamento dell’inflazione nel mese di marzo. Secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, si passa dal +9,1% di febbraio al 7,6% di marzo.
Il calo dell’inflazione è attribuibile principalmente alla diminuzione delle bollette di gas e luce sul mercato tutelato e al rallentamento del prezzo delle bollette sul mercato libero. Nel dettaglio, l’Istat segnala che i prezzi degli energetici regolamentati continuano a calare in modo significativo, passando da -16,4% a -20,3% tendenziale, mentre i prezzi dei beni energetici erogati sul libero mercato rallentano, con aumenti del 18,9% a marzo rispetto al 40,8% tendenziale registrato a febbraio.
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