ANCE e l’ABI propongono l’utilizzo degli F24 a compensazione dei crediti maturati, una soluzione resa possibile dalle recenti indicazioni di Eurostat.
Il 28 febbraio si è svolta un’audizione dell’ANCE presso la Commissione Finanze della Camera in videoconferenza riguardante il Decreto-Legge 11/2023 sulle misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
Durante l’audizione, il Vice Presidente ANCE Edilizia e Territorio, Ing. Stefano Betti, ha espresso la sua forte preoccupazione per la situazione creatasi a seguito dell’approvazione del decreto.
Il decreto non risolve infatti il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi, che ammontano a circa 19 miliardi di euro e che, se non pagati, mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori. L’effetto complessivo del decreto porterà il Paese in recessione, superando la lieve crescita prevista dalla Commissione UE.
Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali sta causando una crisi sistemica nell’economia italiana, con l’impossibilità di cedere i bonus che sta causando una carenza di liquidità nelle imprese di costruzioni. Questo porterà a breve al loro fallimento e all’estensione degli effetti a tutti i settori collegati, comprese le famiglie che si troveranno a rischio di decine di migliaia di contenziosi.
Per risolvere la situazione, l’ANCE e l’ABI propongono l’utilizzo degli F24 a compensazione dei crediti maturati, una soluzione resa possibile dalle recenti indicazioni di Eurostat. Inoltre, è necessario dare un segnale forte di fiducia attraverso l’attivazione del circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali. Altre soluzioni parziali, come l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel decreto-legge, non risolvono il problema principale di individuare i soggetti che possono monetizzare i crediti pregressi.
Per sbloccare la situazione, è necessaria una decisione rapida da parte del Governo e del Parlamento per approvare misure risolutive. Inoltre, una volta attivate le misure, occorre migliorare la disciplina transitoria prevista dal decreto per favorire il completamento dei lavori già avviati e evitare ingenti danni a famiglie ed imprese.
Il Vicepresidente dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha delineato le priorità dell’associazione nell’iter di conversione del decreto-legge 11/2023.
La priorità numero 1 è quella di sbloccare i crediti pregressi, che sono stati accumulati a seguito del sostenimento delle spese per gli interventi agevolati con i bonus edilizi. L’ANCE propone di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati e di coinvolgere immediatamente le istituzioni e aziende statali come soggetti acquirenti di questi crediti fiscali.
La priorità numero 2 è quella di migliorare la disciplina transitoria, che appare limitativa rispetto alle specificità e complessità delle situazioni esistenti nei cantieri italiani. L’ANCE propone di estendere la deroga al blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per tutti i cantieri di ristrutturazione ancora non avviati alla data del 17 febbraio 2023.
Il Vicepresidente ha suggerito di migliorare la disciplina transitoria per tener conto di tutte le fattispecie, come le operazioni di demolizione e ricostruzione, la ricostruzione post-sisma, gli interventi con molteplici titoli abilitativi, l’edilizia libera e gli IACP.
Inoltre, il Vicepresidente ha sottolineato l’importanza di aprire un confronto per definire gli strumenti fiscali e finanziari idonei a raggiungere gli obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione degli edifici. La rimozione della possibilità di cessione dei crediti maturati per i nuovi interventi rappresenta un ostacolo per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. Pertanto, è fondamentale prevedere la possibilità di cessione, in modo selettivo e in funzione delle disponibilità di finanza pubblica, per alcune tipologie di soggetti e/o di interventi.
La proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia richiede un ritmo di intervento pari a 180.000 edifici all’anno, ma senza la possibilità di cedere i crediti maturati, il rischio è quello di tornare ai numeri insignificanti del triennio 2018-2020.
Per questo, l’ANCE ritiene fondamentale prevedere, in modo selettivo e in funzione degli spazi di finanza pubblica disponibili, la possibilità di cessioni per alcune tipologie di soggetti e/o di interventi.
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