La legge 104/92, meglio conosciuta come Legge 104, è oggi la base della giurisprudenza italiana in materia di disabilità e diritti.
La legge 104/92, meglio conosciuta come Legge 104, è oggi la base della giurisprudenza italiana in materia di disabilità e diritti.
Tra questi c’è anche il diritto al lavoro: all’Articolo 8, Paragrafo f, la legge 104 stabilisce che vengano messe in atto misure atte a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro, in forma individuale o associata, e la tutela del posto di lavoro anche attraverso incentivi diversificati.
La legge 104 è stata ampliata dalla Legge 68 del 1999 riguardo al diritto al collocamento preferenziale che spesso è pensato, erroneamente, come facente parte della legge 104.
Per il datore di lavoro le leggi 104 e 68 impongono dei doveri ben precisi. Quello che viene in mente alla maggioranza delle persone è il diritto ai permessi, ma questa visione è molto riduttiva di una legge più complessa.
Sommario
I permessi lavorativi retribuiti sono la cosa che viene in mente per primo quando si parla della legge 104, ed essi sono normati nell’articolo 33 della legge stessa. Il dovere dei datori di lavoro riguardo ai permessi retribuiti è chiaro: devono concederli ai dipendenti.
Advertisement - PubblicitàCi sono due categorie: il caso in cui il lavoratore stesso sia il beneficiario della legge, e il caso in cui invece sia un suo parente.
Nel primo caso il lavoratore può richiedere o 1-2 ore giornaliere o i permessi lavorativi di 3 giorni al mese. Attenzione che non sono cumulabili: o si fruisce dell’uno o dell’altro (come esplicitato dalla Legge 8 marzo 2000, n. 53).
Per assicurati INPS (circolare n 133/2000, punto 1) o INPDAP (circolare del 9 dicembre 2002, n.33) è accettato che in alcuni casi ci sia un cambiamento tra la scelta delle ore o giornate, ma solo se ci sono esigenze improvvise e non prevedibili, e che il lavoratore è tenuto a motivare.
Insomma, se il lavoratore ha già avvisato che ci saranno dei giorni di permesso su un mese non può cambiare senza ottimi motivi in ore di riposo giornaliere. Una particolarità della legge è che anche i genitori con figli gravemente disabili sotto i tre anni di età possono scegliere di prendere le due ore di riposo giornaliere.
Se invece si tratta di parenti o affini è possibile richiedere solo i giorni di permesso, e solo in caso in cui il parente disabile non sia ricoverato a tempo pieno in una struttura.
Lo spettro di chi può richiedere questi permessi è abbastanza ampio e include, oltre ai genitori e coniugi (inclusi unioni civili e coabitazioni) anche fratelli e sorelle, nonni, nipoti e zii.
Attenzione che i tre giorni di permesso devono essere per supportare la persona con disabilità grave: in caso si venga a sapere che il proprio dipendente ha richiesto dei permessi ex legge 104 e li ha usati per motivi personali è possibile iniziare un licenziamento per giusta causa.
In sostanza il datore di lavoro riguardo ai permessi retribuiti ha il dovere di:
Il datore di lavoro NON ha il dovere di (e anzi commette un illecito se):
I lavoratori disabili, i loro genitori e familiari non possono essere trasferiti senza il loro esplicito consenso. Questo è quanto definiscono i commi 5 e 6 dell’articolo 33 della Legge 104/1992.
Questo è un diritto importante e spesso sottovalutato dai datori di lavoro: la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24015 del 12 ottobre 2017, ha infatti affermato che questo diritto vale anche in caso si tratti di un cambiamento nello stesso comune e a pochi chilometri di distanza, e che non implichi cambiamenti di abitazione.
Il datore di lavoro ha dunque il dovere di:
Da notare che per i dipendenti pubblici la legge 104 include anche la scelta della sede di lavoro più vicina al domicilio, ma questo non si applica ai dipendenti privati.
Advertisement - PubblicitàLa legislazione qui è complicata da sentenze consecutive e varie circolari, ma si è stabilizzata negli ultimi anni anche grazie al decreto legislativo Decreto Legislativo del 18 luglio 2011, n. 119.
In sostanza hanno diritto a questa tipologia di congedi, in ordine:
Attenzione: una sola di queste persone ed esattamente in quest’ordine possono fare richiesta del congedo retribuito. Se uno dei nostri dipendenti è il fratello convivente di un disabile grave per cui i suoi genitori stanno già usufruendo del congedo straordinario retribuito, la richiesta è illegittima.
Il solo caso in cui più di una persona può richiedere il congedo ex legge 104 riguardo la stessa persona disabile sono i genitori: sia il padre che la madre possono infatti fare richiesta per il figlio.
Bisogna anche considerare che i due anni sono il massimo utilizzabile nella vita lavorativa di una persona. In altre parole: indipendentemente dal numero di familiari disabili a cui si sta dando supporto si può sempre chiedere al massimo due anni. Se un genitore ha un secondo figlio disabile, non può cumulare altri due anni oltre a quelli che già possiede e ha o meno utilizzato.
I due anni sono frazionabili fino alla giornata, ma non alle ore.
Questi permessi sono retribuiti come la maternità: vengono anticipati dal datore di lavoro che poi li detrae dai contributi INPS. Il totale è pari alle voci fisse dell’ultima retribuzione fino a un massimo di 47.446,00 annui. Durante questo periodo non si maturano ferie, non si ha tredicesima o quattordicesima né TFR.
Come vengono richiesti questi permessi varia a seconda se il lavoratore è assicurato o meno presso l’INPS, ma in generale il lavoratore ha il dovere di certificare correttamente la propria domanda prima all’ente e poi al datore di lavoro stesso, e il datore di lavoro di fare un check sulla stessa.
Ricapitolando in questo caso il datore di lavoro ha il dovere di:
Il datore di lavoro NON ha il dovere di (e anzi commette un illecito se):
Qui la situazione si fa complessa, anche se l’articolo 33 del Decreto Legislativo 151/2001 l’ha semplificata, ma in parole povere: i genitori di figli disabili hanno diritto a diverse scelte per come desiderano occuparsi dei figli, e le scelte disponibili dipendono dall’età del figlio stesso:
L’indennità economica è pari al 30% della retribuzione, e questi permessi possono essere richiesti da sei mesi dopo la fine del periodo di maternità (per la madre) o sette dopo la nascita del figlio (per il padre).
Il datore di lavoro ha quindi il dovere di:
Il decreto attuativo numero 81 del 15 giugno 2015 concede sia al lavoratore disabile che ai lavoratori che prestano aiuto a un parente disabile ex legge 104 di chiedere la trasformazione del loro contratto da full time a part time.
A differenza dei diritti esplicitati in precedenza, questo è un diritto di priorità: il datore di lavoro non ha il dovere di trasformare il contratto di lavoro in part time, deve semplicemente dare priorità ai lavoratori che l’hanno richiesto ex legge 104 in caso si decida di fare questi cambiamenti.
Quindi il datore di lavoro ha il dovere di:
Nonostante la legge 104 e le susseguenti leggi ancillari e circolari siano materia complessa, siamo giunti al punto di poter ricapitolare i doveri che la legge 104 impone ai datori di lavoro:
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