Il recente Decreto Omnibus, convertito in legge n. 143 del 7 ottobre 2024, porta con sé una serie di interventi a sostegno dei lavoratori e delle famiglie italiane. Tra le novità più rilevanti spicca il bonus una tantum di 100 euro destinato ai lavoratori dipendenti che rispettano alcuni requisiti specifici.
Questa misura, che sarà erogata nella busta paga di dicembre insieme alla tredicesima, è pensata per offrire un sostegno economico a chi si trova in particolari condizioni familiari e reddituali.
Ma chi sono i beneficiari di questo bonus e come si potrà richiedere?
Esploriamo nel dettaglio come funziona questo incentivo e quali sono i passaggi necessari per ottenerlo.
Sommario
Il bonus una tantum di 100 euro è destinato esclusivamente ai lavoratori dipendenti che soddisfano determinati requisiti reddituali e familiari.
Vediamoli nel dettaglio:
Questi criteri devono essere rigorosamente rispettati al momento della richiesta, per evitare eventuali contestazioni o recuperi in fase di conguaglio fiscale.
Advertisement - PubblicitàPer ottenere il bonus di 100 euro, il lavoratore dipendente deve presentare un’apposita richiesta scritta al proprio sostituto d’imposta (ossia il datore di lavoro) entro i termini stabiliti. Nella domanda, oltre a dichiarare di avere diritto al beneficio, è obbligatorio specificare alcuni dati relativi al nucleo familiare, tra cui il codice fiscale del coniuge e dei figli a carico. È importante che il lavoratore attesti con precisione la propria condizione reddituale e familiare, poiché eventuali errori potrebbero comportare la revoca del bonus e la necessità di restituire le somme ricevute.
La legge stabilisce che il bonus verrà erogato in un’unica soluzione nella busta paga del mese di dicembre, in concomitanza con la tredicesima mensilità. Questo significa che i lavoratori dipendenti riceveranno l’importo in un periodo in cui le spese familiari sono solitamente più alte, offrendo così un piccolo sollievo economico.
Una particolarità è che il bonus non concorrerà a formare il reddito imponibile del dipendente, il che significa che sarà esente da tassazione. Tuttavia, l’effettiva spettanza dell’importo sarà verificata in sede di conguaglio fiscale. In altre parole, se al momento della verifica dei redditi complessivi e dei carichi familiari il lavoratore non risultasse più idoneo, il sostituto d’imposta (il datore di lavoro) procederà a recuperare il bonus, trattenendo la somma dalle future buste paga.
Questa verifica può avvenire anche successivamente, in sede di dichiarazione dei redditi: se il bonus è stato erogato indebitamente o in misura superiore a quella spettante, il lavoratore dovrà restituire la differenza.
Advertisement - PubblicitàUna delle caratteristiche principali del bonus una tantum di 100 euro è la necessità di verificare la sua effettiva spettanza durante la fase di conguaglio fiscale. Questa operazione viene effettuata dal sostituto d’imposta (il datore di lavoro) nel momento in cui si esegue il calcolo complessivo delle imposte dovute per l’anno in corso. Se, al termine di questa verifica, risulta che il dipendente non soddisfa più i requisiti previsti, il bonus sarà recuperato tramite trattenuta nella successiva busta paga.
Lo stesso principio vale anche per eventuali errori o inesattezze nelle dichiarazioni fornite dal dipendente al momento della richiesta. Per esempio, se il dipendente ha omesso di comunicare variazioni nel proprio nucleo familiare o se i redditi dei figli superano i limiti previsti dalla legge, la somma ricevuta a titolo di bonus dovrà essere restituita.
Un aspetto particolarmente rilevante è la rideterminazione del bonus in sede di dichiarazione dei redditi. Se, al momento della presentazione della dichiarazione, emergono cambiamenti nella situazione reddituale o familiare rispetto a quanto dichiarato inizialmente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe ricalcolare l’importo del bonus spettante. In questo caso, il lavoratore sarà tenuto a restituire eventuali somme percepite in eccesso oppure a ricevere l’eventuale integrazione qualora il bonus non sia stato interamente erogato dal datore di lavoro.
Inoltre, il bonus è soggetto a verifica anche in situazioni particolari, come quelle relative a contratti di lavoro a tempo determinato o a periodi di congedo non retribuito. In questi casi, l’importo verrà proporzionalmente ridotto in base alla durata effettiva del rapporto di lavoro.
Advertisement - PubblicitàPer poter ricevere il bonus, il lavoratore deve presentare una richiesta scritta al proprio datore di lavoro, che svolge il ruolo di sostituto d’imposta. La compilazione della domanda deve avvenire in modo dettagliato, includendo tutte le informazioni richieste per verificare la spettanza del beneficio.
Nella richiesta, il lavoratore deve specificare i seguenti dati:
È fondamentale che la dichiarazione sia corretta e completa. Qualora dovessero emergere discrepanze o dichiarazioni non veritiere, il sostituto d’imposta sarà obbligato a recuperare l’importo erogato. Pertanto, il dipendente deve mantenere aggiornata la propria situazione familiare e reddituale e comunicare tempestivamente qualsiasi variazione che possa influire sulla spettanza del bonus.
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Un altro punto importante riguarda la conservazione della documentazione: il lavoratore deve conservare copia della richiesta presentata, nonché eventuali documenti che possano attestare la correttezza delle dichiarazioni effettuate (ad esempio, certificati di stato di famiglia o dichiarazioni fiscali). In caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, sarà necessario esibire tutta la documentazione a supporto della richiesta.
Il datore di lavoro, dal canto suo, ha l’obbligo di effettuare una prima verifica della richiesta e, in caso di errori palesi o mancanza di requisiti, di non procedere all’erogazione del bonus. Tuttavia, è solo in sede di conguaglio che viene effettuata la verifica definitiva della spettanza.
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