Il bonus natale di 100 euro per i lavoratori dipendenti nel 2024 sostiene famiglie con redditi bassi, attraverso requisiti specifici, compensazioni fiscali e una gestione trasparente tramite dichiarazione dei redditi e conguagli.
Nel panorama delle misure di sostegno economico previste per il 2024, spicca l’introduzione di un bonus straordinario di 100 euro, dedicato ai lavoratori dipendenti in condizioni economiche e familiari particolarmente vulnerabili.
Introdotto dall’articolo 2-bis del Decreto Legge 113/2024, questa indennità, erogata unitamente alla tredicesima mensilità, rappresenta un intervento mirato a sostenere le famiglie con redditi bassi e caratteristiche specifiche. Il bonus, inoltre, viene riconosciuto dai sostituti d’imposta (ovvero i datori di lavoro) che ne recuperano l’importo attraverso un meccanismo di credito d’imposta.
Ma quali sono i requisiti per beneficiarne e come funziona il processo di erogazione?
Scopriamolo insieme.
Sommario
Il bonus di 100 euro per il 2024 non è rivolto a tutti i lavoratori dipendenti, ma è destinato esclusivamente a chi soddisfa requisiti ben definiti. In particolare, possono accedere all’indennità coloro che, durante l’anno d’imposta 2024, hanno:
La norma esclude esplicitamente i titolari di redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, riservando il beneficio esclusivamente a chi percepisce redditi riconducibili all’articolo 49 del Tuir. Inoltre, il bonus viene proporzionato in base ai giorni effettivamente lavorati nel corso del 2024, tenendo conto della retribuzione spettante.
Advertisement - PubblicitàL’erogazione del bonus di 100 euro avviene direttamente nella busta paga di dicembre, unitamente alla tredicesima mensilità. Per ottenerlo, il lavoratore dipendente deve presentare al proprio datore di lavoro una richiesta formale, dichiarando, tramite autocertificazione, di possedere i requisiti richiesti.
Questa dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà rappresenta un elemento cruciale per accedere al beneficio.
I datori di lavoro, in qualità di sostituti d’imposta, sono tenuti a verificare la completezza della documentazione e, successivamente, a riconoscere il bonus. Tuttavia, l’importo erogato non grava direttamente sul datore di lavoro, che ha la possibilità di recuperare le somme tramite un credito d’imposta.
Tale credito può essere utilizzato in compensazione a partire dal giorno successivo all’erogazione del bonus, mediante i modelli F24 o F24 EP per gli enti pubblici, utilizzando i codici tributo specificati dall’Agenzia delle Entrate.
Leggi anche: Bonus di 100 euro sulla tredicesima 2024: chi può accedervi?
Advertisement - PubblicitàPer consentire ai datori di lavoro di recuperare le somme erogate con il bonus, l’Agenzia delle Entrate ha istituito specifici codici tributo da utilizzare in fase di compensazione. Questi codici sono:
L’introduzione di questi codici semplifica la gestione fiscale del credito, consentendo un recupero rapido e agevole delle somme anticipate dai sostituti d’imposta.
Advertisement - PubblicitàPer i lavoratori che hanno avuto più contratti di lavoro dipendente durante il 2024, il bonus viene erogato dall’ultimo datore di lavoro. In questo caso, è necessario presentare a quest’ultimo una richiesta corredata delle certificazioni uniche relative ai precedenti rapporti di lavoro, al fine di garantire un calcolo corretto dell’indennità spettante.
Nel caso in cui il lavoratore abbia più contratti part-time contemporanei, spetta al dipendente individuare il sostituto d’imposta che dovrà erogare il bonus. Questa flessibilità operativa garantisce che il beneficio venga gestito in modo centralizzato, evitando doppie erogazioni o errori di calcolo.
Per i lavoratori che cessano l’attività lavorativa nel corso del 2024, l’indennità può essere richiesta nella dichiarazione dei redditi del 2025, assicurando che nessuno venga escluso dal beneficio per ragioni legate alla tempistica del rapporto lavorativo.
Advertisement - PubblicitàL’importo del bonus di 100 euro viene calcolato in base ai giorni effettivamente lavorati durante il 2024. Ciò significa che l’indennità è proporzionata al periodo di attività del lavoratore dipendente nell’anno fiscale di riferimento. Tuttavia, per determinare il numero di giorni utili al calcolo, si considerano solo quelli in cui il dipendente ha effettivamente maturato il diritto alla retribuzione.
In presenza di più rapporti di lavoro nello stesso periodo, i giorni contemporanei vengono conteggiati una sola volta. Al contrario, modalità particolari di lavoro, come il part-time orizzontale, verticale o ciclico, non comportano riduzioni del bonus: l’importo rimane invariato, indipendentemente dalla tipologia di contratto.
Questa metodologia di calcolo mira a garantire equità nell’erogazione, assicurando che il bonus rispecchi il reale periodo lavorativo del beneficiario.
Advertisement - PubblicitàIl bonus di 100 euro non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF, rappresentando così un beneficio netto per i lavoratori. Tuttavia, l’indennità è soggetta a verifica in sede di conguaglio fiscale. I datori di lavoro, in qualità di sostituti d’imposta, sono tenuti a controllare la spettanza del bonus e, nel caso in cui risulti non dovuto, a recuperare le somme indebitamente erogate.
Qualora il lavoratore abbia diritto al bonus ma non lo abbia ricevuto dal datore di lavoro, ad esempio per cessazione dell’attività lavorativa o errori procedurali, potrà comunque richiederlo nella dichiarazione dei redditi del 2025, relativa all’anno d’imposta 2024. In questo modo, il beneficio non viene perso, ma viene recuperato in forma di credito fiscale.
Nel caso opposto, se un lavoratore ha percepito il bonus senza possederne i requisiti o per un importo superiore al dovuto, sarà obbligato a restituire le somme attraverso la dichiarazione dei redditi. Questa restituzione verrà conteggiata come importo a debito nel saldo IRPEF.
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