Le spese legate all’installazione di sistemi di teleassistenza sanitaria e di emergenza possono essere portate in detrazione nella misura del 50% con il Bonus Ristrutturazione.
L’incentivo è inizialmente stato istituito nella misura del 36% con un massimale di spesa pari a 48.000 euro. Ad oggi è valido in misura maggiorata al 50%, con limite di spesa pari a 96.000 euro, fino al 31 dicembre 2024. Se per tale data non dovessero esserci proroghe, l’agevolazione potrebbe tornare alle disposizioni iniziali (approfondisci qui).
Vediamo cosa si intende per sistemi di teleassistenza e quando le spese possono essere ammesse al Bonus Ristrutturazione.
Leggi anche: “Bonus Ristrutturazione: tutti gli interventi possibili, Guida completa”
Advertisement - PubblicitàLa teleassistenza è un sistema socio-assistenziale garantito dal sistema sanitario, che appartiene al rango della Telemedicina ed è prettamente dedicato alle persone anziane, fragili o diversamente abili.
In base a quanto spiegato nelle Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina pubblicate dal Ministero della Salute, la teleassistenza consiste in un servizio di presa in carico a domicilio a favore di tutti gli individui anziani, fragili o disabili che ne facciano richiesta.
Nello specifico, tale sistema comprende:
La teleassistenza, si chiarisce, si deve intendere strettamente connessa al sistema sanitario, in modo da poter garantire ai cittadini un servizio di continuità assistenziale completo.
Nonostante questo, viene precisato che il sistema della teleassistenza si differenza dagli altri rami della Telemedicina in quanto il suo contenuto è prettamente sociale e socio-assistenziale, e non si rivolge (almeno direttamente e strettamente) all’ambito sanitario.
La richiesta che si deve fare per ottenere il supporto della “teleassistenza sanitaria e di emergenza” è completamente gratuita. Tuttavia, gli strumenti necessari perché il servizio sia possibile, nonché l’installazione fisica degli stessi, prevedono chiaramente dei costi a carico del cittadino.
Qui interviene appunto il Bonus Ristrutturazione, che ricomprende l’installazione di questi sistemi nella categoria della “cablatura degli edifici”, con possibilità di detrarre il 50% delle spese fino ad un massimo di 96.000 euro.
Advertisement - PubblicitàTra le tante categorie di intervento che possono essere ammesse al Bonus Ristrutturazione, infatti, sono presenti anche i lavori mirati alla cablatura degli edifici, ovvero tutte quelle opere atte a realizzare antenne collettive o reti via cavo per garantire la ricezione nelle singole unità abitative.
L’intervento può essere realizzato sulle singole unità e sulle parti comuni degli edifici condominiali, purché gli immobili interessati siano già esistenti e utilizzati a destinazione residenziale.
Nella Circolare n. 17/E del 26 giugno 2023 è stato chiarito in particolare che:
“Ai fini delle agevolazioni fiscali, la tipologia di intervento ammissibile è limitata al caso di lavori, in edifici esistenti, che interconnettano tutte le unità immobiliari residenziali.”
Il Bonus Ristrutturazione non prevede infatti in alcun caso la possibilità di intervenire su unità che non siano abitative.
Tra i lavori di cablatura degli edifici, come abbiamo detto, è ricompresa anche l’installazione di sistemi che possano garantire il supporto della di teleassistenza, ma non solo.
È possibile detrarre, ad esempio, anche la spesa sostenuta semplicemente per la sostituzione delle antenne private singole con un’unica antenna comune per tutti, come chiarito dalla Circolare n. 121/E dell’11 maggio 1998.
Allo stesso modo, l’incentivo ammette le spese di cablatura anche con la finalità di garantire l’accesso a servizi telematici e di trasmissione dati, informativi e di assistenza, come appunto:
Leggi anche: “Bonus Ristrutturazione: ammesso per lavori eseguiti autonomamente”
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