Le spese che si sostengono per il consolidamento strutturale di edifici e singole unità possono essere portate in detrazione grazie ai bonus casa attualmente in vigore.
È possibile conseguire dei piccoli lavori volti al miglioramento statico degli immobili, oppure procedere anche alla totale demolizione e ricostruzione dell’intero edificio.
Sommario
Il primo incentivo da tenere in considerazione per quanto riguarda gli interventi di consolidamento strutturale dei fabbricati è il Bonus Ristrutturazione, che concede una detrazione in misura pari al 50% delle spese sostenute.
Leggi anche: Bonus Ristrutturazioni: la guida per il 2024, cosa cambia?
La detrazione è solo da Irpef e gli interventi agevolabili possono essere realizzati solo in riferimento agli immobili a destinazione abitativa, o in alternativa di dovrà provvedere al cambio di destinazione d’uso in abitativo dopo i lavori.
Il bonus ristrutturazione incentiva, ad esempio, i lavori rientranti nella manutenzione straordinaria, che comprendono tutte quelle opere necessarie per rinnovare e sostituire parti dell’edificio, anche dal punto di vista strutturale.
In quest’ottica, è possibile addirittura procedere con il frazionamento o accorpamento delle singole unità immobiliari che compongono l’edificio, anche ampliando la volumetria delle unità o creandone di nuove.
Approfondisci: Frazionamento o accorpamento unità: possibile col Bonus Ristrutturazione
Con la manutenzione straordinaria è fondamentale, tuttavia, che non si apportino modifiche alla volumetria complessiva dell’immobile.
Alcuni degli interventi che si possono realizzare in questa categoria, sono:
Sempre il Bonus Ristrutturazione ammette anche il restauro e risanamento conservativo delle abitazioni.
Sono inclusi qui tutti gli interventi realizzati al fine di conservare il pregio di un immobile con valore architettonico o storico-artistico (restauro), oppure quelli mirati ad adeguare alle esigenze d’uso attuale gli immobili già esistenti (risanamento conservativo).
In quest’ottica, si può intervenire sull’organismo edilizio con una serie di opere (anche di miglioramento statico), che però non comportino modifiche agli elementi tipologici, formali e strutturali già esistenti.
Nello specifico, come chiarito dalla Circolare n. 17/E del 26 giugno 2023, tali interventi comprendono:
“[…] il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso e l’eliminazione di elementi estranei all’organismo edilizio.”
Se poi si intende usufruire del Bonus Ristrutturazione per compiere interventi di ristrutturazione edilizia, allora sarà possibile realizzare una vasta serie di opere, che possono consistere anche nella totale demolizione e ricostruzione dell’immobile, oppure nella ricostruzione di un edificio crollato o demolito in precedenza.
La ristrutturazione edilizia ammette in particolare la realizzazione di opere che possono portare ad un organismo edilizio anche del tutto diverso da quello preesistente.
È possibile dunque apportare modifiche a sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche preesistenti, nonché adeguare la struttura ai criteri della normativa antisismica. I lavori devono essere però finalizzati ad uno dei seguenti scopi:
Tra i lavori ammissibili al bonus ristrutturazione ci sono anche gli interventi di messa in sicurezza statica dell’edificio, con particolare riguardo agli elementi strutturali.
Si tratta appunto dei lavori finalizzati all’adozione delle misure antisismiche, ovvero di quelle opere di consolidamento strutturale che puntano a ridurre il rischio di crollo in caso di scosse di terremoto.
In questo caso, gli interventi di consolidamento strutturale sono i primi ad essere incentivati.
Si precisa, tra l’altro, che si possono conseguire anche lavori minori di “riparazione o locali”, ovvero lavori di consolidamento che non riguardino l’intera struttura ma siano finalizzati a migliorare la staticità di specifici elementi strutturali, come ad esempio:
Gli stessi interventi di riduzione del rischio sismico agevolabili con il Bonus Ristrutturazione possono essere incentivati anche con il Sismabonus o il Superbonus.
Con il Sismabonus, si può intervenire con il consolidamento strutturale di unità abitative e non abitative, e le detrazioni possono andare dal 50% fino all’85% a seconda degli interventi e della tipologia di immobili.
Il Superbonus invece eleva gli stessi interventi e concede attualmente detrazioni al 90% o al 110%, ma è usufruibile solo per gli immobili residenziali.
Ricordiamo che tutti i lavori di riduzione del rischio sismico possono essere realizzati esclusivamente nelle Zone 1, 2, 3 secondo la classificazione del territorio italiano disposta dalla Protezione Civile.
Leggi anche: “Sismabonus: quali regioni italiane sono escluse dall’incentivo?”
Compila il form sottostante: la tua richiesta verrà moderata e successivamente inoltrata alle migliori Aziende del settore, GRATUITAMENTE!