Il Governo accelera sul decreto “Salva casa”, con l’obiettivo di semplificare le sanatorie edilizie grazie a due strumenti fondamentali: un prontuario operativo, che fornirà regole chiare per i Comuni, e i moduli unificati per le pratiche edilizie, come Scia, Cila e permesso di costruire.

Questi interventi puntano a eliminare dubbi interpretativi e uniformare le procedure entro la fine dell’anno. Ma in che modo queste novità agevoleranno cittadini e amministrazioni locali?

Scopriamolo nei dettagli.

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Le criticità del “Salva casa” e i primi risultati

Il “Salva casa” ha evidenziato, nei primi mesi di applicazione, grandi potenzialità, ma anche importanti limiti. La procedura, pensata per regolarizzare situazioni edilizie risalenti a decenni fa, si scontra spesso con dubbi interpretativi e norme di difficile applicazione da parte degli enti locali.

Uno dei casi più emblematici è quello delle varianti edilizie realizzate prima del 1977, dove le complessità burocratiche frenano la possibilità di sanatoria.

Questo aspetto richiede una revisione delle modalità di calcolo delle sanzioni e delle verifiche urbanistiche.

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Le linee guida per superare i dubbi applicativi

La redazione di un prontuario tecnico, guidata dal Ministero delle Infrastrutture, rappresenta uno dei pilastri fondamentali per rendere operative le sanatorie previste dal “Salva casa”. Questo documento avrà un ruolo chiave nel fornire interpretazioni univoche per l’applicazione del decreto, eliminando le discrepanze che, finora, hanno causato confusione tra gli enti locali e i professionisti del settore.

In particolare, le linee guida definiranno in modo dettagliato:

  • I criteri di verifica della conformità urbanistica ed edilizia: le amministrazioni avranno strumenti chiari per valutare se le varianti edilizie oggetto di sanatoria rispettano le normative tecniche e urbanistiche in vigore al momento della loro realizzazione.
  • Le modalità di calcolo delle sanzioni: spesso, il processo di regolarizzazione si è arenato a causa di difficoltà nel determinare l’importo delle sanzioni. Il prontuario specificherà i parametri da utilizzare, evitando interpretazioni soggettive e discrepanze tra un Comune e l’altro.
  • Le procedure operative per le sanatorie ante 1977: queste rappresentano una delle maggiori criticità del “Salva casa”, in quanto riguardano situazioni storiche per le quali non esisteva una disciplina normativa definita. Le linee guida offriranno una soluzione standardizzata, riducendo il margine di errore e accelerando i tempi di risposta.

A dare ulteriore spinta a questa fase di semplificazione è stato il recente annuncio del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, durante l’assemblea annuale dell’ANCI tenutasi presso il Lingotto Fiera di Torino la scorsa settimana.

Salvini ha anticipato che, entro la fine del mese di novembre, verrà pubblicato un mini manuale operativo destinato ai Comuni. Questo strumento sarà concepito come un accompagnamento pratico per aiutare gli uffici tecnici comunali e i sindaci a interpretare il decreto in modo uniforme.

Come dichiarato dal Ministro, il manuale servirà a evitare che i Comuni si trovino “in balia della discrezionalità su come applicare il Salva casa, su quali interventi andare a sanare e regolarizzare, e in cambio di quali cifre richieste”. L’obiettivo è fornire ai tecnici comunali una base solida per procedere, riducendo incertezze e ritardi nelle pratiche di sanatoria.

Questo approccio integrato, che comprende le linee guida ministeriali e il manuale operativo per i Comuni, punta a offrire una soluzione chiara e pratica alle problematiche applicative del decreto, garantendo maggiore trasparenza e omogeneità su tutto il territorio nazionale.

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I modelli unificati: uno strumento per la semplificazione

Parallelamente al prontuario tecnico, il secondo pilastro della fase di chiarimento del “Salva casa” riguarda la standardizzazione dei modelli edilizi. La commissione tecnica incaricata, composta da esperti e rappresentanti di associazioni professionali, ha completato la revisione del modello per la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), che fungerà da riferimento per uniformare gli altri documenti: Cila (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), Permesso di Costruire e Certificato di agibilità.

L’obiettivo di questa revisione è duplice. Da un lato, si punta a ridurre le ambiguità legate alla compilazione delle pratiche edilizie, che spesso portano a errori e ritardi. Dall’altro, i nuovi modelli consentiranno di integrare le interpretazioni delle norme contenute nel “Salva casa”, fornendo istruzioni chiare e coerenti per cittadini e professionisti.

In questo modo, ogni modello diventerà non solo un documento amministrativo, ma anche uno strumento di semplificazione normativa.

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Un aspetto centrale della riforma è l’introduzione di istruzioni specifiche per situazioni delicate, come la verifica dello stato legittimo degli immobili e i cambi di destinazione d’uso. Questi sono due tra i principali nodi critici che hanno generato incertezze nella gestione delle pratiche edilizie. I nuovi modelli offriranno indicazioni operative dettagliate per affrontare tali casi, riducendo il margine di interpretazione discrezionale da parte degli uffici tecnici comunali.

L’adozione dei modelli aggiornati avverrà in seguito all’approvazione definitiva in sede di Conferenza Unificata, prevista entro la fine dell’anno, dopo un’ulteriore fase di confronto tra Governo, Regioni ed enti locali. Questa cooperazione mira a garantire che le innovazioni siano condivise e applicabili su scala nazionale, senza differenze territoriali che possano penalizzare cittadini o professionisti.