La recente sentenza del TAR Campania (n° 5370 del 2024), Sezione Ottava, ha segnato un punto fermo per i procedimenti amministrativi legati alle autorizzazioni sismiche e alla sanatoria urbanistica. Il caso esaminato riguardava un proprietario immobiliare che, dopo aver presentato istanza per l’accertamento di conformità dell’edificio, si era trovato a fronteggiare il silenzio della Regione Campania.
Da questo contesto è nata una domanda importante: quando e come il “silenzio” delle autorità può essere interpretato come rifiuto implicito?
Il TAR ha stabilito una linea guida fondamentale per chiarire questo punto e stabilire la priorità tra autorizzazione sismica e sanatoria edilizia.
Sommario
Il caso oggetto della sentenza ruota attorno a un cittadino campano, proprietario di un immobile destinato a uso abitativo, che necessitava di un’accertamento di conformità sismica per rendere pienamente agibili anche i locali commerciali sottostanti.
Dopo aver presentato una denuncia di inizio lavori presso la Regione Campania, il ricorrente ha richiesto un’attestazione per il deposito sismico, obbligatoria ai sensi dell’art. 36 del DPR 380/2001, noto come Testo Unico dell’Edilizia. Questo tipo di certificazione è fondamentale non solo per la sicurezza dell’immobile, ma anche per ottenere il titolo abitativo e la piena agibilità, entrambi indispensabili per regolarizzare l’intera struttura.
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La Regione Campania, tuttavia, non ha risposto alla richiesta entro i termini previsti, generando una situazione di “silenzio-rifiuto”. Questo mancato riscontro ha creato notevoli disagi per il proprietario e gli esercenti, colpiti anche da ordinanze di chiusura dei locali commerciali.
Di fronte alla mancata conclusione del procedimento, il ricorrente ha quindi deciso di adire il TAR per chiedere l’annullamento del silenzio-rifiuto, confidando in una decisione che potesse sbloccare la procedura.
Advertisement - PubblicitàUn elemento centrale di questa sentenza riguarda l’interpretazione dei concetti di “silenzio-rifiuto” e “silenzio-rigetto” in ambito amministrativo. Quando le autorità non rispondono entro i termini a una richiesta di accertamento o autorizzazione, il silenzio può assumere diverse connotazioni, ognuna con implicazioni specifiche per il cittadino.
In questo caso, il ricorrente ha interpretato il silenzio della Regione come un rifiuto implicito dell’autorizzazione sismica richiesta, aspettandosi quindi che l’ente fosse tenuto a concludere il procedimento. Tuttavia, secondo il TAR, questo silenzio rappresentava in realtà un “silenzio-rigetto”, non di inadempimento ma di diniego tacito dell’istanza.
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Questa distinzione è fondamentale: il “silenzio-rifiuto” si applica tipicamente a casi in cui la Pubblica Amministrazione omette di concludere un procedimento che deve necessariamente avere un esito positivo o negativo. Il “silenzio-rigetto”, invece, vale come una risposta negativa per decorrenza dei termini e implica che l’istanza sia stata, di fatto, respinta.
Comprendere questi concetti permette ai cittadini e ai professionisti di comprendere meglio i tempi e le modalità per presentare eventuali ricorsi.
Advertisement - PubblicitàIl TAR Campania ha chiarito nella sentenza un punto chiave per i procedimenti edilizi: la priorità dell’accertamento di conformità urbanistica rispetto all’autorizzazione sismica. Il ricorrente riteneva che l’autorizzazione sismica fosse una condizione essenziale per ottenere la sanatoria edilizia, ma il tribunale ha confermato che è vero l’inverso.
Solo una volta ottenuta la sanatoria, infatti, è possibile richiedere e completare il deposito sismico presso il Genio Civile. In mancanza della sanatoria urbanistica, dunque, l’autorizzazione sismica non può essere rilasciata, poiché la legge non consente di regolarizzare edifici che non rispettano le norme urbanistiche di base.
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La sentenza si rifà a una giurisprudenza consolidata che chiarisce che, in caso di mancata risposta da parte della Pubblica Amministrazione, si forma un silenzio-rigetto sull’istanza di sanatoria (come da C.d.S. 2567/2023).
Questo rigetto tacito esonera l’amministrazione dall’obbligo di fornire ulteriori risposte, poiché l’istanza è già stata respinta implicitamente. Nel caso del ricorrente, la mancata concessione della sanatoria ha quindi annullato qualsiasi possibilità di procedere con l’autorizzazione sismica, portando alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.
Advertisement - PubblicitàLa sentenza del TAR Campania evidenzia chiaramente che, per evitare impasse burocratiche e rallentamenti, è fondamentale rispettare la sequenza logica e giuridica dei procedimenti urbanistici e sismici.
Nel caso specifico, il ricorrente ha tentato di ottenere l’autorizzazione sismica per un immobile privo di sanatoria urbanistica, ma il tribunale ha stabilito che la conformità urbanistica è un prerequisito indispensabile.
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Questo principio sottolinea l’importanza, per tecnici e cittadini, di conoscere a fondo i requisiti normativi in ambito edilizio, così da evitare richieste che possano essere automaticamente respinte per vizi procedurali.
Inoltre, il TAR ha ribadito che il “silenzio” dell’Amministrazione non sempre è un inadempimento da parte della Pubblica Amministrazione, ma può anche costituire un rigetto tacito dell’istanza, come accaduto in questo caso. Questo implica che, qualora il Comune o altro ente non risponda entro i termini, chi richiede una sanatoria deve interpretare questo silenzio come un diniego e procedere tempestivamente con le azioni legali appropriate, pena la perdita di interesse nel ricorso.
Per evitare lungaggini e disguidi, è quindi consigliabile avvalersi di consulenti esperti e tenere monitorate tutte le fasi del procedimento.
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