Diverse settimane fa abbiamo trattato il caso del tanto discusso art. 18 del DDL669/140/453 proposto dalla Regione Sicilia. Discusso perché l’approvazione di questo articolo permetterebbe un ampliamento del condono edilizio risalente al 2003, ovvero la cosiddetta “mini-sanatoria”.
L’ampliamento permetterebbe la concessione del condono agli abusivi anche nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Seppur l’articolo non presentasse direttamente questa possibilità, è risultata ben chiara a tutti l’intenzione di nascondere la verità “sotto mentite spoglie”. Il che rende il fatto ancor più grave.
Approfondiamo di seguito.
Advertisement - PubblicitàLegambiente Sicilia ha immediatamente denunciato l’accaduto, come abbiamo spiegato nel nostro precedente articolo sull’argomento, dichiarando che si tratta di una riforma incostituzionale, che non avrebbe mai potuto superare il vaglio.
Il Governo Musumeci, dopo il polverone scatenato riguardo la norma, per un momento è sembrato essere propenso a ritirare l’articolo 18. Ma poi nulla è stato fatto. Musumeci ha proseguito per la sua strada, portando davanti al giudizio della Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale Siciliana la seguente decisione: abolire o non abolire l’articolo 18.
La cosa più sconvolgente è che, il 7 luglio, in Commissione si è votato per l’approvazione dell’articolo. La maggioranza, senza tener conto delle numerose proteste dell’opposizione, ha fatto quindi fronte comune per mantenere intatto l’articolo che permette il condono nella aree sottoposte a vincolo paesaggistico.
Advertisement - PubblicitàA seguito dell’accaduto, non poteva che innalzarsi una vera e propria rivolta contro tale decisione, che ha scatenato la rabbia del PD, del Movimento 5 Stelle, di Legambiente e di tutti gli ambientalisti in Italia. Si grida al colpo di mano.
Ha voluto dire la sua Giampiero Trizzino, (5Stelle, componente della Commissione Ambiente in Sicilia ed esperto di diritto ambientale). Egli ha affermato:
“Si tratta di una norma che, ancora una volta, aggredisce drammaticamente il territorio siciliano. Non è accettabile prevedere l’estensione dell’applicabilità del condono edilizio degli immobili realizzati in aree sottoposte a vincoli di tipo paesaggistico, idrogeologico, archeologico. Si deve tener conto di quanto chiarito dalla Corte costituzionale, secondo cui anche le Regioni a statuto speciale, come la Sicilia, non possono incidere sui limiti della sanatoria, che sono di competenza esclusiva del legislatore nazionale”.
Il PD annuncia invece:
“Ci opporremo in ogni modo all’approvazione definitiva di una sanatoria che comprometterebbe il valore di una legge che, invece, dovrebbe servire a ordinare ed incentivare la materia dell’edilizia nell’Isola”.
Ovviamente, anche l’associazione ambientalista italiana per eccellenza, non ha taciuto di fronte all’accaduto. Giovanni Zanna infatti, Presidente di Legambiente Sicilia, non ha usato mezze misure per commentare l’approvazione dell’articolo 18 da parte della Commissione Ambiente, che definisce “una vergogna, una pagina pietosa per la politica”.
Zanna ha affermato senza paura:
“È incostituzionale, e lo sanno bene. Lo abbiamo scritto, nei giorni scorsi, nella lettera aperta ai parlamentari regionali, citando i pareri dell’Ufficio legale della Regione e le sentenze della Corte Costituzionale. Qualora fosse approvata in Aula, ma speriamo in un sussulto di dignità degli inquilini di Sala d’Ercole, sarà inevitabilmente impugnata dal Consiglio dei Ministri. Ma nel frattempo il danno al territorio, al paesaggio e alle bellezze della nostra Isola sarà già stato fatto”.
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