Edilizia.com
Edilizia.com
Home » Condono Edilizio » Condono edilizio: se richiesto prima di norma contraria rimane valido

Condono edilizio: se richiesto prima di norma contraria rimane valido

Condono edilizio: se richiesto prima di norma contraria rimane validoCondono edilizio: se richiesto prima di norma contraria rimane valido
Ultimo Aggiornamento:

Il condono edilizio può essere reso invalido se successivamente viene promulgata una norma che ne nega l’approvazione?

Secondo il TAR Sardegna la risposta è no. Un norma disposta successivamente alla richiesta di condono edilizio, non può evitare che l’immobile abusivo venga regolarizzato.

Vediamo perché.

Advertisement - Pubblicità

Condono edilizio: il caso

Con la sentenza n. 214/2021 affrontata dal TAR Sardegna, torniamo a parlare del condono edilizio concesso con la legge n. 724/1994. Questo era destinato alle opere realizzate successivamente al primo condono edilizio, introdotto invece con la legge n. 47/1985.

Il caso riguarda una richiesta di condono presentata nel 1995 in merito ad un immobile abusivo comprendente:

  • Camera da letto;
  • Cucina;
  • Bagno;
  • Guardaroba;
  • Locale adibito a deposito.

La zona nella quale era stato realizzato l’immobile, con la legge del 1994, era diventata Parco nazionale, comportando anche l’obbligo di rispettare nuovi vincoli paesaggistici.

Dopo un anno dalla presentazione della richiesta, nel 1996 l’Ufficio regionale per la tutela del territorio aveva approvato la concessione del condono edilizio perché la costruzione comunque non violava i vincoli paesaggistici.

Il Comune dunque, nel 2001, ha approvato la regolarizzazione di tutti i vani dell’immobile. L’unica eccezione era il vano cucina, escluso dal Comune senza dare spiegazioni, seppure anche questo locale era presente nell’autorizzazione paesaggistica.

Con il terzo condono edilizio, quello concesso dalla legge n. 326/2003, il proprietario dell’immobile ha effettuato quindi una nuova richiesta di condono, per regolarizzare anche il vano cucina. La risposta arriva solo nel 2014, anno in cui il Comune respinge la richiesta del cittadino, ritenendo che l’istituzione del Parco nazionale nel 1994 impedisse di regolarizzare l’abuso.

Oltretutto, secondo il Comune, l’immobile non rispettava neanche le regole del PUC (Piano Urbanistico Comunale), in quanto non presente un piano attuativo convenzionato che approvasse la trasformazione del territorio.

Advertisement - Pubblicità

Ricorso al TAR: norma successiva non può bloccare condono

Il ricorrente ha quindi impugnato il diniego rivolgendosi al TAR, che alla fine gli ha dato ragione.

Il proprietario dell’immobile infatti aveva già pagato tutte le somme e gli oneri dovuti per regolarizzare l’abuso nel 2010.

Tenendo conto che il Comune non si è espresso sulla pratica per un tempo di 24 mesi dalla domanda, si era già perfezionato il meccanismo del silenzio-assenso, e quindi già per questo motivo il diniego sarebbe stato infondato.

Perché il silenzio-assenso sia valido, è necessario che l’immobile risulti regolare per quanto riguarda le normative urbanistiche. E secondo il TAR Sardegna, la struttura poteva essere sanata in quanto:

  • La legge n. 10 del 1994 non escludeva a priori tutti gli interventi edilizi all’interno del parco nazionale. Infatti, tramite la presentazione di un valido nulla osta prima di eseguire i lavori, la costruzione poteva essere consentita;
  • L’obbligo del piano attuativo convenzionato, introdotto con il PUC vigente, allora non era previsto dalla legge.

La legge del 1985 infatti disponeva che, per approvare il condono, si doveva tener conto del tipo di abuso e della data di ultimazione della struttura abusiva.

Le stessa normativa rendeva possibile il condono per gli immobili abusivi non conformi alle regole attualmente vigenti, ma conformi alle regole urbanistiche in vigore alla data di promulgazione della legge.

Insomma, il TAR Sardegna stabilisce che non è possibile bloccare un condono edilizio se al momento della richiesta l’abuso rispettava le condizioni di legge per essere regolarizzato. Una normativa disposta successivamente non può comportare il diniego del condono.



Richiedi informazioni per Casa, Condono Edilizio, Leggi e Normative, Notizie

Compila il form sottostante: la tua richiesta verrà moderata e successivamente inoltrata alle migliori Aziende del settore, GRATUITAMENTE!

Invia Richiesta

Articoli Correlati

La nuova legge per sbloccare 46.000 domande di condono nel LazioLa nuova legge per sbloccare 46.000 domande di condono nel Lazio

La nuova legge per sbloccare 46.000 domande di condono nel Lazio

08/07/2024 15:33 - La proposta di legge per sbloccare i condoni edilizi nel Lazio mira a eliminare le disparità di trattamento tra i cittadini, permettendo la regolarizzazione di edifici con vincoli introdotti dopo il 2004.
Condono edilizio: illegittima demolizione durante la sanatoriaCondono edilizio: illegittima demolizione durante la sanatoria

Condono edilizio: illegittima demolizione durante la sanatoria

08/07/2024 11:49 - Una sentenza del Tar Catania annulla un'ordinanza di demolizione illegittima, [..]
Cosa puoi sanare con il decreto salva casa?Cosa puoi sanare con il decreto salva casa?

Cosa puoi sanare con il decreto salva casa?

10/06/2024 10:38 - Il recente decreto "Salva casa" introduce una serie di novità significative per i [..]
Abuso edilizio in condominio: come gestirlo e chi deve risponderneAbuso edilizio in condominio: come gestirlo e chi deve risponderne

Abuso edilizio in condominio: come gestirlo e chi deve risponderne

23/04/2024 10:13 - Con il termine abuso [..]
TAGS: condono, condono edilizio, sentenza, sentenza 214 2021, tar

Autore: Redazione Online

Edilizia.com è online dal 1998, il primo del settore in Italia!