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Amministratore di condominio non abilitato: cosa fare e quali rischi si corrono?

Amministratore di condominio non abilitato: cosa fare e quali rischi si corrono?Amministratore di condominio non abilitato: cosa fare e quali rischi si corrono?
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L’amministratore condominiale riveste un ruolo centrale nella gestione delle parti comuni dell’edificio e nel coordinamento dei rapporti tra condomini. Tuttavia, è fondamentale che chi ricopre questa posizione possieda i requisiti necessari e le abilitazioni richieste dalla normativa.

Ti sei mai chiesto se il tuo amministratore è in regola con la legge? Cosa succede quando l’amministratore di un condominio non è abilitato?

Questo articolo esplora le possibili conseguenze legali, economiche e pratiche di una gestione non conforme, con riferimento a leggi che disciplinano la materia.

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Requisiti legali per l’amministratore condominiale

La normativa di riferimento per gli amministratori di condominio è la Legge 220/2012, nota anche come Riforma del Condominio, che ha introdotto una serie di requisiti imprescindibili per poter ricoprire il ruolo. Tra i requisiti personali, oltre al possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado, l’amministratore deve:

  1. Non avere precedenti penali per reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica, il patrimonio o qualsiasi reato che comporti la reclusione per un periodo superiore ai due anni.
  2. Non essere stato interdetto dai pubblici uffici o incapace di contrattare con la pubblica amministrazione.
  3. Non risultare protestato per assegni o cambiali.
  4. Non essere sottoposto a misure di prevenzione come l’amministrazione controllata o la sorveglianza speciale.

Oltre ai requisiti personali, ci sono quelli professionali, che comprendono la frequenza di un corso di formazione iniziale, specifico per la figura dell’amministratore, che ha una durata minima stabilita dalla normativa, e un corso di aggiornamento annuale della durata di almeno 15 ore, necessario per mantenere l’abilitazione attiva.

Infine, per garantire la trasparenza, l’amministratore deve essere in possesso di una polizza assicurativa professionale che copra i danni eventualmente causati durante l’esercizio della sua attività.

In assenza di questi requisiti, l’amministratore è considerato privo di titolo e quindi inabile a svolgere la funzione. Questo può comportare la nullità delle delibere assembleari che ha presieduto, il congelamento degli atti gestionali e, nei casi più gravi, la possibilità che i condomini richiedano un risarcimento per i danni causati da una gestione inefficiente o impropria.

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Le conseguenze legali di un amministratore non abilitato

Se l’amministratore di condominio non è in possesso dei requisiti previsti dalla normativa, la sua nomina può essere considerata nulla o annullabile. La distinzione tra nullità e annullabilità è cruciale, poiché determina l’azione legale da intraprendere:

  • Nullità: significa che l’atto di nomina è come se non fosse mai esistito. In questo caso, ogni decisione presa dall’amministratore è priva di valore legale e può essere impugnata da qualsiasi condomino in qualsiasi momento. Gli atti firmati dall’amministratore (come contratti con fornitori o ordini di pagamento) potrebbero risultare inefficaci, esponendo il condominio a potenziali contenziosi.
  • Annullabilità: se il difetto riguarda un aspetto sanabile (ad esempio, la mancanza del corso di aggiornamento annuale), i condomini possono richiedere l’annullamento della nomina entro un determinato periodo di tempo, normalmente entro 30 giorni dalla scoperta del difetto.

In entrambi i casi, la scoperta che l’amministratore non è abilitato comporta obbligatoriamente la sua revoca, che può essere deliberata dall’assemblea condominiale con le maggioranze previste dalla legge (art. 1136 c.c.) oppure richiesta direttamente al giudice su istanza di uno o più condomini.

Inoltre, un amministratore non abilitato potrebbe essere responsabile civilmente e penalmente per eventuali danni arrecati al condominio. Ad esempio, se durante la sua gestione si verificano errori nella contabilità condominiale o nella manutenzione delle parti comuni, il condominio può chiedere il risarcimento dei danni per negligenza o mala gestione.

Queste implicazioni legali rendono fondamentale per i condomini verificare periodicamente la documentazione e le qualifiche dell’amministratore, così da evitare spiacevoli sorprese e conseguenze economiche negative.

Leggi anche: Amministratore Condominio: possibile cambiarlo? Come si procede?

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Come verificare se un amministratore è abilitato

Verificare l’abilitazione di un amministratore è un passaggio essenziale per garantire una gestione corretta del condominio e prevenire problemi futuri. Esistono diversi strumenti e modalità che i condomini possono utilizzare per accertarsi della regolarità della posizione del loro amministratore:

  1. Richiedere la documentazione: l’amministratore è obbligato a fornire, su richiesta dell’assemblea o di un singolo condomino, tutta la documentazione relativa alla sua qualifica, inclusi:
    • Attestato del corso di formazione iniziale e certificazioni dei corsi di aggiornamento annuale.
    • Copia della polizza assicurativa professionale, con dettagli sui massimali e le coperture.
    • Certificato di assenza di carichi pendenti, che dimostri la sua integrità legale.
  2. Consultare l’albo degli amministratori condominiali: benché non esista un albo nazionale, molti comuni e associazioni di categoria, come l’ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) o l’ANAMMI (Associazione Nazionale Amministratori di Immobili), tengono elenchi pubblici degli amministratori abilitati e in regola con i requisiti normativi. I condomini possono consultare tali elenchi per verificare se il loro amministratore è iscritto e se le sue credenziali sono aggiornate.
  3. Verifica tramite il registro dei revisori condominiali: alcuni amministratori, specialmente quelli con competenze più approfondite, sono anche revisori condominiali certificati. La loro iscrizione può essere verificata attraverso le piattaforme messe a disposizione dagli enti che rilasciano tali abilitazioni.
  4. Richiedere una verifica legale: in caso di dubbi sull’idoneità dell’amministratore, i condomini possono rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto condominiale per ottenere un parere legale e, se necessario, procedere con un’azione di revoca o di denuncia.

Seguire questi passaggi aiuta a tutelare il condominio da eventuali problematiche gestionali e a mantenere trasparente il rapporto con il professionista incaricato. Un amministratore non in regola potrebbe non solo danneggiare la gestione finanziaria, ma anche mettere a rischio la sicurezza e l’integrità dell’edificio.

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Come comportarsi se l’amministratore non è abilitato

Nel caso in cui i condomini scoprano che l’amministratore non è abilitato, è necessario agire con tempestività per evitare ulteriori complicazioni.

La prima cosa da fare è convocare un’assemblea straordinaria, includendo all’ordine del giorno la verifica dei requisiti dell’amministratore e, se necessario, la sua sostituzione. Questa richiesta può essere avanzata da almeno due condomini che rappresentino un sesto delvalore millesimale complessivo.

Durante l’assemblea, se viene accertata l’assenza dei requisiti necessari, è possibile revocare l’amministratore con la maggioranza semplice dei presenti. È importante che nel verbale della riunione venga specificata la motivazione della revoca, citando le irregolarità riscontrate, per rendere trasparente la procedura.

Leggi anche: L’assemblea condominiale: la guida alle norme e alla convocazione

Dopo la revoca, è fondamentale nominare un nuovo amministratore che possieda tutti i requisiti previsti dalla normativa. Questo passaggio garantisce la continuità amministrativa e la legittimità delle decisioni future. In caso di necessità, è possibile designare un amministratore provvisorio fino alla successiva assemblea condominiale, così da evitare vuoti gestionali che potrebbero danneggiare ulteriormente il condominio.

Contestualmente, è opportuno richiedere all’amministratore uscente la rendicontazione completa della sua gestione. Se rifiuta di fornirla o si dimostra inadempiente, i condomini possono ricorrere a un’azione legale per ottenere un rendiconto completo e verificare che non ci siano state irregolarità nella contabilità.

Leggi anche: Come agire se l’amministratore di condominio non presenta il rendiconto annuale

Nel caso in cui si sospetti che l’amministratore abbia agito con dolo o che la mancanza di requisiti sia collegata a un comportamento fraudolento, è possibile presentare un esposto presso l’Autorità Giudiziaria o il Tribunale delle Imprese. In questo scenario, l’amministratore potrebbe essere perseguibile per esercizio abusivo della professione, con potenziali conseguenze penali. Qualora dalla gestione dell’amministratore non abilitato derivino danni economici al condominio, come la sottoscrizione di contratti sfavorevoli o la mancata manutenzione delle strutture comuni, i condomini possono valutare l’opzione di avviare un’azione legale per richiedere un risarcimento dei danni subiti.

In ogni caso, agire prontamente è fondamentale per proteggere il condominio da ulteriori problematiche e garantire che la gestione sia affidata a un professionista qualificato e conforme a quanto previsto dalla legge. Una verifica accurata della documentazione e delle competenze dell’amministratore può prevenire situazioni di incertezza e assicurare una gestione corretta e trasparente dell’edificio.



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TAGS: amministratore abilitato, amministratore condominio, revoca amministratore

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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