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SCIA in sanatoria: guida completa alla regolarizzazione degli abusi edilizi

SCIA in sanatoria: guida completa alla regolarizzazione degli abusi ediliziSCIA in sanatoria: guida completa alla regolarizzazione degli abusi edilizi
Ultimo Aggiornamento:

La Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) in sanatoria è uno strumento fondamentale per coloro che si trovano a dover regolarizzare opere realizzate senza le dovute autorizzazioni.

Questa procedura non solo evita le pesanti sanzioni associate all’abusivismo edilizio, ma assicura anche che ogni modifica apportata all’immobile sia in piena conformità con le leggi urbanistiche vigenti.

Attraverso l’utilizzo di piattaforme online per la gestione delle pratiche, il processo di sanatoria diventa più accessibile e gestibile, permettendo a proprietari di immobili e professionisti del settore di navigare il percorso burocratico con maggiore chiarezza e efficienza.

Vediamo quindi in dettaglio la natura e l’applicazione della SCIA in sanatoria, offrendo una guida chiara su come procedere per regolarizzare con successo gli interventi edilizi non autorizzati.

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Cos’è la SCIA in sanatoria?

La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in sanatoria, nota anche come SCIA e accertamento di conformità, è delineata dall’art. 37 del D.P.R. 380/2001. Questa procedura amministrativa permette ai proprietari di immobili di regolarizzare lavori edilizi realizzati senza le necessarie autorizzazioni o in violazione delle norme edilizie vigenti.

La sua principale finalità è di sanare situazioni di abusivismo edilizio, evitando le relative sanzioni. Si distingue principalmente in due categorie: la SCIA tardiva, per lavori ancora in corso, e la SCIA in sanatoria per interventi già completati.

Questo strumento giuridico richiede che i lavori siano conformi alla normativa urbanistica ed edilizia sia al momento della loro realizzazione che al momento della presentazione della SCIA in sanatoria, criterio noto come “doppia conformità”.

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 SCIA in sanatoria: quando è necessaria?

La necessità di presentare una SCIA in sanatoria sorge quando sono stati effettuati lavori edilizi senza la previa presentazione della SCIA edilizia, indispensabile secondo la normativa vigente. Questi lavori possono rientrare in diverse categorie, tra cui:

  • Interventi di manutenzione straordinaria: lavori che interessano le parti strutturali dell’edificio o che comportano modifiche significative alle strutture preesistenti.
  • Interventi di restauro o risanamento conservativo: lavori che possono interessare edifici sottoposti a vincoli storico-artistici e che riguardano parti strutturali, necessitando di conformità alle norme vigenti.
  • Interventi di restauro leggero: questi lavori, pur non modificando il volume, la destinazione d’uso o la sagoma dell’immobile, richiedono una SCIA in sanatoria se comportano modifiche minori eseguite senza le dovute autorizzazioni.

L’obiettivo è quindi regolarizzare situazioni in cui si è proceduto senza le necessarie autorizzazioni, garantendo la conformità degli interventi alle normative urbanistiche ed edilizie vigenti, preservando il valore legale e commerciale dell’immobile.

Leggi anche: Tolleranze costruttive: quando non è abuso edilizio?

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Procedura di presentazione: chi, come e dove

Per regolarizzare lavori edilizi attraverso la SCIA in sanatoria, è essenziale che i lavori soddisfino il criterio della doppia conformità, conformandosi alle normative urbanistiche ed edilizie sia al momento della loro realizzazione sia nel momento della richiesta di sanatoria.

Questo concetto è ribadito dall’art. 36 “Accertamento di conformità” del D.P.R. 380/2001, che stabilisce chi può presentare la domanda e dove. Il responsabile dell’abuso o l’attuale proprietario dell’immobile sono i soggetti legittimati a inoltrare la richiesta di SCIA in sanatoria al Comune dove si trova l’immobile.

Leggi anche: Cosa succede se si compra una casa con abuso edilizio?

Questa procedura si differenzia da altre simili, come la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), destinata a interventi di natura ordinaria che non incidono sulla struttura portante dell’edificio, non modificano la volumetria o la destinazione d’uso.

La SCIA in sanatoria, al contrario, è specificamente pensata per interventi che vanno oltre la semplice manutenzione ordinaria, richiedendo un controllo più accurato e la presentazione di documentazione più complessa al fine di attestare la conformità dei lavori alle normative vigenti.

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Sanzioni e costi  SCIA in sanatoria

La regolarizzazione di lavori tramite SCIA in sanatoria implica l’adempimento di specifiche sanzioni pecuniarie, determinate in base all’aumento di valore dell’immobile valutato dall’Agenzia del Territorio. Il pagamento di una somma, variabile da un minimo di 516 euro a un massimo di 5.164 euro, è necessario per completare il processo di sanatoria.

Questa flessibilità nella determinazione della sanzione permette di adeguare l’ammontare della stessa all’entità dell’intervento edilizio regolarizzato.

Le sanzioni si applicano anche in caso di lavori che riguardano immobili sottoposti a specifici vincoli, come quelli storico-artistici, per i quali l’autorità competente può richiedere la restituzione dell’immobile allo stato originario a spese del responsabile dell’abuso, oltre all’applicazione di sanzioni pecuniarie aggiuntive.

Leggi anche: Abusi edilizi e sanatoria in aree vincolate: cosa cambia con il terzo condono?

La procedura prevede, inoltre, che in assenza di una risposta entro 60 giorni da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali su questioni legate alla restituzione dello stato dei luoghi o all’applicazione di sanzioni, l’ufficio competente possa procedere autonomamente nella determinazione delle sanzioni.

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SCIA in sanatoria in corso d’opera

Un aspetto peculiare della SCIA in sanatoria riguarda gli interventi in corso d’opera. Presentare una SCIA in sanatoria mentre i lavori sono ancora in fase di realizzazione non esonera dal pagamento di una sanzione, fissata in 516 euro, ma permette di allinearsi alle normative vigenti, evitando ulteriori complicazioni legali e amministrative.

In caso di rilevamento di violazioni, l’autorità competente emetterà un ordine motivato per sospenderne l’esecuzione, fornendo all’interessato la possibilità di adeguare l’intervento alle prescrizioni normative attraverso una nuova presentazione della SCIA, adeguatamente corretta.



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TAGS: abusivismo edilizio, accertamento di conformità, doppia conformità, piattaforme gestionali online, regolarizzazione edilizia, sanzioni edilizie, SCIA in sanatoria

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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