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DURF: cos’è e quando serve il certificato di regolarità fiscale

Il DURF (Documento Unico di Regolarità Fiscale) è un documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, con lo scopo di certificare il possesso di specifici requisiti e il corretto adempimento degli obblighi fiscali.

DURF: cos’è e quando serve il certificato di regolarità fiscaleDURF: cos’è e quando serve il certificato di regolarità fiscale
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Il DURF (Documento Unico di Regolarità Fiscale) è un documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, con lo scopo di certificare il possesso di specifici requisiti e il corretto adempimento degli obblighi fiscali.

Questo importante documento fiscale permette di evitare alle imprese appaltatrici di presentare alla committenza una serie di documenti e di accelerare le procedure burocratiche.

Ma cos’è, quando serve, come richiedere online e quando non va richiesto all’Agenzia delle Entrate il Documento Unico di Regolarità Fiscale?

Scopriamolo insieme nei paragrafi successivi.

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Cos’è il Durf e la normativa di riferimento

Introdotto dall’articolo 4 del Decreto Legge n. 124 del 26 ottobre 2019 (convertito in Legge n. 157/2019), il DURF è obbligatorio dal 1° gennaio 2020. Un documento, rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, utile per certificare il corretto adempimento degli obblighi fiscali.

Pertanto, si tratta di un’attestazione che permette di facilitare le verifiche da parte dei committenti sugli effettivi versamenti delle ritenute nei confronti dei lavoratori dipendenti.

Inoltre, dal 1° ottobre 2024, il DURF è tra i requisiti per il conseguimento della patente a crediti. L’impresa priva dei requisiti per ricevere il DURF non potrà chiedere la patente a crediti e non potrà prendere parte alle gare d’appalto. Infatti, per le imprese senza la patente o con crediti inferiori a 15 è stabilita l’esclusione, per sei mesi, dalla partecipazione ai lavori pubblici.

Una novità molto importante per le imprese, in vigore dall’inizio del mese di ottobre.

Approfondisci: Patente a crediti nei cantieri: la guida su come ottenerla dal 1 ottobre

Ai fini dell’ottenimento del Documento Unico di Regolarità Fiscale, le imprese interessate devono dunque farne richiesta all’Agenzia delle Entrate trasmettendo, via PEC, lo specifico modello di richiesta. Il DURF è disponibile a partire dal 3° giorno lavorativo di ciascun mese e ha una validità di quattro mesi. Trascorso tale termine, è necessario richiedere nuovamente il DURF.

Nelle ipotesi di appalti pubblici, le imprese hanno la possibilità di autocertificare i requisiti, con il committente pubblico che dovrà controllare le dichiarazioni rilasciate sempre attraverso l’Agenzia delle Entrate.

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Quando serve?

La norma di riferimento, Decreto Legge n. 124 del 26 ottobre 2019, prevede che, nei casi di appalti e subappalti di servizi e/o opere con una somma complessiva annua superiore a 200mila euro e contraddistinti da un impiego prevalente di manodopera presso le sedi dei committenti, prima di procedere con i pagamenti:

  • i committenti hanno il dovere di chiedere alle imprese appaltatrici o affidatarie le copie dei versamenti delle ritenute pagate relative ai lavoratori impiegati nell’esecuzione dei servizi o delle opere;
  • le imprese appaltatrici o affidatarie hanno l’obbligo di inviare ai committenti, entro 5 giorni dal termine del pagamento delle ritenute, gli F24 relativi ai versamenti delle ritenute e la lista dei dipendenti impiegati nel precedente mese con l’indicazione delle ore lavorate, delle retribuzioni e delle ritenute applicate.

Tutti adempimenti piuttosto gravosi perciò, in alternativa a tali obblighi, oggi le imprese hanno l’opportunità di presentare il DURF per certificare che, alla fine del mese precedente il termine delle ritenute fiscali:

  • l’impresa era già attiva da almeno 3 anni;
  • l’impresa aveva effettuato i versamenti fiscali per una somma non minore al 10% dei ricavi;
  • l’impresa non presentava una situazione debitoria dal punto di vista fiscale o previdenziale maggiore a 50mila euro non sanata.

Il Documento Unico di Regolarità Fiscale facilita le verifiche dei committenti sui pagamenti delle ritenute e accelera i tempi, oltre a risultare un efficace strumento per combattere efficacemente il lavoro nero. Quando un’impresa invece è attiva da meno di 3 anni non ha la possibilità di chiedere il DURF, ma l’obbligo di presentare i documenti alternativi.

Una procedura più complessa, ma doverosa per procedere in piena regola con i lavori da svolgere.

Leggi anche: I requisiti per ottenere l’Attestazione SOA

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Richiesta del DURF online

La procedura per richiedere il DURF online è abbastanza semplice e veloce. Il primo passo da fare per ottenere il DURF è quello di collegarsi e accedere al sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate con le proprie credenziali d’accesso.

Una volta effettuato l’accesso al portale, è necessario compilare correttamente il modello online riportando tutte le notizie richieste (dati dell’impresa, motivo della richiesta, etc.).

Trasmesso il modello di richiesta, bisogna solo aspettare la conferma e la ricezione del documento online per attestare la regolarità fiscale della propria impresa. Sono quindi sufficienti pochi click e un po’ di tempo per trasmettere la richiesta del DURF direttamente attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate.

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Quando non è da richiedere

La norma sul DURF non è applicabile a tutte quelle imprese non stabilite nel nostro Paese né ai soggetti non esercitanti attività d’impresa, professionali e agricole. Le Pubbliche Amministrazioni devono richiedere il DURF se committenti, non devono invece esibirlo se appaltatrici per fini istituzionali non commerciali.

Il mancato invio dei documenti richiesti o un DURF non in regola costituiscono per il committente un vero e proprio impedimento, infatti in questi casi non si possono effettuare i pagamenti. L’impresa non in regola con il DURF, finché non versa le ritenute omesse, non può intraprendere alcuna azione nei confronti del committente per il mancato pagamento.

A loro volta, i committenti che non applicano le disposizioni di legge, cioè quelli che non si fanno inviare il DURF o i modelli F24, che non controllano la documentazione e che non bloccano i pagamenti, sono soggetti alle medesime sanzioni previste per le imprese per l’omesso pagamento delle ritenute.

Naturalmente il riferimento è esclusivamente alle omissioni relative ai lavoratori impiegati negli appalti ai quali i committenti sono interessati e non a tutti i lavoratori in capo alle imprese.



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TAGS: Documento Unico di Regolarità Fiscale, durf

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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