La dichiarazione di conformità degli impianti è un documento essenziale che attesta la realizzazione di un impianto nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza. Questo certificato è obbligatorio per diversi tipi di impianti, come quelli elettrici, idraulici, termici e del gas, ed è rilasciato dall’installatore al termine dei lavori.

Ma quando è necessario ottenere questa dichiarazione? Quali impianti ne sono soggetti? E quali conseguenze comporta la sua assenza?

Scopriamolo insieme nei prossimi paragrafi.

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Cos’è la dichiarazione di conformità degli impianti?

La dichiarazione di conformità (DiCo) è un documento obbligatorio che certifica che un impianto è stato realizzato a regola d’arte, nel rispetto delle normative di sicurezza stabilite dal Decreto Ministeriale 37/2008. Questo certificato è rilasciato esclusivamente dalla ditta installatrice o dal professionista abilitato che ha eseguito i lavori e rappresenta una garanzia di sicurezza sia per il proprietario dell’immobile sia per eventuali futuri acquirenti o inquilini.

Il documento deve contenere informazioni fondamentali, tra cui:

  • I dati dell’impresa che ha realizzato l’impianto, inclusi numero di iscrizione alla Camera di Commercio e dettagli del responsabile tecnico;
  • I riferimenti normativi seguiti, specificando le leggi e le norme tecniche applicate per la progettazione e l’installazione;
  • Una descrizione dettagliata dell’impianto, con l’indicazione di tutti i componenti installati e delle modalità di esecuzione dei lavori;
  • La dichiarazione di conformità ai progetti e alle norme di sicurezza, firmata dall’installatore responsabile;
  • Gli allegati obbligatori, come lo schema dell’impianto, il tipo di materiali utilizzati e l’eventuale progetto redatto da un tecnico abilitato (necessario per impianti complessi).

Questa certificazione è richiesta sia per gli impianti di nuova costruzione sia per quelli sottoposti a modifiche rilevanti o manutenzioni straordinarie che ne alterano le caratteristiche principali. In sua assenza, l’impianto potrebbe essere considerato non a norma, con conseguenze come:

  • Difficoltà nella vendita o affitto dell’immobile;
  • Impossibilità di ottenere l’allacciamento alle utenze (gas, luce, acqua);
  • Rischio di sanzioni amministrative o di responsabilità in caso di incidenti dovuti a malfunzionamenti dell’impianto.

Avere una dichiarazione di conformità valida non è solo un obbligo di legge, ma anche una tutela per chi utilizza l’impianto, garantendo sicurezza ed efficienza nel tempo.

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Quando è obbligatoria la dichiarazione di conformità?

La dichiarazione di conformità è obbligatoria in diverse situazioni, principalmente quando si eseguono interventi su impianti tecnici in edifici residenziali, commerciali o industriali. Il Decreto Ministeriale 37/2008 stabilisce i casi in cui è necessario ottenere questa certificazione, ovvero:

  • Nuova installazione di un impianto: qualsiasi impianto elettrico, idraulico, termico, gas o antincendio realizzato ex novo deve essere certificato dall’installatore.
  • Modifica sostanziale di un impianto esistente: se si effettuano modifiche che alterano la struttura o il funzionamento dell’impianto (ad esempio, il rifacimento dell’impianto elettrico o la sostituzione della caldaia con un modello più potente), è necessario ottenere una nuova dichiarazione.
  • Ampliamento di un impianto preesistente: l’aggiunta di nuovi componenti significativi (es. nuovi punti luce, termosifoni aggiuntivi, tubature del gas estese) richiede la certificazione.
  • Adeguamento di impianti non a norma: se un impianto esistente viene adeguato alle normative di sicurezza vigenti, è necessario attestarlo con una dichiarazione di conformità.
  • Cambio di destinazione d’uso dell’immobile: quando un edificio cambia la sua funzione (ad esempio, da abitazione a ufficio o da locale commerciale a residenziale), gli impianti devono essere conformi alle nuove esigenze e certificati di conseguenza.

Senza questa certificazione, potrebbero sorgere problemi legali e pratici, come l’impossibilità di stipulare contratti di fornitura con i gestori di servizi energetici o idrici.

Inoltre, in caso di vendita o affitto dell’immobile, l’assenza della dichiarazione può creare ostacoli nelle trattative, rendendo necessarie verifiche e adeguamenti che comportano costi aggiuntivi.

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Quali impianti necessitano della dichiarazione di conformità?

La dichiarazione di conformità è richiesta per diversi tipi di impianti tecnici presenti negli edifici, sia residenziali che commerciali e industriali. Secondo il DM 37/2008, i principali impianti soggetti all’obbligo di certificazione sono:

  • Impianti elettrici
    Include tutti i sistemi di distribuzione dell’energia elettrica, compresi impianti di illuminazione, prese di corrente, quadri elettrici e sistemi di messa a terra. La dichiarazione è obbligatoria per nuovi impianti, ampliamenti e adeguamenti alle normative di sicurezza.
  • Impianti idraulici e sanitari
    Comprendono le reti di distribuzione dell’acqua potabile, gli scarichi fognari e gli impianti per la raccolta e smaltimento delle acque reflue. La certificazione è richiesta sia per nuove installazioni sia per interventi rilevanti, come il rifacimento di tubature o l’installazione di nuove caldaie e scaldabagni.
  • Impianti di riscaldamento, climatizzazione e ventilazione
    Riguarda impianti di riscaldamento (caldaie, termosifoni, sistemi a pavimento), climatizzazione (condizionatori, pompe di calore) e ventilazione forzata (VMC). Ogni modifica o installazione di nuovi apparecchi deve essere certificata per garantire la sicurezza e l’efficienza energetica.
  • Impianti a gas
    Include impianti di distribuzione del gas metano o GPL per uso domestico o industriale. La certificazione attesta la corretta installazione di tubazioni, valvole di sicurezza e dispositivi di regolazione della pressione, riducendo i rischi di fughe o esplosioni.
  • Impianti di protezione antincendio
    Comprendono impianti di rilevazione fumi, sprinkler, estintori automatici e sistemi di evacuazione dei fumi. La conformità è obbligatoria per garantire la sicurezza in caso di incendio, soprattutto in ambienti pubblici o ad alta frequentazione.
  • Impianti di automazione e domotica
    Sebbene non sempre obbligatoria, la dichiarazione può essere richiesta per sistemi di automazione avanzata, come impianti di sicurezza, controllo accessi, gestione intelligente dell’energia e home automation.

Ogni tipologia di impianto deve rispettare le normative specifiche di riferimento e la certificazione assicura che sia stato realizzato secondo criteri di sicurezza e qualità.

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Chi rilascia la dichiarazione di conformità?

La dichiarazione di conformità può essere rilasciata esclusivamente da professionisti abilitati o da imprese installatrici regolarmente iscritte alla Camera di Commercio, con abilitazione specifica per il tipo di impianto realizzato. Il rilascio del documento avviene al termine dei lavori, dopo aver verificato che l’impianto sia stato eseguito nel rispetto delle norme vigenti.

Requisiti dell’installatore

L’installatore o la ditta devono possedere:

  • Abilitazione ai sensi del DM 37/2008, con specifiche competenze per il tipo di impianto realizzato (elettrico, idraulico, gas, ecc.);
  • Iscrizione alla Camera di Commercio con codice ATECO corrispondente all’attività di installazione impianti;
  • Responsabile tecnico qualificato, che assicura la corretta progettazione ed esecuzione dell’impianto.

Obblighi dell’installatore

Al termine dei lavori, l’impresa deve:

  • Effettuare verifiche e collaudi per accertare il corretto funzionamento dell’impianto;
  • Rilasciare la dichiarazione di conformità, compilata in tutte le sue parti e firmata dal responsabile tecnico;
  • Consegnare al committente una copia del documento, insieme agli allegati obbligatori (schema dell’impianto, elenco materiali, eventuale progetto, certificazioni dei componenti utilizzati).

L’assenza della dichiarazione può comportare responsabilità legali per l’installatore e sanzioni amministrative per il committente, oltre a impedire l’uso regolare dell’impianto.

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Quanto costa ottenere la dichiarazione di conformità?

Il costo per ottenere la dichiarazione di conformità può variare in base a diversi fattori, tra cui la tipologia di impianto, la complessità dell’installazione e la regione in cui si trova l’immobile.

In generale, i costi medi sono:

  • Impianti elettrici: dai 150€ ai 500€, a seconda della grandezza dell’impianto e della necessità di verifiche aggiuntive.
  • Impianti idraulici e sanitari: dai 100€ ai 400€, soprattutto per impianti semplici come un bagno o una cucina.
  • Impianti di riscaldamento e climatizzazione: dai 200€ ai 600€, in base al numero di unità e alla tipologia di sistema installato.
  • Impianti a gas: dai 150€ ai 500€, con costi più alti se sono necessarie prove di tenuta o adeguamenti normativi.
  • Impianti antincendio: dai 300€ ai 1.000€, in base alla complessità e alle dimensioni del sistema di sicurezza.

Se la dichiarazione di conformità non è disponibile e si deve ricorrere a una dichiarazione di rispondenza (DiRi), i costi aumentano poiché è necessario l’intervento di un tecnico abilitato per effettuare verifiche approfondite. In questo caso, il costo può oscillare tra i 300€ e i 1.000€, a seconda dell’estensione e della tipologia dell’impianto.

È sempre consigliabilerichiedere più preventivi a professionisti certificati per ottenere il miglior rapporto qualità-prezzo. Inoltre, in caso di acquisto di un immobile, è opportuno verificare che la dichiarazione di conformità sia già presente per evitare costi aggiuntivi successivi.

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Differenza tra dichiarazione di conformità e dichiarazione di rispondenza

Molti confondono la dichiarazione di conformità (DiCo) con la dichiarazione di rispondenza (DiRi), ma si tratta di due documenti distinti con funzioni diverse.

Dichiarazione di conformità (dico)

La DiCo è rilasciata dall’installatore che ha realizzato o modificato l’impianto ed è obbligatoria per qualsiasi nuovo impianto o per interventi di rilievo su impianti esistenti. Questo documento certifica che i lavori sono stati eseguiti nel rispetto delle normative vigenti e include tutti i dettagli tecnici dell’installazione.

Dichiarazione di rispondenza (diri)

Se l’impianto è stato realizzato prima dell’entrata in vigore del DM 37/2008 e non è disponibile una DiCo, si può ottenere una dichiarazione di rispondenza. La DiRi viene rilasciata da un professionista abilitato (come un perito industriale o un ingegnere) dopo una verifica tecnica dell’impianto esistente.

Questo documento attesta che l’impianto, pur essendo stato realizzato in passato, è conforme agli standard di sicurezza richiesti dalla normativa vigente.

Quando serve la diri?

La dichiarazione di rispondenza può essere necessaria in diversi casi, tra cui:

  • Compravendita di un immobile: se la dichiarazione di conformità non è disponibile, la DiRi può essere richiesta per certificare la sicurezza degli impianti;
  • Allaccio alle utenze (gas, luce, acqua): i gestori possono richiedere un documento che attesti la conformità degli impianti prima di procedere all’attivazione dei servizi;
  • Cambio di destinazione d’uso o ristrutturazioni: se l’immobile subisce modifiche importanti, può essere necessario certificare l’impianto esistente.

La principale differenza tra i due documenti è che la DiCo è rilasciata dall’installatore al termine dei lavori, mentre la DiRi viene redatta solo in assenza della DiCo da un professionista terzo che certifica la sicurezza dell’impianto dopo una verifica tecnica.

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Cosa succede in caso di mancata dichiarazione di conformità?

L’assenza della dichiarazione di conformità può creare diversi problemi, sia pratici che legali. Un impianto non certificato viene considerato non a norma, con conseguenze che possono riguardare la sicurezza, la vendibilità dell’immobile e il rispetto delle normative.

Conseguenze per il proprietario dell’immobile

Se un impianto è privo della certificazione, potrebbero sorgere difficoltà nell’allacciamento alle utenze di gas, acqua ed elettricità, poiché molti gestori richiedono il documento prima di attivare i servizi. Inoltre, in caso di vendita o locazione dell’immobile, la mancanza della dichiarazione può ostacolare la trattativa, rendendo necessario un adeguamento dell’impianto o il rilascio di una dichiarazione di rispondenza (DiRi) da parte di un tecnico abilitato. Oltre agli aspetti burocratici, il rischio più grave riguarda la sicurezza: senza una certificazione, non vi è garanzia che l’impianto sia stato realizzato secondo le normative, aumentando il pericolo di incidenti come incendi, fughe di gas o cortocircuiti.

Sanzioni e responsabilità legali

Dal punto di vista normativo, il DM 37/2008 prevede sanzioni per chi realizza o utilizza impianti privi di certificazione, con multe che variano a seconda della gravità della violazione. Inoltre, in caso di incidenti causati da un impianto non conforme, il proprietario potrebbe essere chiamato a rispondere sia civilmente che penalmente.

Come rimediare alla mancanza della dichiarazione di conformità?

Se l’impianto è sprovvisto della certificazione, la prima cosa da fare è verificare se l’installatore originale può ancora rilasciarla. Se questo non è possibile, si può richiedere una dichiarazione di rispondenza (DiRi) a un tecnico qualificato, che effettuerà un controllo approfondito per attestare la conformità dell’impianto alle norme vigenti. Nel caso in cui vengano riscontrate irregolarità, sarà necessario un intervento di adeguamento per mettere l’impianto in sicurezza prima di ottenere la certificazione.

Per evitare problemi futuri, è sempre consigliabile richiedere e conservare la dichiarazione di conformità al termine di ogni intervento sugli impianti, così da garantire la sicurezza e la regolarità dell’immobile.