Con il Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri n. 39 del 5 ottobre 2021, si comunica l’approvazione della legge delega volta alla riforma del sistema fiscale, che comprende anche la riforma del Catasto.
Come chiarito più volte dal Presidente Draghi, la riforma del Catasto non porterà aumenti delle imposte sulle casa, e dunque nessun contribuente si troverà a pagare importi maggiorati.
Vediamo quindi in cosa consiste la riforma fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri e che cosa cambierà con la riforma del Catasto.
Sommario
I principi base sui quali si concentrerà la riforma fiscale, come possiamo leggere dal Comunicato Stampa, sono sostanzialmente quattro:
La riforma fiscale, lo ribadiamo, comprende anche una sostanziale revisione del Catasto, per la cui attuazione si stima una tempistica di 5 anni. Si prevede la disposizione di nuove rendite catastali, nonché di un nuovo sistema di rilevazione catastale ma, lo ribadiamo, tali modifiche fanno parte di un lungo percorso ben delineato, che diventerà applicabile non prima del 1° gennaio 2026.
Il Governo Draghi basa la revisione del Catasto su due principali parole chiave: progresso e trasparenza.
Con il nuovo sistema di revisione catastale, l’obiettivo è quello di riformulare il classamento di immobili e terreni, con lo scopo di poter individuare il maggior numero di fabbricati e terreni abusivi. Al fine di intensificare i controlli inoltre, si prevede l’applicazione di un incentivo statale a favore dei sindaci.
La riforma del Catasto porterà inoltre ad “un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale”, secondo cui:
Per quanto riguarda gli obiettivi che si basano sul principio di “trasparenza”, il Governo Draghi ha definito un progetto che si presenta come una vera e propria lotta alle case fantasma. Lo scopo ovviamente è solo uno: combattere l’evasione e l’elusione fiscale.
Si prevede l’applicazione di nuovi strumenti di controllo avanzati, che saranno messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e delle amministrazioni comunali, al fine di individuare con più facilità:
Nel Comunicato Stampa si ribadisce inoltre che:
“Le nuove informazioni non saranno rese disponibili prima del 1° gennaio 2026 e intendono fornire una fotografia aggiornata della situazione catastale italiana. Gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimangono quelli attuali. Le nuove informazioni raccolte non avranno pertanto alcuna valenza nella determinazione né delle imposte né dei redditi rilevanti per le prestazioni sociali.”
Advertisement - PubblicitàSe la riforma del Catasto non diventerà effettiva prima di 5 anni, le modifiche prevista dalla riforma fiscale invece contengono obiettivi da mettere in atto sin da subito.
Uno tra questi è la revisione delle imposte sui redditi personali, con particolare riferimento all’IRPEF e alle imposte sostitutive. Si prevede:
Per quanto riguarda i redditi di capitale, si mira a rendere più efficiente l’intero mercato, con l’introduzione di un sistema di tassazione proporzionale secondo cui l’aliquota è uguale per tutti i redditi di capitale ma può variare per gradualità.
In tema di redditi da lavoro invece, si prevede la riduzione delle aliquote effettive medie e marginali dell’IRPEF, così da stimolare la crescita delle offerte lavorative, soprattutto in favore di giovani e donne.
In merito al regime di tassazione per i redditi di impresa IRES, il Governo Draghi intende allineare l’attuale metodo al sistema duale, così da ottenere un unico regime di tassazione per tutti i redditi da capitale.
Advertisement - PubblicitàPrevista inoltre una revisione riguardante l’IVA e le imposte dirette.
L’obiettivo per l’IVA, come possiamo leggere, è quello di razionalizzare l’imposta sul valore aggiunto, con particolare attenzione ai livelli delle aliquote e alla definizione delle basi imponibili sulle quali applicare le aliquote.
Si fa sapere inoltre che l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive), verrà gradualmente abolita.
Sempre in tema di imposte, si prevede inoltre l’abolizione delle addizionali regionali e comunali, che saranno sostituire da delle sovraimposte, in modo tale da garantire un gettito tributario equivalente tra Regioni e Comuni.
Delle notevoli modifiche interesseranno anche il pagamento dell’IMU, che attualmente è un’imposta comunale che prevede però una quota del 3,8 per mille in favore dello Stato. Il Governo Draghi punta a riformare tale sistema, al fine di trasformare l’IMU in un’imposta pienamente e unicamente comunale.
Advertisement - PubblicitàNuove riforme sono previste anche per quanto riguarda il sistema di riscossione delle imposte, che attualmente prevede una distinzione tra l’ente che avvia il procedimento di riscossione (Agenzia delle Entrate) e quello che effettivamente procede alla messa in atto della riscossione (AdE – Riscossione).
Si mira a rivoluzionare completamente tale sistema, con l’adozione di nuovi modelli organizzativi e nuovi utilizzi delle banche dati. Il nuovo sistema sarà definito con i prossimi decreti delegati.
Infine, il Comunicato Stampa del 5 ottobre 2021 fa sapere che ci saranno dei cambiamenti anche riguardo a metodo di codificazione delle norme tributarie, con una totale riorganizzazione delle norme presenti all’interno dei Codici.
Advertisement - PubblicitàCome accennavamo, l’intera riforma del sistema fiscale è adesso, dopo tanti anni, un progetto ufficiale. In merito alla reale definizione delle strategie, il Governo si dà un tempo massimo di 18 mesi per la pubblicazione dei prossimi decreti delegati.
Per consultare il comunicato stampa, continuare qui.
Per guardare la conferenza stampa tenuta il 5 ottobre 2021 dal Presidente Mario Draghi e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, cliccare qui.
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