I fabbricati rurali e gli ex rurali costituiscono spesso il fulcro di varie operazioni immobiliari, con l’obiettivo primario di convertire queste strutture originariamente adibite ad attività agricole in abitazioni confortevoli e moderne.

Questo articolo si propone di offrire un quadro dettagliato sul tema, illustrando le caratteristiche fondamentali dei fabbricati rurali e le procedure necessarie per la loro conversione in abitazioni.

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La definizione di fabbricato rurale

Per comprendere a fondo l’argomento, è necessario definire chiaramente cosa si intende per fabbricato rurale. Questa denominazione si riferisce alla natura dell’immobile, utilizzato principalmente per l’esercizio delle attività agricole.

Un fabbricato può essere considerato “rurale abitativo” se risponde ai seguenti criteri:

  • Il fabbricato deve essere utilizzato come abitazione dal proprietario, dal titolare di un diritto reale, dal conduttore di terreni rustici, dai familiari conviventi o dai pensionati di società agricole, a supporto delle necessità connesse alle attività agricole;
  • Il fabbricato non deve essere registrato al Catasto nelle categorie A/1 o A/8;
  • L’immobile deve essere assegnato a terreni agricoli di almeno 10.000 metri quadri (ridotti a 3.000 metri quadri per i terreni montani);
  • Il volume del fatturato derivante dalle attività agricole svolte dal soggetto deve essere pari o superiore alla metà del suo reddito complessivo.

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Il passaggio da fabbricato rurale ad uso abitativo

Prima di convertire un fabbricato rurale in un’abitazione, è fondamentale verificare la sua destinazione d’uso originaria. Ciò può essere determinato consultando:

  • la destinazione indicata nell’ultimo provvedimento concessorio;
  • la destinazione d’uso attualmente in vigore;
  • l’ultima destinazione nota in caso di fabbricato abbandonato;
  • la destinazione d’uso registrata al Catasto.

E’ importante sottolineare che i fabbricati rurali costruiti prima del 1° Settembre 1967, per poter essere utilizzati come abitazioni, necessitano di un cambio di destinazione d’uso. Poiché l’uso rurale e quello residenziale implicano diverse implicazioni urbanistiche, questa conversione richiede il pagamento di oneri correlati all’aumento del carico urbanistico conseguente alla modifica.

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Ricordiamo, inoltre, che le decisioni relative a queste questioni sono prese a livello regionale e non nazionale. Pertanto, è sempre consigliabile informarsi presso l’ente competente della propria regione prima di intraprendere qualsiasi procedura.

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Conclusione

La conversione di un fabbricato rurale in un’abitazione può rappresentare un’opportunità significativa, sia per quanto riguarda l’investimento immobiliare sia per il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale esistente. Tuttavia, questo processo richiede una comprensione chiara delle normative e dei criteri coinvolti.