L’umidità eccessiva in casa è un problema diffuso che può compromettere seriamente la salubrità degli ambienti e la salute di chi vi abita. In Italia, la legge pone precisi obblighi ai proprietari di immobili, soprattutto quando questi sono dati in affitto.
Ma quali sono esattamente i doveri del proprietario e dell’affittuario quando la casa presenta problemi di umidità? E cosa può fare l’affittuario se il proprietario non interviene?
Esploriamo i danni causati dall’umidità e dalla muffa, le responsabilità legali del proprietario e dell’affittuario, e le possibili azioni legali in caso di mancata risoluzione dei problemi.
Sommario
L’umidità ottimale in un ambiente domestico dovrebbe oscillare tra il 30% e il 60%, mantenendo una temperatura media di circa 18 gradi centigradi. Superare o non raggiungere queste soglie può rendere gli ambienti insalubri, accelerando il deterioramento di intonaci, pavimenti e arredi, oltre a favorire la formazione di muffa.
Questi problemi non sono solo estetici: possono causare danni significativi alla struttura stessa dell’edificio.
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Specialisti del Dipartimento prevenzione sanitaria del Ministero della Salute hanno evidenziato come l’esposizione prolungata a muffe e umidità elevata possa aumentare significativamente il rischio di sviluppare problemi respiratori, come asma e altre complicazioni funzionali respiratorie, colpendo in particolare bambini e anziani.
Advertisement - PubblicitàIn Italia, la legge richiede che ogni immobile affittato sia consegnato in condizioni ottimali per l’abitazione. Questo implica che il proprietario deve assicurarsi che l’immobile non presenti problemi come muffa e umidità eccessiva, che possono rendere l’abitazione insalubre.
Se emergono questi problemi dopo che l’abitazione è stata consegnata, il proprietario ha l’obbligo di intervenire con riparazioni adeguate a proprie spese.
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D’altra parte, l’inquilino è responsabile della manutenzione ordinaria dell’immobile, il che include arieggiare adeguatamente gli ambienti e mantenere la casa in buone condizioni generali. Se il problema dell’umidità e della muffa è dovuto a negligenza dell’affittuario, sarà responsabilità dello stesso occuparsi delle riparazioni necessarie.
Inoltre, se il problema persiste e il proprietario si mostra negligente o riluttante a risolverlo, l’affittuario ha diritto a prendere misure legali. Queste possono includere la richiesta di una riduzione del canone di affitto, o persino la risoluzione del contratto di locazione, come sancito dagli articoli 1578 e 1581 del Codice Civile italiano.
Art. 1578.
Vizi della cosa locataSe al momento della consegna la cosa locata e’ affetta da vizi che ne diminuiscono in modo apprezzabile l’idoneita’ all’uso pattuito, il conduttore puo’ domandare la risoluzione del contratto o una riduzione del corrispettivo, salvo che si tratti di vizi da lui conosciuti o facilmente riconoscibili.
Il locatore e’ tenuto a risarcire al conduttore i danni derivati da vizi della cosa, se non prova di avere senza colpa ignorato i vizi stessi al momento della consegna.
Advertisement - PubblicitàArt. 1581.
Vizi sopravvenutiLe disposizioni degli articoli precedenti si osservano, in quanto applicabili, anche nel caso di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione.
Quando il proprietario non risolve i problemi di umidità e muffa, l’inquilino non è privo di opzioni. La legge italiana fornisce diverse vie di azione a tutela dei diritti dell’affittuario.
Tra queste, l’inquilino può:
Queste azioni sono progettate per garantire che l’abitazione rimanga salubre e sicura per gli inquilini, salvaguardando al contempo i loro diritti legali.
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