L’estate è ufficialmente iniziata e l’unico modo per contrastare le elevate temperature di questi mesi consiste nell’installare una piscina privata. Nonostante questa possa sembrare solamente un impegno economico, l’acquisto e il montaggio di una piscina richiede il rispetto di alcuni aspetti burocratici, di precise normative e di obblighi vincolanti.
Proprio questa è la ragione per la quale moltissimi sono gli utenti che, inizialmente desiderosi di fare questo passo, si lasciano confondere da dubbi e incertezze fino ad accantonare l’idea di avere una piscina.
Quali sono le autorizzazioni utili all’installazione di una piscina, sia interrata sia fuori terra?
Questa è sicuramente la principale fra le domande che moltissime persone si pongono prima di effettuare specifici interventi volti proprio alla realizzazione di una piscina.
Nei paragrafi successivi verrà, quindi fornita riposta a questa e a moltissime altre questioni non ancor del tutto chiare, così da facilitare la realizzazione di un intervento che, oltre che complesso, cela dietro a una normativa tutt’altro che chiara tanti aspetti poco conosciuti.
Sommario
Per quanto riguarda la piscina interrata, è facile intuire come la realizzazione di quest’ultima richieda un numero di permessi sicuramente maggiore a quello relativo all’installazione di una piscina fuori terra. Nonostante ciò, non vi è una regola unica valida per questo intervento. Ogni Comune o Regione può, infatti, presentare documentazioni con all’interno importanti differenze in base ai propri piani urbanistici.
A ogni modo, la realizzazione di una piscina interrata comporta sicuramente valutazioni in merito agli eventuali vincoli al quale è sottoposto il terreno e alla DIA, documentazione che, in determinati casi, viene sostituita dalla SCIA.
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Nel primo caso occorre, quindi, verificare se, il proprio giardino, fosse soggetto a particolari normative in merito al piano regolatore, le quali generalmente pongono limiti allo svolgimento del progetto.
La DIA e la SCIA, invece, sono documenti che andranno presentato in comune. Questi ultimi non sono altro che certificazioni, redatte da un professionista, nelle quali vengono specificate tutte le caratteristiche destinate a realizzazione.
Solamente al termine di tali verifiche saprà possibile richiedere il permesso a costruire, certificazione rilasciata da un tecnico nel quale, dopo apposito sopralluogo, si attesta che l’area indicata è effettivamente pronta a essere soggetta a interventi volti a modificarne in via definitiva l’aspetto.
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Non di rado, vi è la possibilità che il Comune o gli organi regionali richiedano in allegato relazioni supplementari in merito a eventuali modalità di utilizzo e successivo deflusso dell’acqua.
Advertisement - PubblicitàDiscorso abbastanza simile quello riguarda l’installazione di una piscina fuori terra. Anche in questo caso, infatti, non vi è una norma univoca e, pertanto, ogni comune delibera in modo autonomo al riguardo.
Il Testo Unico dell’Edilizia riferisce come la richiesta di apposito permessi sia necessaria per tutti i lavori che, completati, implicano una trasformazione edilizia e urbanistica del territorio. In poche parole, sarà necessario rispettare determinati vincoli solo nel caso in cui si effettuassero modifiche di tipo permanente al suolo.
Ulteriori autorizzazione andrebbero, poi, richiesta qualora l’installazione della piscina non si limitasse al solo montaggio della vasca, ma si estendesse anche alla realizzazione di opere accessorie, come per esempio tettoie gazebo.
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Diverse volte, all’interno delle documentazioni fornite da Comune e Regione sono riportate le caratteristiche per le quali l’installazione di una piscina fuori terra è esonerata dal rispetto degli obblighi in precedenza citati.
Altre volte, invece, il comune fornisce apposite indicazioni riguardo alle tempistiche relative allo smantellamento della struttura o a contesti come quelli seguenti:
La DIA, acronimo di denuncia attività edilizia, è una documentazione che, in determinati casi, può risultare sufficiente a iniziare i lavori di realizzazione della piscina.
Questa va sottoposta agli organi preposti qualora l’installazione della piscina venga considerata intervento pertinenziale a condizione che il volume della piscina stessa non superi il 20% del volume relativo all’edificio principale e, alla aggiuntiva condizione che i tecnici incaricati di svolgere il sopralluogo non definiscano i lavori necessari alla realizzazione della piscina interventi di nuova costruzione.
Quanto appena letto consente di comprendere con facilità come la sola presentazione della DIA possa essere considerato il modo più semplice e sicuramente breve per procedere all’intervento sopracitato.
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Stando a quanto riportato dal Testo Unico dell’Edilizia 2001, chiunque desiderasse installare una piscina ha l’obbligo di richiedere e presentare questa documentazione al Comune o alla regione, i quale avranno diritto a 30 giorni di tempo per opporsi. Qualora, allo scadere della data notificata, non venisse riscontrata alcuna anomalia, sarà possibile procedere con la costruzione della piscina.
Advertisement - PubblicitàQualora il controllo effettuato avesse evidenziato l’impossibilità di procedere con il progetto a causa di determinati vincoli, sarà comunque possibile richiedere una speciale deroga. Come?
L’autorizzazione all’opera potrà essere ottenuta tramite la richiesta e il successivo ottenimento del via libera da tutte le commissioni paesaggistiche o urbanistiche relative al vincolo che rende l’area impossibilitata alla realizzazione dell’impianto.
Tale permesso andrà, però, richiesto anche nel caso in cui la piscina non fosse pertinente all’edificio principale o, ancora, qualora le dimensioni di quest’ultima non fossero maggiori del 20% del volume dell’edificio principale.
Completata l’installazione della piscina, sarà compito del professionista incaricato di redarre la SCIA dichiarare l’effettiva conformità dell’opera a tutte le autorizzazioni richieste.
Advertisement - PubblicitàA livello giuridico costruire una piscina nel mancato rispetto delle normative imposte a livello Comunale o regionale viene considerato abuso edilizio. Questa, infatti, verrebbe considerata un vero e proprio reato di tipo urbanistico, sanzionabile mediante ammende di tipo amministrativo e penale.
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Nel caso in cui venissero aggirate le regole relativa all’installazione di una piscina, le leggi attualmente in vigore prevedono, dunque, il pagamento di un ingente somma di denaro o, in casi ancor più gravi, l’arresto. In aggiunta, il soggetto imputato di abuso edilizio è tenuto a ripristinare il precedente stato dell’area sottoposta a indagine.
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Advertisement - PubblicitàLa riposta è dipende. La sola installazione di una piscina all’interno della propria abitazione non è, legalmente parlando, sufficiente a modificare lo status di quest’ultima in abitazione di lusso, ossia immobile che al catasto viene catalogato come A/1, A/8 e A/9 e per il quale si registra una cessazione di tutte le agevolazioni fiscali come, per esempio, l’agevolazione prima casa ed eventuali esenzioni IMU/Tasi.
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La trasformazione dell’abitazione in un immobile di lusso si ha quando la superficie della piscina supera una metratura di 80 metri quadri. In aggiunta, il regime fiscale subirebbe variazione quando l’Agenzia delle Entrate verificasse, per esempio, che il fabbricato disponesse di una superficie superiore a 160 metri quadri, di finiture di pregio, ecc.
Advertisement - PubblicitàQuanto letto fino a ora permette di comprendere come la realizzazione di una piscina, interrata o fuori terra, possa risultare un lavoro caratterizzato da una grande complessità.
Per quanto riguarda le opere edili volte alla realizzazione di una piscina interrata, è possibile semplificare affermando che:
Nel caso in cui, invece, il progetto riguardasse una piscina fuori terra andrebbero tenute in considerazione variabili quali area: destinata al posizionamento della piscina, dimensioni di quest’ultima ed eventuali lavori in grado di modificare in via definitiva il paesaggio.
Proprio in virtù di tali controversie e della costante incertezza che contraddistingue l’installazione di una piscina, il consiglio è sempre quello di informarsi preventivamente rivolgendosi a professionisti o agli uffici tecnici del Comune di appartenenza.
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