A seguito della convocazione straordinaria del Consiglio regionale del Lazio tenutasi a inizio agosto, il 2 di agosto la maggioranza dei votanti ha approvato interamente il PTPR (Piano Urbanistico Paesistico Regionale). Ciò è avvenuto in tutta fretta, con una votazione durata una notte.
Fatto sta comunque, che tramite quella votazione il PTPR è stato approvato, per cui è diventato effettivamente una Legge di Stato. Malgrado la fretta iniziale però, oggi sembra invece che tutti i lavori siano bloccati per qualche strano motivo che ancora non è chiaro.
Advertisement - PubblicitàLe critiche riguardanti le modalità della votazione non hanno tardato ad arrivare. Soprattutto per il fatto che l’assessore regionale Massimiliano Valeriani abbia presentato all’una di notte ben 4 nuovi emendamenti che andranno a sostituire una fetta sostanziosa dei provvedimenti precedenti.
Ci sono state numerose proteste per questo motivo, che hanno visto in prima fila il Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia. In particolare i partiti credono che un tempo di 5 ore (dall’1 del mattino alle 6 del mattino), non possa essere stato sufficiente per valutare attentamente quei 4 nuovi emendamenti presentati all’ultimo.
Nonostante quindi il Piano avrebbe dovuto entrare a tutti gli effetti come Legge di Stato, in realtà a distanza di 3 mesi, la pubblicazione sul BURL (Bollettino Unico della Regione Lazio) non è ancora avvenuta. Il che non concede alla legge di essere realmente attiva, in quanto tutti i decreti devono passare dal BURL per diventare validi ed efficaci.
Advertisement - PubblicitàPotrà sembrare uno spiacevole equivoco, ma in realtà il ritardo di validazione del Piano comporta numerosi problemi ai lavori nella regione. A causa di questo infatti, ci sono state finora diverse problematiche all’interno di qualsiasi settore progettuale ed edilizio. L’inghippo maggiore è che i lavoratori ormai non sanno più se il Piano finalmente verrà approvato. Per cui non è chiaro se gli operai e i progettisti debbano attenersi alle vecchie normative, oppure seguire quelle nuove non ancora validate. Senza contare poi che tra i due provvedimenti esistono delle differenze enormi.
Il settore che in questa situazione rischia maggiormente di inciampare è senza dubbio quello edile. Dopo una crisi durata più di 10 anni infatti, il pericolo è che l’edilizia regionale subisca un altro arresto pesante. Le indecisioni e i ritardi dei politici potrebbero causare nuovi licenziamenti, fallimenti e un ulteriore crisi. Il Lazio a questo punto chiede solo: “Perché?”
Tra dubbi incomprensibili e indecisioni che non sembrano trovare pace, dalla Regione Lazio non arrivano ancora risposte concrete. I cantieri hanno bisogno di ripartire, speriamo solo che possano farlo al più presto.
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